12/08/2015
La carità nascosta di Papa Francesco: paga latte, biscotti, affitti scaduti
Ogni notte il Pontefice invia nelle periferie il suo Elemosiniere. Ha messo a disposizione i regali ricevuti per raccogliere fondi destinati ai poveri
L’ultima donazione è di ieri sera. Un furgone carico di olio d’oliva, pasta, pomodori pelati, latte e biscotti è giunto al centro per rifugiati Baobab, al Tiburtino. Una struttura che accoglie migranti etiopi ed eritrei fuggiti dalla fame e dalla guerra. Lo ha inviato Papa Francesco, come già accaduto in passato. A consegnare i generi di conforto è stato monsignor Konrad Krajewski, polacco, elemosiniere di Sua Santità. Poco conosciuto dal grande pubblico, è responsabile di uno dei compiti a cui il Papa tiene maggiormente. In Vaticano si occupa dell’Elemosineria Apostolica: ha il mandato di svolgere la carità in nome e per conto del Pontefice.
Monsignor Krajewski è il “braccio destro” di Papa Francesco. Raccoglie donazioni, distribuisce aiuti, gira quasi tutte le notti le periferie e le stazioni di Roma. All’atto della sua nomina il Santo Padre l’aveva avvertito: «Tu non sarai un vescovo da scrivania - le sue parole - Dovrai essere il prolungamento della mia mano per portare una carezza ai poveri, ai diseredati e agli ultimi della città». E così padre Corrado - molti romani lo conoscono così - opera secondo le direttive del Pontefice. Un’azione concreta e silenziosa. La discrezione è un aspetto fondamentale del suo lavoro: nel piccolo ufficio vicino Porta Sant’Anna nessuno vuole parlare con i giornalisti. A pochi metri di distanza le guardie svizzere montano la guardia al confine dello Stato Vaticano. Qui si raccolgono alcune delle donazioni che saranno distribuite ai poveri. Le maggiori entrate provengono dalle pergamene con la benedizione apostolica rilasciate ai fedeli che ne fanno richiesta. Il denaro ricavato finisce in un “fondo per la carità” che finanzia l’attività dell’Elemosineria di Papa Francesco. A cui contribuiscono anche donazioni private e lo stesso Pontefice.
Monsignor Konrad Krajewski, polacco, elemosiniere di Sua Santità. È il titolare di uno dei compiti a cui il Papa tiene maggiormente: ha il mandato di svolgere la carità in nome e per conto del Pontefice
«Andate incontro ai poveri, non aspettate che essi vengano a voi». Per tener fede a questo principio, Papa Francesco si è dato da fare in prima persona. In questi mesi il Santo Padre ha deciso di mettere a disposizione i regali ricevuti da quando è stato eletto al soglio di Pietro. E così dall’inizio dell’anno ha già organizzato due riffe in Vaticano. Due lotterie pontificie per raccogliere fondi a favore dei poveri. Biciclette elettriche, orologi, videocamere digitali, penne stilografiche. Come primo premio il Papa ha messo in palio addirittura una macchina. Una Panda full optional che gli era stata donata da alcuni operai di Pomigliano. Una somma dopo l’altra, alla fine l’Elemosineria Apostolica ha iniziato a raccogliere cifre importanti. Solo lo scorso anno monsignor Krajewski ha potuto gestire oltre un milione e mezzo di euro. Circa il 25 per cento in più rispetto all’anno precedente. Intendiamoci, la carità ha sempre rappresentato un aspetto centrale della Chiesa Cattolica. «Eppure Papa Francesco - raccontano in Vaticano - ha dato davvero un nuovo impulso a questa attività».
