(Foto: Getty Images)
Una cosa va detta subito:
il numero di persone sbarcate lo scorso anno non ha precedenti. Anche tornando indietro di due decenni, secondo i
dati della Fondazione Ismu, il picco resta quello del 2011 quando se ne contarono circa 60mila. Nel 2014 sono stati 170mila – quasi tre volte tanto.
Ma nessuno sceglierebbe un modo di viaggiare così pericoloso se non fosse davvero l’ultima speranza. E in effetti molte di queste persone provenivano – e provengono – da stati che non possono più definirsi tali: dove anche la possibilità di annegare in mare spaventa meno che restare.
Quando ci sono le condizioni, secondo quanto prevedono le convenzioni internazionali, è possibile chiedere asilo. Diversi lo fanno, e infatti il flusso di richieste sale e scende insieme agli sbarchi. È per questo che anche il numero di richiedenti nel 2014 ha raggiunto un livello elevato, il maggiore registrato dal 1997.
Nonostante la sua posizione al centro del Mediterraneo l’Italia non è certo l’unico paese europeo a ricevere richieste di asilo, anzi. Secondo Eurostat, nel 2014 alla Germania sono
arrivate 173mila nuove domande, circa il doppio che in Svezia e il triplo che in Italia.
Negli ultimi anni, in generale, questo tipo di richieste è aumentato parecchio in tutta Europa, e l’Italia non fa eccezione. Anche tornando indietro fino al 2008, però, il nostro paese non è mai stato quello che ne ha ricevute di più: a volte è toccato a Regno Unito e Svezia, più spesso a Francia e Germania.
Non si può negare che da questo punto di vista il 2014 sia stato un anno eccezionale. Le cose però vanno messe in prospettiva: un conto è avere qualche decina di migliaia di richieste di asilo in un paese come l’Italia – con i suoi 60 milioni di abitanti –, un altro è se le stesse persone si rifugiano in Svezia o in Austria, dove la popolazione complessiva non arriva neppure a 10 milioni.
Per capire davvero dove la pressione migratoria è maggiore non possiamo che tenere in conto anche questo. Scopriamo così che proprio la Svezia è di gran lunga il luogo con il maggior numero di richieste di asilo, seguita da Ungheria, Austria, Svizzera, Danimarca, Norvegia e Germania. In Italia, in proporzione, ne arrivano leggermente più che in Francia, ma anche così il nostro paese resta molto più in basso.
Neppure possiamo dimenticare che queste persone rappresentano una fetta piccola, rispetto al totale di coloro che
provengono da un altro paese. Qui non parliamo più di decine di migliaia, ma di milioni: e ancora oggi l’Italia resta uno dei paesi in cui di stranieri ce ne sono meno.
Quella dell’invasione migrante resta una leggenda, dunque – una favola a uso e consumo elettorale. Oggi come nell’immediato futuro.
L’autore ringrazia il professor
Giulio Zanella (Università di Bologna) per l’aiuto durante il lavoro di ricerca per questo articolo.
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