Delitti in calo: meno 13 per cento rispetto al 2014. Alfano: "Italia è un posto sicuro"
Il Viminale presenta i dati sui primi sette mesi del 2015. Il ministro però non spiega perché un reato su quattro non viene più scoperto e resta impunito. Lieve flessione dell'immigrazione: "Ma la crisi della Libia è un vulcano acceso"
ROMA - "L'Italia sta pagando due volte il conto alla comunità internazionale, molto attiva nel far cadere il regime di Gheddafi. Ma inerte nell'affrontare le conseguenze del vuoto di potere che s'è creato in Libia". Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, nel corso della tradizionale conferenza stampa di Ferragosto (presenti i tre capi delle forze dell'ordine, Pansa per la Polizia, Del Sette per l'Arma, Capolupo per la Gdf), è intervenuto sul caso immigrazione, commentando gli ultimi 40 morti asfissiati al largo delle coste libiche. "Il mondo - ha detto - non può attendere la soluzione della crisi libica, un vulcano acceso difronte all'Italia". "O l'Unione Europea è in grado di risolvere questione libica - ammonisce il ministro - o la tragedia di oggi non sarà l'ultima".
Per questa sua dichiarazione, il segretario Ncd è stato pesantemente attaccato dall'opposizione. "È incredibile e inaccettabile - ha dichiarato Paolo Romani, presidente del gruppo Fi al Senato - che il ministro dell'Interno dell'ottava potenza economica del mondo di fronte all'ennesima tragedia a poche miglia dalle coste libiche non possa far altro che dichiarare la propria impotenza".
Secondo i dati diffusi dal Viminale, sono in lieve calo gli sbarchi degli immigrati: dai 104.225 registrati nel periodo che va dal 1 gennaio 2014 al Ferragosto 2014 si è passati ai 103.226 dell'analogo arco temporale del 2015. E ammontano a 89.083 le presenze di immigrati nel nostro sistema di accoglienza. Alfano spiega che "l'Italia è una grande democrazia occidentale: il nostro dovere è salvare le vite e procedere nei casi dovuti ai rimpatri". A proposito delle accuse lanciate qualche giorno fa (poi in parte ritirate) da monsignor Nunzio Galantino, capo della Cei, il titolare del Viminale ha replicato secco: "Siamo campioni del mondo dell'accoglienza. Facciamo un mestiere diverso da quello della Chiesa. Do per buona la rettifica di Galantino".
Il tema dell'immigrazione va a braccetto con le tematiche relative al rischio terrorismo. "Abbiamo da tempo avviato un'azione di prevenzione che, grazie al contributo dell'intelligence (Aisi e Aise) sta dando i suoi frutti. Ma abbiamo anche realizzato una strategia di contrasto culturale: separare chi prega da chi spara".
Per la prima volta il Viminale affronta il modo diretto il tema della presenza delle altre comunità religiose, in particolare quella musulmana. "Sappiamo che i terroristi hanno preso in ostaggio un dio in nome del quale sequestrano, sparano, uccidono e seminano il terrore. Ebbene, noi chiediamo alle comunità islamiche di prendere nettamente e ufficialmente le distanze dai fondamentalisti". "La nostra Costituzione - aggiunge - contempla la libertà di culto, a patto che si rispettino le regole. Sarebbe da stupidi regalare un miliardo di islamici all'alleanza con i terroristi, considerandoli tutti fiancheggiatori". A proposito di possibili attentati, "nessuno Paese è a rischio zero. Noi, in particolare, siamo esposti alla minaccia, ma l'Italia ha la sua storia, e fa parte della coalizione che dopo l'"11 Settembre" combatte i terroristi con lo stivale sul terreno. Oggi non abbiamo segnali specifici di una minaccia concreta".
Expo resta l'obiettivo numero uno del terrorismo, perché là si concentrano tutti i nemici dell'Is: fra gli altri, Onu, Vaticano, Usa, Ue, Israele, Francia, Inghilterra. Le misure di sicurezza sono eccezionali, ogni notte arrivano cento camion, controllati da reparti speciali dell'Esercito. "La centrale operativa di Expo - ha spiegato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, collegato in videoconferenza con il Viminale - sarà una delle eredità materiali e immateriali di Expo".
Alfano ha poi fornito i dati sull'andamento della criminalità. "L'Italia è un posto sicuro nel quale vivere - ha detto il ministro - nel nostro Paese calano i reati commessi". Poi, però, ha glissato sul calo dell'attività di contrasto alla criminalità. Il totale dei delitti commessi, nei primi sette mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2014, è sceso del 13 per cento: meno 14 gli omicidi volontari, meno 16 le lesioni dolose, meno 23 le violenze sessuali, meno 14 le rapine, meno 10 i furti, meno 20 le ricettazioni, meno 15 le frodi informatiche, meno 35 i reati di sfruttamento e di pornografia minorile.
Ma quel che Alfano non dice, e non spiega, è che cala anche l'attività di contrasto alla criminalità, in percentuale molto più significativa del calo dei delitti commessi. Sempre nello stesso periodo, infatti, il totale dei delitti scoperti è sceso del 25 per cento: in media, un reato su quattro non viene più scoperto e resta impunito. E il totale delle persone denunciate s'è ridotto della stessa misura: una persona su quattro, rispetto all'anno scorso, non viene più denunciata o arrestata. Difficile dare una spiegazione a questo fenomeno, in parte si potrebbe spiegare con il taglio di risorse (4 miliardi di euro) che gli ultimi governi, a cominciare da quelli Berlusconi, hanno fatto al Comparto Sicurezza. Ma i motivi possono essere altri e più complessi.