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Una volta raccolto, il denaro diventa un aiuto concreto per i bisognosi. Quasi ogni notte l’elemosiniere di Papa Francesco gira per Roma accompagnato da alcune suore e qualche guardia svizzera - ovviamente in borghese - per distribuire generi di conforto ai poveri della Capitale. Vengono donate provviste alimentari ad associazioni di volontariato, centri per immigrati, mense parrocchiali. Con il denaro dell’Elemosineria lo scorso gennaio sono stati costruiti vicino alle Poste Vaticane alcuni bagni e un servizio docce per i clochard della città. Proprio sotto il colonnato di destra del Bernini. Chi si presenta per lavarsi riceve un kit con sapone e un cambio di biancheria intima. E il lunedì può usufruire di un servizio gratuito di barberia. Eppure c’è molto riserbo sulle attività di questo tipo. In Vaticano nessuno vuole dare troppa pubblicità alle iniziative benefiche. Si scopre però che alcuni mesi fa, durante la notte del Venerdì Santo, il Papa ha fatto distribuire alcune buste pasquali contenenti del denaro ai senzatetto che dormivano nelle stazioni di Roma. Per festeggiare il suo ultimo compleanno ha regalato circa 200 sacchi a pelo ad altrettanti vagabondi che dormivano per strada. In un’altra occasione, invece, ha distribuito trecento ombrelli ai poveri che frequentano Borgo Pio. Nessun acquisto, stavolta. Erano ombrelli accatastati un magazzino, persi negli anni dai turisti dentro i musei vaticani.
Come primo premio della lotteria per raccogliere fondi da destinare ai poveri il Papa ha messo in palio una Panda full optional che gli era stata donata da alcuni operai di Pomigliano
Sono piccoli doni, certo. «Proprio perché - raccontano in Vaticano - si è voluto estendere al maggior numero di persone il sostegno di un aiuto». A volte si offrono ai poveri beni e servizi. L’Elemosineria Apostolica, ad esempio, ha messo a disposizione di una cooperativa sociale un immobile per aprire una Casa d’Accoglienza per giovani madri nubili e i loro bambini. Altre volte si offrono piccole somme di denaro. A chi ha bisogno di aiuto viene pagata una bolletta del gas, una rata scaduta dell’affitto. Molte persone scrivono direttamente al Pontefice. Nel 2014 sono arrivate almeno 8mila richieste di sostegno. Papa Francesco le gira all’Elemosineria e si assicura che a ognuno venga risposto. Unica accortezza, le domande devono essere accompagnate da un’attestazione dei parroci o di altri ecclesiastici che garantiscano le reali necessità. Come è facile immaginare, la crisi ha visto impennare il numero delle lettere. «Le domande - si legge nel rapporto sull’attività della Santa Sede - hanno disegnato un quadro abbastanza complesso e variegato delle povertà che purtroppo da diverso tempo cominciano ad affliggere anche zone e categorie di persone che finora godevano di un certo benessere economico».
Nel 2014 sono arrivate almeno 8mila richieste di sostegno al Pontefice. Con la crisi il numero delle domande di aiuto si è impennato
Francesco ha dato l’esempio, ma ha anche chiesto agli altri di seguirlo. E così recentemente l’ordine dei gesuiti - a cui il Pontefice apparteneva - ha deciso di mettere a disposizione dei senzatetto un immobile di proprietà. È un locale in via dei Penitenzieri, nei pressi della Chiesa di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal Vaticano. Il contratto di locazione con l’agenzia di viaggi che affittava lo stabile è stato rescisso. Nei prossimi giorni aprirà una struttura in grado di accogliere fino a trenta senzatetto ogni notte. Per un Pontefice che ha chiesto «una Chiesa povera per i poveri», la carità è un punto fermo. Del resto «la gratuità dovrebbe essere una delle caratteristiche del cristiano, che, consapevole di aver ricevuto tutto da Dio gratuitamente, cioè senza alcun merito, impara a donare agli altri gratuitamente» ha spiegato Papa Francesco durante l’omelia dell’ultimo mercoledì delle Ceneri. «Oggi spesso la gratuità non fa parte della vita quotidiana, dove tutto si vende e si compra. Tutto è calcolo e misura. L’elemosina ci aiuta a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri il proprio benessere».
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