L'Espresso
POLITICA
M5S, sul blog vincono i sì
Beppe Grillo incontra Matteo Renzi
Gli iscritti sconfessano Grillo: sì all’incontro con Renzi. I dissidenti si erano lamentati della modalità del sondaggio: "Nel porre la domanda c'era anche la risposta". Anche Campanella chiude però su un possibile voto di fiducia di alcuni pentastellati: "Scenario che non esiste"
di Luca Sappino
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20843 sì e 20397 no. Gli iscritti al blog di Grillo hanno deciso e, anche se avrebbe preferito evitarlo, Beppe Grillo, con i capogruppo 5 stelle di Camera e Senato, andrà a Montecitorio per incontrare Matteo Renzi. I risultati faranno contento il senatoreFrancesco Campanella, uno dei dissidenti del movimento 5 stelle, che aveva definito «surreale» il sondaggio di Grillo e Casaleggio: «È inutile chiedere agli iscritti qualcosa, se nel porre la domanda dai già la risposta».
Campanella, in polemica, non aveva partecipato neanche alla riunione del gruppo parlamentare: «non mi sono perso nulla» ha spiegato all'Espresso, «la decisione mi pare sia già stata presa». Il senatore era per andare da Renzi, al contrario di quanto scritto sul blog che da Grillo e Casaleggio, perché «non mi pare ci manchino le cose da dirgli». Sulla possibilità che qualche dissidente 5 stelle voti però il governo Renzi, Campanella chiude: «lo scenario di cui parla anche Giuseppe Civati è politicamente affascinante, ma non c'è». E non tanto per loro, però: «è Renzi» dice Campanella, «che ascolta anche meno di Bersani».
Senatore, perché non ha partecipato alla riunione del gruppo?
«Avevo da lavorare qui in senato, e non mi pare di essermi perso molto. Non sono andato perche non mi aspettavo colpi di teatro, sapevo che una discussione anche franca non avrebbe portato a nulla».
Infatti Grillo e Casaleggio hanno lanciato un sondaggio sul sito. Hanno dato però l'indicazione di voto: «noi siamo contrari». Non rischiano di falsare il risultato?
«Sì. È una farsa. Anzi, è surreale. Sostanzialmente la decisione è gia stata presa, e un sondaggio fatto così è solo un sondaggo, appunto, e non vera partecipazione. Una consultazione degli iscritti effettuata così, in modo episodico e sciatto, non può avere alcuna valenza e non è quella che avevamo promesso».
La discussione all'interno del gruppo era animata?
«Non lo so, so che una discussione fatta così, con un post di Grillo che arriva a metà del dibattito, è una discussione che non può essere franca, e che il confronto tra le due posizioni è impari».
Lei cosa avrebbe detto a Renzi?
«Non ci mancano le cosa da dire o da chiedere a qualsiasi governo. Io sono per consegnargli le nostre idee per il paese. Se poi ci dovesse dire di no, come prevedibile, rivendicherei la nostra serietà».
Civati sostiene che se Renzi vi facesse la proposta giusta si potrebbe tornare all'idea del governo di cambiamento.
«Questo tipo di disponibilità non è in discussione. Però quello che dice Civati è giusto: Renzi dovrebbe parlarci perché è suo dovere come presidente incaricato. Evidentemente però, preferisce fare senza di noi. Mi pare che rispetto ai nostri temi, alle proposte di cambiamento, Renzi abbia una disponibilità all'ascolto anche minore di quella di Bersani. È più lontano e si crede forte, forte per carisma e per sostegno di alcuni poteri».
Ma avreste i numeri per fare un governo senza Alfano?
«Gli alfaniani al Senato sono 31 e anche se noi fossimo disposti, dovremmo essere la maggioranza del gruppo. Questa cosa non c'è. Il discorso di Civati è però interessante, politicamente, nella misura in cui pone una prospettiva diversa da quella di Renzi».
Che è una prospettiva di legislatura, con il Nuovo centro destra. E lì voi proprio non potete starci...
«Esattamente. L'ho detto: lui ascolta poco e propone molto. Lui è un uomo di battute che propone una riforma al mese ma che poi pensa di farla con la stessa maggioranza di Letta».
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