giovedì 20 febbraio 2014

Mi piacerebbe sapere su questo tema come la pensano la signora Nanni e il signor Marfi. Sicuramente niente. Si stanno preparando per le prossime elezioni europee. Se parlano come fanno a guadagnare qualche poltrona e qualche migliaia di euro in più.

Chi sono i quattro senatori a 5 Stelle che Beppe Grillo ha messo alla gogna

di   - 20/02/2014 - Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana sono finiti sulla graticola per aver espresso perplessità sul comportamento del "Semplice Portavoce" durante le consultazioni in streaming con Renzi. «Un'occasione persa», hanno spiegato. I loro malumori sono noti da tempo, critici verso metodi e toni esasperati, così come per la chiusura sul dialogo. C'è chi ipotizza ora espulsioni e chi fuoriuscite dal gruppo

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Chi sono i quattro senatori a 5 Stelle che Beppe Grillo ha messo alla gogna
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I nomi non sono una novità, già in passato indicati tra i «malpancisti» delMoVimento 5 Stelle. Critici nei confronti dei metodi utilizzati dal duo Beppe Grillo-Gian Roberto Casaleggio, per i toni esasperati, le espulsioni dei colleghi, gli insulti verso le cariche istituzionali e la totale chiusura al dialogocon le altre forze politiche. Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana sono finiti sulla graticola del blog del “Semplice Portavoce”. «Fuoco Amico», ha sentenziato l’ex comico, dopo la nota congiunta con cui i quattro senatori pentastellati avevano espresso perplessità per l’atteggiamento avuto dall’ex comico durante la “consultazione” lampo in diretta streaming con il premier incaricato Matteo Renzi. «Un’occasione persa, un peccato», hanno spiegato, precisando come i 5 Stelle potevano utilizzare l’incontro per «chiedere a Renzi cosa pensa delle grandi questioni su cui il Pd non si è mai espresso in modo chiaro, come gli sprechi costituiti dal proseguimento della realizzazione del Tav e del progetto F35». Dichiarazioni al quale Grillo ha replicato con una sorta di “scomunicasul blog. C’è chi ipotizza adesso una possibile imminente espulsione dei quattro parlamentari critici, attraverso la presentazione di una mozione da parte dei colleghi di Palazzo Madama più vicini a Grillo. O chi, al contrario, ritiene la nota congiunta come un segno della possibile fuoriuscita dal gruppo pentastellato, magari per formare un gruppo autonomo insieme ai sei delusi civatiani, che avevano messo in discussione il voto di fiducia al futuro esecutivo Renzi. Ma potrebbe anche restare soltanto un nuovo episodio nella dialettica interna al MoVimento 5 Stelle, nonostante i toni più esasperati.
MoVimento 5 Stelle dissidenti Beppe Grillo 2
Beppe Grillo ha tuonato sul blog contro i quattro senatori critici Orellana, Bocchino, Battista e Campanella
Già negli scorsi giorni, Orellana e altri “dissidenti”, considerati possibilisti verso un dialogo con il premier incaricato Renzi, si erano espressi in modo più misurato sulle prospettive del prossimo esecutivo.  C’era chi allontanava l’ipotesi di fiducia e chi manteneva aperta la porta, seppur condizionata a particolari condizioni. Nomi e programma su tutti. Lo stesso Orellana, con un’intervista al Secolo XIX, aveva riflettuto come fosse «passato un anno dal tentativo di formare un governo di Pier Luigi Bersani». Di fronte a un fallimento che «aveva prodotto le larghe intese», aveva spiegato di comprendere il disagio di chi, «come Civati, ma anche altri, avevano ingoiato il rospo per una prospettiva che doveva rimanere momentanea, e invece si ritrovano con un orizzonte temporale della legislatura più lungo». Per Orellana si potevano «aprire scenari da seguire con molta attenzione». Un’«opportunità» che il M5S, secondo il senatore, «non poteva lasciarsi sfuggire nuovamente», così come in passato. Sulla fiducia non si era però sbilanciato, limitandosi a valutare. «Non credo che la voterò», aveva però precisato a Repubblica.
MoVimento 5 Stelle dissidenti Beppe Grillo
Lorenzo Battista, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Luis Alberto Orellana: hanno bollato come «occasione persa» l’incontro Grillo-Renzi
CHI SONO I 4 SENATORI DEL MOVIMENTO 5 STELLE SULLA GRATICOLA DEL BLOG DI BEPPE GRILLO –  Eppure le posizioni critiche dei quattro sono ben note da tempo, così come la distanza rispetto alla totale chiusura al dialogo di parte del gruppo pentastellato e ai diktat di Grillo e Casaleggio. Ieri hanno spiegato, dopo l’incontro tra l’ex comico e Renzi: «Molti nel Movimento sono appagati dal fatto che Grillo gliele abbia cantate forte e chiaro. Ma riteniamo che per esprimere valutazioni, il tempo e i mezzi non ci manchino. Per chiedere risposte precise, invece, bisognerà aspettare la prossima occasione. Questa l’abbiamo perduta», hanno chiarito Battista, Bocchino, Campanella e Orellana, esprimendo perplessità sul comportamento di Grillo. Il senatore italo-venezuelano, in particolare, ha precisato, intervistato da Giornalettismo, come l’incontro fosse stato di fatto “inutile”:
 «Diciamo che la percezione che ho avuto io non è stata positiva. Mi aspettavo un confronto. Si è capito fin da subito che non c’era voglia di dialogare, di ascoltarsi. Soprattutto da parte di Beppe. La cosa ad un certo punto non aveva quasi più un senso».
