sabato 15 agosto 2015

Qualcuno può far presente a Salvini prima che parta per la Russia che l'emergenza migranti coinvolge tutta l'Europae non finirà con i suoi slogan?


Non solo Calais e le isole greche. I profughi invadono pure in Germania. Ma la destra non li vuole e vengono rimpallati nei Comuni 'rossi'. Che ora protestano.

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14 Agosto 2015




L'emergenza migranti avanza verso il Nord. Europa.
A Calais, in Francia, gli sbarcati di Kos e Lampedusa premono per entrare in Gran Bretagna. In Germania si accampano negli spazi del pubblico e ai margini delle strade.
Sperano di essere accolti, di non proseguire verso la Svezia o venire rispediti indietro.
Scene identiche all'emergenza italiana di inizio estate, bivacchi di migranti a Roma e Milano mentre a Bruxelles il governo chiedeva un piano europeo, perché i «migranti non sono solo un problema italiano».
150 MILA SBARCHI NEL 2015. In effetti ora anche Francia e Gran Bretagna dicono all'unisono che l'emergenza è «europea, non nazionale», per il premier ellenico Alexis Tsipras, una «crisi che travolge l'Europa».
In Italia sono 102 mila i migranti sbarcati nel 2015, 5 mila nell'ultima settimana. In Grecia 50 mila e l'Ue si è accordata per spartirsene 32 mila in due anni.
La Turchia ha allertato su altri «17 mila profughi» in arrivo e tra l'Italia e la Libia continuano a morire centinaia di disperati. Esauriti i barconi, partono gommoni ammassati di migranti. «Bombe umane», le chiamava Gheddafi.

  • Un migrante in carrozzina a Calais (Getty).

Bivacchi e tendopoli in strada: l'emergenza sale verso Francia e Germania

Atene ha deciso di spostare su una nave da crociera con 2.500 posti i profughi che hanno invaso Kos, Lesbo e altre isole, a tutela del turismo, l'ultima risorsa economica greca.
Parigi e Londra si rimpallano il problema dei migranti da una sponda all'altra della Manica, intanto su quella francese crescono le tendopoli, improvvisate ai margini degli insediamenti abitati come a giugno a Sud sugli scogli di Ventimiglia.
SCARICABARILE TEDESCO. In Germania lo Stato e anche i Land federali scaricano l'emergenza sui Comuni amministrati dalla sinistra - la Baviera e altre roccaforti di destra non ne vogliono sapere -, che si preparano a inserire nelle scuole i piccoli profughi: oltre 100 mila i nuovi arrivati.
Troppi, come le loro famiglie: a Düsseldorf e Duisburg, dove vivono i figli e i nipoti delle migliaia di Gastarbeiter italiani, si allestiscono tendopoli prefabbricate e compound. Piccoli campi come per gli alluvionati e i terremotati che anche l'Italia, a questo punto, dovrebbe montare. Ma ovunque cresce la polemica del not in my backyard, non nel mio cortile.
  • Bambini siriani in strada a Kos, in Grecia (Getty).

Molti tedeschi sono per la presa in carico dei migranti dello Stato («paghiamo le tasse»), anche solo per far sparire i bivacchi ed evitare rischi sanitari.
Ma poi nessuno vuole «lazzaretti» vicino a casa o scuole con classi strapiene di alunni che non capiscono il tedesco a bloccare il lavoro degli insegnanti.
È un segno di civiltà pensare a inserire i minori in un percorso d'istruzione, con la bambina palestinese, la cancelliera Angela Merkel («non possiamo accogliere tutti») non parlava a nome di tutti i tedeschi.
«DA SOLI NON CE LA FACCIAMO». Ma ad agosto in Germania riaprono le scuole, che sono servite anche come riparo d'emergenza.
Dove mettere i profughi? «Un flusso straordinario, da soli non possiamo farcela, è un problema nazionale, non locale», lamentano i sindaci che chiedono una conferenza con Stato e Regioni. Un po' tardi per i tedeschi super-organizzati rendersene conto ora.
  • I centri per l'accoglienza di emergenza in Germania (center.tv)
     
