«Basti pensare al volto più noto del grillismo rampante, l’azzimato Luigi Di Maio che da eterno studente fuoricorso coi soldi di papi si è trovato sbalzato a vicepresidente della Camera»
Un articolo a firma della cattivissima (soprattutto su Twitter) Laura Cesaretti sul Giornale di oggi non mancherà di suscitare una robusta incazzatura dalle parti del MoVimento 5 Stelle: «Metamorfosi a 5 Stelle – In politica di ribelli, ora tutte all’ultima moda», racconta l’articolo pubblicato a pagina due dal quotidiano, che descrive il salto di status sociale delle parlamentari grilline grazie “all’aumento esponenziale del loro reddito” e vuole suggerire che per molti Cittadini l’entrata in parlamento ha rappresentato una svolta per la propria carriera:
Basti pensare al volto più noto del grillismo rampante, l’azzimato Luigi Di Maio che da eterno studente fuoricorso coi soldi di papi si è trovato sbalzato a vicepresidente della Camera, con ufficio megagalattico al piano nobile di Montecitorio, commessi a disposizione e vestitini cuciti su misura da un sarto,come ha confessato lui stesso.
Ma l’obiettivo più succoso dell’articolo sono le parlamentari grilline:
Approdate nel 2013 con l’irruenza e il look di un esercito di squatter, pronte a trasformare il Palazzo in un centro sociale, le parlamentari grilline sono quelle che hanno subito la più vertiginosa trasformazione, a cominciare dall’aspetto. D’altronde basta dare un’occhiata ai loro redditi per capire cosa è cambiato, e quanto conti poter investire denaro in coiffeur di grido, boutique di tendenza, centri estetici all’avanguardia. Molte parlamentari (e lo stesso vale per gli uomini) sono passate in due anni da reddito zero a uno (dichiarato, perché diarie e rimborsi sono fuori) che oscilla tra i 70 e i 100mila euro. Qualche esempio? La rumorosa Paola Taverna, da receptionist in un laboratorio di analisi, nel 2013 dichiarava 12.800 euro, più qualche reddito da immobili. Ora ne dichiara 88 mila: si capisce che possa spendere in stiraggio della chioma ribelle, gioiellini bon ton e giacche sciancrate. Ama capi e borse firmati, la senatrice, e secondo un gossip interno al gruppo M5S ci sarebbe stata anche la storia di uno scontrino per un paio di scarpe chic finito nelle spese di rappresentanza. Malignità, sicuramente false.
E non finisce qui. Subito dopo c’è Tatiana Basilio, già diventata famosa per la figuraccia sulle sirene, che alla soglia dei 40 anni non aveva redditi dichiarati. Ora si è potuta permettere qualche sfizio: «non solo una ruggente Chevrolet Camaro SS, auto sportiva da 40-50 milaeuro, ma anche abitini optical, jeans griffati e stiletto vertiginose. E la metamorfosi di Roberta Lombardi? «Capello dritto e sbiadito, faccia slavata, vestiti informi: sembrava l’istitutrice cattiva del ridanciano Crimi. Ora,con un nuovo guardaroba e dopo l’intervento di parrucchiere, colorista, estetista non la riconoscereste. D’altronde il suo reddito da 22 mila euro è salito a 83mila, e se lo può permettere». La Cesaretti prosegue descrivendo Laura Castelli e i suoi vestitini bon ton e Dalila Nesci, con il suo «raffinato taglio asimmetrico con colore a effetto shatush e sopracciglia ben ridisegnate». E poi ci sono Barbara Lezzi e Carla Ruocco, oggi in commissione finanze «molto corteggiata» soprattutto dai colleghi di Forza Italia dopo il cambio di look. Da donna a donna, con amore.
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