Chi è Maria Carmela Lanzetta, nuovo ministro agli Affari Regionali
Pubblicato il 21 febbraio 2014 21.05 | Ultimo aggiornamento: 21 febbraio 2014 21.05
ROMA – Chi è Maria Carmela Lanzetta, nominata da Matteo Renzi ministro agli Affari Regionali al posto che nel governo Letta era occupato da Graziano Delrio?
Dal pantheon di Civati, al governo di Renzi: la Lanzetta è stata un sindaco simbolo della lotta alla ‘ndrangheta. Ex primo cittadino del paesino calabrese di Monasterace (Reggio Calabria, costa ionica), si è distinta nella difesa della legalità. Attualmente èmembro della direzione Pd. Pippo Civati, da candidato alle primarie, l’aveva inserita nel suo pantheon di riferimento. Lei dal canto suo aveva sostenuto la sua candidatura alle primarie dell’8 dicembre scorso.
Lanzetta è nata a Mammola il 1° marzo 1955 da madre farmacista e da padre medico. Dopo aver conseguito il diploma di maturità presso il liceo classico di Locri e laurea in farmacia all’Università di Bologna. È madre di due figli.
Il 28 maggio 2006 è stata eletta sindaco di Monasterace con il 62,2% dei voti. Alle elezioni del 15 maggio 2011 viene riconfermata, ottenendo il 35,4% e vincendo per soli 51 voti.
Il 28 maggio 2006 è stata eletta sindaco di Monasterace con il 62,2% dei voti. Alle elezioni del 15 maggio 2011 viene riconfermata, ottenendo il 35,4% e vincendo per soli 51 voti.
Per anni nel mirino della ‘ndrangheta (nel 2011 le fu bruciata la farmacia mentre nel 2012 ignoti spararono tre colpi di calibro 7.65 contro la sua auto). Ad aprile 2012 ha rassegnato una prima volta le dimissioni. Ma poi le ha ritirate.
A luglio 2013 si è dimessa, questa volta senza appello, in polemica per essere stata lasciata sola a combattere contro la mafia.
A fine agosto 2013 è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura per abuso d’ufficio, per un appalto sull’acquisto di pali dell’illuminazione pubblica, che sarebbe stata fatta con una trattativa privata invece con un appalto pubblico.
Nel novembre 2013, intervistata dal Fatto, la Lanzetta ha ribadito di esser stata lasciata sola, anche dal Pd, nella lotta contro la ‘ndrangheta.
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