In Grecia la situazione è vergognosa.
I siriani raccontano di non aver mai subito all'estero un «trattamento peggiore».
La polizia prima con le mani in mano, poi a bastonarli, Stato e municipi assenti.
Scappano «dall'Isis e dalla dittatura», nell'Ue dei diritti pensavano di ricevere un trattamento civile, qualcuno addirittura di trovare l'America. Invece no «e meno male che siete una democrazia», urlano.
ASSALTO ALL'EUROTUNNEL. Anche dall'Italia gli accampati fuggono sui treni verso il Brennero e Ventimiglia, e da lì ancora più a Nord. Sulla Manica in 1.700 hanno assaltato l'Eurotunnel diretti a Dover, a Calais migliaia di irregolari sono alla deriva e gridano: «Non siano animali».
Tutto ciò che viene in mente ai governi francese e inglese è piazzare agenti, recinzioni e telecamere lungo la Manica.
E anche in Grecia si moltiplicano i presidi delle forze dell'ordine.

Compound e tende attrezzate in Germania. Ma i posti non bastano

Prima di essere espulsi, i migranti punteranno verso Svezia e Germania dove l'accoglienza, almeno fino a qualche mese fa, era migliore.
Nella tendopoli di Düsseldorf non ci sono ancora i letti. A Kerpen, vicino Colonia, i profughi sono temporaneamente alloggiati in un ex villaggio aziendale. Altri Comuni hanno ordinato centinaia di box in legno climatizzati dalla Repubblica ceca che chiude le frontiere e fa grandi affari.
In Germania i richiedenti asilo aspettano per anni che sia accolta o respinta la loro domanda.
NOT IN MAY BACKYARD. Perciò Merkel ha promesso «procedure più rapide» mentre si prepara un giro di vite per i profughi dai Balcani, considerati zona non più a rischio rimpatri.
Entro il 2015 solo Amburgo pianifica 60 mila metri quadri di residenze per migranti. Lì arrivano anche clandestini, dal grande porto, un'ondata eccezionale.
E come in Italia, dove i Comuni affittano locali in ottimi quartieri e a ottimi contratti, i residenti sono sulle barricate per un insediamento per migranti, su alcuni ettari di suolo pubblico, davanti a un golf club.

  • La tendopoli prefabbricata di Düsseldorf (center.tv).

Nelle caserme sì, tra la gente no.
Se l'Ue non è capace di fare da sola, i governi dovrebbero farsi aiutare dall'Onu, come i Paesi in Nord Africa e in Medio Oriente che ospitano milioni di profughi.
Il premier turco Ahmet Davutoğlu ricorda all'Europa ansiosa di delocalizzare i campi in Libia che dal 2011 Ankara è «stata lasciata sola» e anche per questo da lì salpano barconi nel Mediterraneo.
14 MILIONI IN FUGA DALL'ISIS. La Turchia accoglie oltre 1,7 milioni di rifugiati in 24 strutture, in condizioni comunque drammatiche ma con dentro scuole e centri sanitari. Altre migliaia vivono sparse, per così dire, molto precariamente nel Paese.
Seguono poi il Libano, con oltre 1,2 milioni di rifugiati siriani. L'Iraq, con 2 milioni di sfollati e solo poco più della metà sistemati in campi d'accoglienza, per lo più nel Kurdistan. La Giordania con 450 mila siriani in aggiunta agli insediamenti di rifugiati palestinesi.
In Nord Africa, dal 2011 in Egitto e Tunisia sono transitati quasi 4 milioni di profughi. In 13,6 milioni sono in fuga dall'Isis, un Stato senza collocazione sulle cartine geografiche.
Twitter @BarbaraCiolli
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