Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la "tassa sui condizionatori": 200 euro in più a famiglia. Ovviamente la Lega si opporrà! #Salvini
| economia | Pubblicato:24.07.2015 | Origine:23.07.2015 | Fonte dichiarazione
Salvini in allarme ci allerta dell'arrivo di questo presunto e ulteriore peso per le nostre famiglie: una tassa imposta dall'Ue sui condizionatori. Con questo caldo torrido il tributo risulta ancora più ingiusto e suscita immediatamente malcontento, non solo in Salvini. Ma cerchiamo di capire meglio di cosa si sta parlando.
Ci tassano il caldo?
Si sente puzza di panzana lontano kilometri. E in effetti le aspettative non rimangono deluse.
Secondo la D.P.R. 74/2013, i condizionatori e caldaie devono essere dotati del nuovo libretto di impianto, in cui devono essere riportate, per ragioni di sicurezza, date ed informazioni sulla manutenzione e sulla rottamazione dell'impianto. La mancanza del libretto conformato viene multata per cifre che vanno da 500 a 3mila euro. Come spiega il Mise, che riporta l'articolo 8, comma 1 del decreto, il provvedimento riguarda “gli interventi di controllo ed eventuale manutenzione di cui all’articolo 7 su impianti termici di climatizzazione invernale di potenza termica utile nominale maggiore di 10 kW e sugli impianti di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale maggiore di 12 kW".
Questo significa, come spiega Giornalettismo, che gli impianti interessati non sono quelli posseduti dalle famiglie medie. Per capire se un impianto rientra nella categoria definita dal D.P.R., occorre verificare a quanti Kw corrisponde, moltiplicando i suoi Btu/h (British thermal unit all'ora) per 1/3.412 (1 watt è approssimativamente pari a 3,4 BTU/h)*. Di conseguenza, un regolare condizionatore da 12.000 Btu/h è equivalente a circa 3,5 Kw. Siamo quindi ben al di sotto della soglia che interessa la normativa.
L'adeguamento alla normativa attraverso la certificazione e il bollino potrebbe comunque non costare 200-300 euro: come spiega Stefano Casandrini di Assotermica: “la certificazione del condizionatore può essere fatta anche dallo stesso tecnico abilitato che certifica la caldaia, anche se condizionatore e caldaia sono di marche diverse; e 200 euro mi sembra una richiesta decisamente eccessiva, verosimilmente si spenderà molto meno”.
Ma se il decreto è del 2013 perchè se ne parla ora?
La storia è abbastanza intricata. Il D.P.R. 74, firmato a cavallo tra il governo Monti e l'esecutivo Letta (che faceva riferimento ad un decreto del 19 agosto 2005 del governo Berlusconi III, il quale a sua volta recepiva la direttiva Ue 2002/91/CE) il decreto doveva essere valido a partire dal 1 giugno 2014. Come spiega il Mise, solo a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 55 del 7 marzo 2014 del decreto 10 febbraio 2014 sono stati resi disponibili gli strumenti che consentono la completa attuazione da parte del cittadino, di quanto prescrive il D.P.R. n. 74. Il nuovo termine è stato quindi fissato ad ottobre 2014.
In più, Il D.P.R. 74 era stato ulteriormente modificato dal decreto legge n. 63 del 2013, che recepiva la direttiva europea del 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia. Per questo Salvini parla di imposizione europea. La questione è riemersa in questi giorni, un po' per il caldo, un po' perchè, secondo quanto riportato da Libero, CON.TE - Associazione Temporanea di Imprese cui partecipano Promoseco SME, Servizi Energia Ambiente e Italgas Ambiente - ha attivato il servizio di censimento e controllo degli impianti di climatizzazione e sta inviando lettere ai cittadini per effettuare i controlli.
Ovviamente la Lega si opporrà?
Non solo la questione è quindi piuttosto diversa da quanto sostenuto da Salvini, ma l'immagine della Lega subisce un duro colpo. L'intero partito aveva infatti votato sì alla ricezione della direttiva europea del 2013 (non ci sono stati voti contrari).
Verdetto
Insomma, il caldo ha dato leggermente alla testa all'astro nascente del Carroccio. La famiglia media non dovrà pagare 200 euro in più e il provvedimento non ha a che fare con l'operato di Renzi, perchè si tratta del recepimento di una direttiva avvenuta sotto il governo Letta e a cui la Lega ha tra l'altro votato in modo favorevole.
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