giovedì 14 maggio 2015

Certo che gli studenti hanno capito La Buona Scuola. Dalla faccia degli studenti in video si può affermare con certezza assoluta che le spiegazioni le hanno ricevute o nel direttivo di Sel o nel direttivo di Rifondazione Comunista Italiano o nel direttivo dei Comunisti Italiani.Manca solo lo slogan .....la scuola pubblica non si tocca......e siamo a posto. Giovani nati già vecchi.

La video-risposta degli studenti a Renzi. "Noi La Buona Scuola l'abbiamo capita"

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Il premier Matteo Renzi ha pubblicato ieri sul sito del Governo un video di spiegazione del ddl scuola, ma noi non non ci siamo fatti attendere abbiamo realizzato un video di risposta, che a poche ore dalla sua pubblicazione sta riscuotendo un successo notevole sui social network. Non è la prima volta che il premier Matteo Renzi cerca affannosamente di spiegare La Buona Scuola e questa volta lo ha fatto davanti a una lavagna, con in mano gessetti colorati e con fare da navigato venditore. Il punto è che noi studenti abbiamo capito da tempo La Buona Scuola. 
Sorge, dunque, il sospetto che sia il governo ad essere in difficoltà e a non accettare che in tanti l'abbiano compresa realmente, ripulendola dagli slogan ad effetto ripetuti anche nel video del premier. Renzi si arroga il merito di aver aperto il dibattito nel Paese sulla scuola. In realtà è proprio lui e il suo governo ad aver tentato di silenziarlo, manganellando gli studenti, sgomberando le scuole in occupazione o tacciando gli studenti e i professori di squadrismo. Al contrario, siamo stati proprio noi studenti ad aver posto la scuola al centro dell'attenzione, perché proprio quest'ultima è al centro di un attacco!
Il Premier nei 5 punti toccati dal video non dice la verità sul ddl e sarebbe il caso che se lo ripassasse. E con il video di risposta abbiamo voluto ribadire la verità sul progetto di riforma che stanno promuovendo senza il consenso della maggioranza del Paese. Continuano a portare avanti un modello di scuola autoritario con un dirigente che continua a decidere tutto in forma diretta ed indiretta, succube dei privati, in cui si legittimano le disuguaglianze attraverso il 5 X 1000 e lo school bonus invece che abbatterle e in cui si mettono in concorrenza falsata scuole pubbliche e private, concedendo nuove agevolazioni a favore di queste ultime. 
Non c'è un euro sul diritto allo studio e non si pensa a finanziare realmente la scuola pubblica per raggiungere la media di investimenti europea. Da parte nostra, abbiamo una certezza: la mobilitazione proseguirà, a partire dalle giornate del 18, 19 e 20 dove promuoveremo iniziative in concomitanza con il voto alla Camera, sino a sostenere ulteriori forme di lotta assieme agli insegnanti e ai genitori, compresa il blocco degli scrutini. Da mesi abbiamo individuato delle priorità per la scuola pubblica contenute ne l'AltraScuola, documento frutto delle mobilitazioni, ma il governo si è rifiutato di ascoltarci. Le proposte esistono, sono meticolose e realistiche e il governo le conosce: sta a loro ora decidere se prenderle in considerazione. Detto in tutta franchezza, slogan e video spot ci hanno proprio stancato.

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