Grillo non ha aspettato troppo per mettere all’indice sul proprio blog i quattro senatori. Così come già fatto in passato con altri colleghi e voci critiche. Non è mancata la reazione di Lorenzo Battista, tra coloro sotto accusa, che ha risposto con sarcasmo attraverso Twitter: «Caro Beppe Grillo grazie di avermi dato spazio sul tuo blog. Pensi di risolvere così i problemi? Mi aspettavo qualcosa di più» . Contattato da Giornalettismo, ha spiegato di voler contattare Beppe Grillo per «chiarire la natura del post». «Noi abbiamo fatto comunque un comunicato congiunto per esprimere la nostra opinione e lui ha risposto così. Forse vale la pena di parlare e affrontare la cosa a quattr’occhi no? Poi se vuole la diretta streaming facciamo la diretta streaming», ha continuato, allontanando però anche le voci su una possibile convergenza con i civatiani delusi in un gruppo autonomo.
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LE CRITICHE DI LORENZO BATTISTA – Non è la prima volta che Battista si dissocia dal proprio gruppo. Insieme allo stesso Orellana e alle colleghe Laura Bignami e Monica Casaletto – altre voci critiche tra i 5 Stelle – avevanocontestato con un’altra nota congiunta gli attacchi personali contro Laura Boldrini: «Abbiamo aderito al MoVimento 5 stelle per essere parte attiva di un cambiamento e contribuire a migliorare il rapporto dei cittadini con le istituzioni. I fatti accaduti e gli attacchi personali dell’ultimo periodo non hanno dato né un segnale positivo né propositivo». Si erano così dissociati dalle prese di posizione offensive nei confronti della presidente della Camera: «Il confronto con l’avversario e il rispetto per le istituzioni devono essere valori imprescindibili della vita politica. Stigmatizziamo con fermezza ogni forma di violenza e di aggressione sia verbale che fisica. Se da una parte Internet deve essere libera, è altrettanto vero che un certo tipo di messaggi, compresi alcuni post pubblicati sul blog di Grillo e le esternazioni dei responsabili della comunicazione M5S, possono innescare reazioni scomposte. L’attacco alla persona non rappresenta l’attacco alle idee! I contenuti del blog non sono redatti con il consenso o la partecipazione di chi rappresenta democraticamente il paese. Chiediamo agli autori della comunicazione del M5S di essere maggiormente responsabili e consapevoli dei contenuti pubblicati e del loro inquadramento professionale», avevano spiegato. Sempre nei mesi scorsi, più volte Battista aveva invitato i 5 Stelle ad «uscire dal web, per aprire il dialogo con i Democratici». Critico verso la contrarietà di Grillo a qualsiasi confronto con il Pd.  Anche a SkyTg24 aveva spiegato poco tempo fa: «Mi sono trovato in disaccordo con i miei colleghi, con una pernacchia non comincia nessuna discussione. Dal momento che Renzi aveva fatto una proposta, i nostri capigruppo potevano iniziare una discussione e un confronto».
FABRIZIO BOCCHINO E FRANCESCO CAMPANELLA – Così come Battista e Orellana, anche Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella erano stati criticati dai militanti più intransigenti per le loro posizioni. Basta ricordare il caso della strana guerra a Palermo, con i due senatori siciliani accusati da uno deiMeetUp del capoluogo palermitano, “Il Grillo di Palermo” , perché considerati alla stregua di “collaborazionisti”. Ovvero, sotto accusa perché avevano sostenuto «la necessità da parte del M5S di doversi aprire all’accordo con le altre forze politiche». Un caso che aveva spaccato lo stesso movimento palermitano, con altri MeetUp che avevano a loro volta contestato “Il Grillo di Palermo” per aver parlato a nome di tutti gli altri. Campanella aveva poi bocciato anche le pesanti accuse di Giorgio Sorial al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Tra i parlamentari che avevano preso le distanze dalle parole usate dal parlamentare («Boia Napolitano,mette la tagliola sulle opposizioni», disse Sorial), Campanella aveva attaccato su Repubblica: «Frasi senza rispetto, nessuno ci capisce. Le critiche al Colle devono essere pacate». Per poi aggiungere: «Noi siamo espressione dei cittadini. Dovremmo esprimerci in modo da farci capire. Così, invece, il cittadino si ritrae. Abbiamo delle critiche serie da muovere a Napolitano, ma queste critiche vanno avanzate in modo pacato e argomentato.[...] Anche tra chi ci segue con attenzione c’è chi non è così contento di questa effervescenza. Ho visto colleghi inseguire Grillo nelle sue modalità di esternazione. Senza tenere in conto, però, che Grillo ha una sua immagine specifica e non è pagato dai cittadini per rappresentarli». Allo stesso modo era stato critico sia verso l’apertura di una procedura per vilipendio per il collega («Sarebbe una sanzione eccessiva»), che su quella di impeachment verso Napolitano, definendo «eccessivo» anche «parlare di attentato alla Costituzione». Non va dimenticato anche come i siciliani Bocchino e Campanella furono tra coloro che per primi espressero posizioni critiche rispetto al resto del gruppo, considerato che votarono anche per Pietro Grassodurante l’elezione per il presidente del Senato.

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