domenica 10 maggio 2015

Per Grillo il nostro Presidente della Repubblica è silenzioso. Per me è un grande Presidente.

Migranti, il piano "macedonia-Juncker". Nessuna chiarezza sui numeri dell'accoglienza e le modalità di lotta agli scafisti

Pubblicato: Aggiornato: 6
Più che un “piano” ha tutte le caratteristiche di una “macedonia” diplomatica, fatta per accontentare un po’ tutti senza impegnare, più di tanto, nessuno. È la “macedonia-Juncker”, dal nome del presidente della Commissione europea. Si tratterebbe, perché il condizionale è quanto mai d’obbligo, di una “piano” - c’è chi si spinge fino a definirlo come una “rivoluzione”- che dovrebbe, anche qui il condizionale è imperativo, essere approvato mercoledì prossimo dalla Commissione europea. Obbligo per tutti Paesi ad accogliere chi sbarca sulle coste italiane o degli altri Paesi rivieraschi, missioni nei porti libici per sequestrare e distruggere i barconi dei trafficanti di esseri umani, aiuti ai Paesi di origine e transito per sgominare le bande criminali che ruotano intorno alla Libia: sarebbero questi, stando ad una anticipazione di “Repubblica”, i punti fondamentali dell’Agenda sull’immigrazione “partorita” dalla Commissione presieduta dall’ex premier lussemburghese, sull’onda emozionale dell’immane strage nel Canale di Sicilia, con oltre 800 morti. 
PUNTI DA CHIARIRE
Ora, i capitoli dell’Agenda non sono di per sé una novità, salvo quello, in sé indubbiamente importante, secondo cui tutti i Paesi europei avrebbero l’obbligo di accogliere chi sbarca sulle coste italiane. E questo, dicono all’Huffington Post fonti diplomatiche a Bruxelles, è “un riconoscimento dovuto all’impegno italiano in Mare Nostrum prima e Frontex poi”. Detto questo, la stessa fonte, diplomatico di lungo corso avvezzo agli equilibrismi dialettici, fa rilevare che “mai come in questa occasione, la svolta se tale sarà risiede nei numeri”. In altri termini, non solo nella suddivisione percentuale dei migranti-asilanti che ognuno dei 28 Paesi dovrebbe accollarsi, ma la dimensione quantitativa di questa accoglienza.
Per essere più chiari e anticipatori: se anche la Commissione europea dovesse approvare il “piano Juncker”, le cifre dei migranti “europei” non si avvicinerebbero neanche lontanamente, ad esempio, al milione e mezzo di rifugiati, solo siriani, che oggi sono a carico del Libano. Questo, per quanto riguarda l’accoglienza. Con un’appendice dell’ultimora: il trionfo in Gran Bretagna di David Cameron. Già in campagna elettorale, subito dopo la tragedia nel Canale di Sicilia, in un vertice straordinario Ue sollecitato dall’Italia, l’inquilino (riconfermato alla grande) di Downing Street aveva proclamato la disponibilità del Regno Unito di prestare all’Italia una gloriosa nave della flotta di Sua Maestà, con l’aggiunta di qualche elicottero, ma, sia ben chiaro “nessuna disponibilità a farsi carico dei migranti sbarcati”. Adesso, il trionfatore delle elezioni britanniche dovrebbe tornare sui suoi passi, quando ha subito ribadito che non recederà nel referendum (2017) sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea, e tutti gli analisti politici a Londra concordano sul fatto che Cameron dovrà pagar pegno, per la vittoria conseguita, alla nutrita, e potente, fazione Tory degli euroscettici. 
EUROPA EGOISTA
A un’Europa meno egoista fa appello il Capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella: "L'egoismo è al di fuori dai valori dell'Unione", sostiene il presidente della Repubblica, parlando a Milano in occasione della Festa dell'Europa nel 65esimo della dichiarazione Schuman, che nel 1950 poneva le basi per la Comunità europea del carbone e dell'acciaio e per la pacificazione del continente devastato dalla Seconda guerra mondiale.
"Ci vuole meno egoismo per dare ai nostri giovani europei una prospettiva di lavoro, di vita, di relazioni sempre più intense. Meno egoismo per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni. Meno egoismo per svolgere un ruolo efficace di pace in Africa e nel Medio Oriente". 
Concetto rilanciato, sempre da Milano, dall’Alto Rappresentante per la politica estera e di Sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, secondo la quale, in riferimento alle tragedie dei migranti, afferma che “è una vergogna che l'Europa si svegli solo di fronte alla morte", salutando con l'imminente agenda europea per l'immigrazione "finalmente una risposta europea" sul tema. 
