domenica 10 maggio 2015

Non solo la Boschi ha ragione. Non solo condivido perfettamente le sue affermazioni. Confermo che voterò Renzi e se la Boschi dovesse presentarsi a Pavia la voterei certamente. Una donna che ha il coraggio di mettersi contro il più potente potere costituito merita il mio voto. Per sempre. Mandiamo a casa questi nullafacenti sindacalisti e riprendiamoci i nostri ragazzi dall'estero.

Scuola, Maria Elena Boschi: "Non funziona se è solo in mano ai sindacati". Cgil: "È disprezzo della democrazia"

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BOSCHI
La riforma della scuola "non è un prendere o lasciare", ma "quello che non è accettabile è lasciare le cose come sono. La scuola solo in mano ai sindacati funziona? Io credo di no". Così il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in campagna elettorale per il Pd a Pesaro.
Una dichiarazione che, com'era prevedibile, ha fatto indignare il mondo dei sindacati. "La dichiarazione della ministra Boschi conferma l'arroganza e il disprezzo della democrazia. La scuola non è dei sindacati ma nemmeno proprietà privata del Governo. È del Paese e di chi quotidianamente garantisce alle nuove generazioni di avere una istruzione all'altezza dei tempi": così risponde il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo.
Secondo Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, "alla Boschi ha già risposto il mondo della scuola con la mobilitazione e lo sciopero". "Il governo, anziché continuare nella politica di delegittimazione del sindacato, prenda atto che è il mondo della scuola che si sta ribellando contro il provvedimento dell'esecutivo contestandone il merito e il metodo", prosegue il sindacalista.
La Boschi è tornata a parlare della contestata riforma della scuola avendo come "contradditore" il candidato governatore del centrosinistra nelle Marche Luca Ceriscioli, insegnante di matematica, ora in aspettativa. Boschi ha sottolineato l'importanza della "sfida del cambiamento" e ha rimarcato che "già nel lavoro fatto in Commissione molti aspetti della riforma sono stati modificati. Il ruolo del dirigente è stato attenuato, pur riconoscendo l'autonomia dei dirigenti che devono poter individuare l'insegnante più giusto per la loro scuola". "Nel Piano dell'offerta formativa inoltre - ha proseguito Boschi - sono coinvolti anche i docenti, le famiglie e i ragazzi più grandi". Al Senato - ha concluso - ora c'è un passaggio fondamentale, una sfida da cogliere insieme. Rinviamo tutto? No, non ci sto".
Ceriscioli, che pure ha premesso di non aver condiviso appieno la piattaforma dello sciopero dei docenti, ha fatto propri alcuni temi della protesta: "lo strapotere lasciato ai dirigenti scolastici va mitigato - ha detto - perché la collegialità è un valore quando si devono traguardare risultati". "Da rivedere anche il ruolo dei precari". "Io - ha ricordato Ceriscioli al ministro - sono stato precario per 10 anni, poi ho vinto il concorso, il primo che mi si è presentato". "Quando ero sindaco di Pesaro - ha continuato - ho stabilizzato 70 lavoratori che avevano lavorato per 15 anni per il comune. Non ne ho scelto neppure uno, ma era giusto riconoscere il loro investimento di vita".

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