Renzi: «Combatto i sentimenti di autodistruzione degli italiani»
Il Presidente del Consiglio intervistato su Rete4 attacca Cofferati, rivendica il ruolo del Pd nella corsa al Colle e difende il Jobs Act: «Le cose cambieranno»
«Io combatto i sentimenti di autodistruzione degli italiani. In Parlamento c’é chi tenta di bloccare il carro ma in 11 mesi si è provato a fare delle cose. Anche in Ue vedo chi frena danneggiando non l’Italia ma l’Europa. Ma l’impressione più triste è quella di chi dice ‘mi arrendo, siamo fatti cosi’». Queste le parole di Matteo Renzi, intervistato da Paolo Del Debbio su Rete4.
«COFFERATI NON SI FA COSÌ» - Il Presidente del Consiglio ha affrontato diversi temi della politica e della società italiana, dal problema disoccupazione alla sfida per il Quirinale, passando dal problema primarie in Liguria, con Sergio Cofferati che ha lasciato il Pd. Su questo tema Renzi attacca la decisione dell’ex segretario della Cgil, senza affrontare il tema sollevato dallo stesso Cofferati con tanto d’indagine da parte della Procura di Savona: «Ha provato le primarie, ha perso, il giorno dopo ha detto me ne vado dal Pd. Non si fa cosi. Non è che se uno perde va via col pallone. Il giorno dello sciopero generale contro di me a cui partecipava anche Cofferati l’ho chiamato e gli ho detto che non condividevo la loro manifestazione ma che volevo continuare a collaborare con lui. Trovo spiacevole che si provi a buttare all’aria le primarie».
«SMETTIAMOLA CON I COMPLOTTI» - Renzi ha voluto rispondere a distanza anche a Giorgia Meloni che sempre dal salotto di Paolo Del Debbio nelle scorse settimane aveva attaccato la politica del Governo dal punto di vista fiscale, paventando favori ad aziende come Eni: «Smettiamola di vivere nelle tesi del complotto: ‘Lo ha fatto per questo o per quello …’. Noi lavoriamo per gli italiani, ed io voglio che chi evade i fisco paghi fino in fondo». Renzi ha poi parlato di Matteo Salvini, che lo aveva criticato nel corso dell’ultima conferenza stampa di Renzi come Presidente di turno dell’Unione Europea, esprimendo un giudizio abbastanza franco sul suo avversario: «Cosa ha portato a casa Salvini in questi 11 anni visto che paghiamo lo stipendio a lui e ai suoi collaboratori?».
«AL COLLE SERVE UN ARBITRO» - Renzi ha poi parlato dell’elezione del prossimo Capo dello Stato, rivendicando l’autorità del Pd alla proposta del nome, tracciando un identikit del successore di Giorgio Napolitano: «Siamo il partito più forte che deve incontrare tutti gli altri perché bisogna trovare un arbitro e non un giocatore. Deve essere uno che ci aiuta a voler bene all’Italia.
«VEDO DEI SEGNALI» - Deve essere uno per cui si possa pensare che con lui al Colle possiamo stare tranquilli». Inevitabile poi una riflessione sul futuro dell’Italia. Renzi sembra determinato, dopo 11 mesi di governo: «Io inizio a vedere timidi segnali, ma non bastano. Bisogna avere il coraggio di scrostare le resistenze che ci sono. La peggiore resistenza è la tentazione nostra di italiani di non crederci». Le risposte però ci sono, a partire dal Jobs Act e dalla lotta alla disoccupazione: «abbiamo dati drammatici e sono il motivo per cui abbiamo fatto le riforme. Con le leggi di oggi i risultati sono questi. Sono convinto che le cose cambieranno con le nuove leggi». (Photocredit copertina Lapresse-REUTERS/Alessandro Bianchi)
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