Ma se sulla dimensione delle quote-migranti è tutto da deciderela parte più problematica, e assolutamente fumosa, riguarda l’aspetto di “polizia internazionale” che connoterebbe il “piano Juncker”: la Commissione – anticipa ancora “Repubblica” - proporrà anche una missione di intercettazione dei barconi degli scafisti anche in acque territoriali libiche, persino dentro ai porti, per sequestrarli prima della partenza ed eventualmente affondarli.
Una “missione”? Termine alquanto generico visto che riguarderebbe un’operazione di guerra, anche se definita come “polizia internazionale”. E chi dovrebbe dare il via libera a una tale “missione”? Le Nazioni Unite, sarebbe la risposta più scontata, come è avvenuto per la missione Ue “Atalanta”, che riguarda la pirateria somala. Solo che in quel caso, la “luce verde” ricevuta dal Consiglio di Sicurezza era scattata dopo che il governo di Mogadiscio – debole quanto si vuole, ma comunque l’unico formalmente esistente – aveva fatto richiesta dell’intervento internazionale anche dentro le proprie acque territoriali. 
QUEL TRATTATO DA RIVEDERE
Inoltre, a proposito della suddetta solidarietà richiesta da Mattarella, un radicale cambio di rotta da parte dell’Europa passa per Dublino, un riferimento assente nell’agenda-Juncker. 
Schematizzando: l’Articolo 80 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (introdotto dal Trattato di Lisbona) stabilisce il principio di solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione in materia di controllo delle frontiere, asilo e immigrazione. Il principio di solidarietà deve obbligatoriamente governare le azioni dell’Unione Europea e dei singoli Stati in queste materie. Il “Sistema Dublino”, composto dal Regolamento “Dublino III” del 2013, dal Regolamento “Eurodac II”, sempre del 2013, e dagli atti esecutivi dei Regolamenti, è stato creato con la Convenzione di Dublino del 1990, ben prima del Trattato di Lisbona, per determinare lo Stato membro competente ad esaminare le domande di asilo. Le rifusioni dei Regolamenti avvenute nel 2013 lasciano l’impianto generale del sistema sostanzialmente invariato.
“La Convenzione di Dublino ha messo in atto un sistema inumano che non prende in considerazione i diritti e le necessità delle persone, denuncia Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati). Il salto di qualità, non solo legislativo, ma politico, culturale, etico, che l’Europa è chiamata a compiere è passare dalla diffidenza alla solidarietà. Una solidarietà fattiva, non parolaia. Il che significa, ad esempio, estendere la libertà di circolazione garantita oggi ai cittadini dell’Unione, a tutte le persone a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato.
Di questo nel “piano-macedonia” non c’è traccia. I dati, mai come in questo caso esplicativi di una inquietante verità, non solo narrano di una Europa cinica e avara, avara di solidarietà e di giustizia, ma fanno di più: indicano nella “civile” Europa la destinazione più pericolosa al mondo per i migranti.
A documentarlo è il rapporto “Fatal Journeys - Tracking lives lost during migration” - dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Dall'inizio del 2014, si legge nel rapporto, su 4.077 migranti che hanno perso la vita lasciando il proprio Paese, oltre 3.072 - pari al 75% del totale - sono morti nelle acque del Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l'Europa. Nello stesso periodo, i migranti deceduti sono stati 251 nell'Africa orientale e 230 al confine tra Stati Uniti e Messico. Dal 2012 l’Europa intera ha accolto appena 40.000 dei quasi 4 milioni di rifugiati siriani. Per Amnesty International si tratta di una cifra irrisoria rispetto alle capacità dell’Unione europea. E irrisoria è anche la presunta disponibilità italiana. In Europa nel 2013 i rifugiati, in maggioranza siriani, sono aumentati del 32% rispetto all’anno precedente - rileva il rapporto 2014 del centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia. Ebbene, solo 695 sono stati i cittadini siriani che hanno scelto l’Italia per chiedere asilo politico. Si tratta di un numero irrisorio se confrontato con gli oltre 16mila della Svezia e i quasi 12mila della Germania. Non basta: l’Italia ha il più basso investimento europeo per ciò che concerne le missioni umanitarie all’estero. La lotta contro l’”egoismo” passa anche per il Belpaese.

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