A proposito della riorganizzazione delle forze dell'ordine - Renzi ha stabilito che cinque sono troppe - Alfano ha fatto capire che i forestali saranno accorpati con l'Arma dei carabinieri. "Il Corpo Forestale - ha annunciato - non l'abbiamo soppresso con l'approvazione della riforma della Pubblica amministrazione. Ma ci sarà una razionalizzazione ed il rapporto con i carabinieri diventerà determinante per l'efficienza del sistema".
Per quanto riguarda lo smacco subito dalla Fca, ex gruppo Fiat, che per la prima volta nella
storia della Repubblica ha perso per poche decine di euro l'appalto per la fornitura delle volanti e delle gazzelle delle forze dell'ordine, il titolare del Viminale ha tagliato corto: "Gli appalti oggi sono europei, e i confini nazionali del mercato non esistono più".
Per questa sua dichiarazione, il segretario Ncd è stato pesantemente attaccato dall'opposizione. "È incredibile e inaccettabile - ha dichiarato Paolo Romani, presidente del gruppo Fi al Senato - che il ministro dell'Interno dell'ottava potenza economica del mondo di fronte all'ennesima tragedia a poche miglia dalle coste libiche non possa far altro che dichiarare la propria impotenza".
Secondo i dati diffusi dal Viminale, sono in lieve calo gli sbarchi degli immigrati: dai 104.225 registrati nel periodo che va dal 1 gennaio 2014 al Ferragosto 2014 si è passati ai 103.226 dell'analogo arco temporale del 2015. E ammontano a 89.083 le presenze di immigrati nel nostro sistema di accoglienza. Alfano spiega che "l'Italia è una grande democrazia occidentale: il nostro dovere è salvare le vite e procedere nei casi dovuti ai rimpatri". A proposito delle accuse lanciate qualche giorno fa (poi in parte ritirate) da monsignor Nunzio Galantino, capo della Cei, il titolare del Viminale ha replicato secco: "Siamo campioni del mondo dell'accoglienza. Facciamo un mestiere diverso da quello della Chiesa. Do per buona la rettifica di Galantino".
Il tema dell'immigrazione va a braccetto con le tematiche relative al rischio terrorismo. "Abbiamo da tempo avviato un'azione di prevenzione che, grazie al contributo dell'intelligence (Aisi e Aise) sta dando i suoi frutti. Ma abbiamo anche realizzato una strategia di contrasto culturale: separare chi prega da chi spara".
Per la prima volta il Viminale affronta il modo diretto il tema della presenza delle altre comunità religiose, in particolare quella musulmana. "Sappiamo che i terroristi hanno preso in ostaggio un dio in nome del quale sequestrano, sparano, uccidono e seminano il terrore. Ebbene, noi chiediamo alle comunità islamiche di prendere nettamente e ufficialmente le distanze dai fondamentalisti". "La nostra Costituzione - aggiunge - contempla la libertà di culto, a patto che si rispettino le regole. Sarebbe da stupidi regalare un miliardo di islamici all'alleanza con i terroristi, considerandoli tutti fiancheggiatori". A proposito di possibili attentati, "nessuno Paese è a rischio zero. Noi, in particolare, siamo esposti alla minaccia, ma l'Italia ha la sua storia, e fa parte della coalizione che dopo l'"11 Settembre" combatte i terroristi con lo stivale sul terreno. Oggi non abbiamo segnali specifici di una minaccia concreta".
Expo resta l'obiettivo numero uno del terrorismo, perché là si concentrano tutti i nemici dell'Is: fra gli altri, Onu, Vaticano, Usa, Ue, Israele, Francia, Inghilterra. Le misure di sicurezza sono eccezionali, ogni notte arrivano cento camion, controllati da reparti speciali dell'Esercito. "La centrale operativa di Expo - ha spiegato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, collegato in videoconferenza con il Viminale - sarà una delle eredità materiali e immateriali di Expo".
Alfano ha poi fornito i dati sull'andamento della criminalità. "L'Italia è un posto sicuro nel quale vivere - ha detto il ministro - nel nostro Paese calano i reati commessi". Poi, però, ha glissato sul calo dell'attività di contrasto alla criminalità. Il totale dei delitti commessi, nei primi sette mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2014, è sceso del 13 per cento: meno 14 gli omicidi volontari, meno 16 le lesioni dolose, meno 23 le violenze sessuali, meno 14 le rapine, meno 10 i furti, meno 20 le ricettazioni, meno 15 le frodi informatiche, meno 35 i reati di sfruttamento e di pornografia minorile.
Ma quel che Alfano non dice, e non spiega, è che cala anche l'attività di contrasto alla criminalità, in percentuale molto più significativa del calo dei delitti commessi. Sempre nello stesso periodo, infatti, il totale dei delitti scoperti è sceso del 25 per cento: in media, un reato su quattro non viene più scoperto e resta impunito. E il totale delle persone denunciate s'è ridotto della stessa misura: una persona su quattro, rispetto all'anno scorso, non viene più denunciata o arrestata. Difficile dare una spiegazione a questo fenomeno, in parte si potrebbe spiegare con il taglio di risorse (4 miliardi di euro) che gli ultimi governi, a cominciare da quelli Berlusconi, hanno fatto al Comparto Sicurezza. Ma i motivi possono essere altri e più complessi.
A proposito della riorganizzazione delle forze dell'ordine - Renzi ha stabilito che cinque sono troppe - Alfano ha fatto capire che i forestali saranno accorpati con l'Arma dei carabinieri. "Il Corpo Forestale - ha annunciato - non l'abbiamo soppresso con l'approvazione della riforma della Pubblica amministrazione. Ma ci sarà una razionalizzazione ed il rapporto con i carabinieri diventerà determinante per l'efficienza del sistema".
Per quanto riguarda lo smacco subito dalla Fca, ex gruppo Fiat, che per la prima volta nella
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