sabato 24 gennaio 2015

La Germania vuole praticare la politica economica che fa comodo alla Germania. Questo non è accettabile. Si riveda la politica economica dell'Europa se non si vuole distruggere tutto quello che si è costruito.

Bce, Quantitative easing criticato dai tedeschi. Per Jens Weidmann "comporta dei rischi". La stampa cavalca la battaglia

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BCE

Il Quantitative easing annunciato dalla Bce “minaccia l'indipendenza” della Banca centrale e "comporta dei rischi". Lo afferma il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, in un estratto di un'intervista alla tedesca Bild in uscita domani, secondo quanto riporta il sito di Reuters. Weidmann ha avvertito che "il programma di acquisto bond non è uno strumento come tutti gli altri nell'unione monetaria". Inoltre con il Qe "le banche centrali del sistema Bce diventeranno tra i principali creditori della zona euro", quindi "c'è il rischio che le politiche di consolidamento fiscale vengano messe da parte" facendo aumentare "la pressione politica" sull'Eurotower affinché mantenga i costi di finanziamento bassi "per un lungo periodo di tempo".
Weidmann si dice convinto che il messaggio lanciato dalla Bce rischia di frenare le riforme soprattutto in Italia e Francia. "È certo - dice - che il piano di acquisti va a ridurre la pressione su paesi come l'Italia e la Francia. Ma sarebbe pericoloso non proseguire sulla strada delle riforme già avviate". Una posizione a cui risponde Ignazio Visco, governatore di Banca d'Italia, secondo cui, semplicemente, "non è così".
Se Weidmann è l’avversario interno alla Bce di Mario Draghi, la Germania in blocco si dimostra unica voce ostile al programma di Quantitative easing da 1.100 miliardi di euro annunciato ieri dal governatore europeo. Il ministro dell’Economia tedesco, Wolfgang Schaeuble, sottolinea che “anche il presidente della Bce, Mario Draghi, non crede che la politica monetaria spinga la crescita. Questa spetta ai governi. Se facciamo confusione c'è il rischio non si faccia comprendere cosa devono fare governi e parlamenti". Il ministro spiega che “attuare le riforme è sempre un compito molto difficile, serve una maggioranza stabile. Ma è importante che i politici stiano sulle loro responsabilità". Alla ripetuta domanda sull'impatto delle decisioni Bce sui cittadini tedeschi ha ribadito l'indipendenza della banca e alla fine ha invitato ad andare avanti, "non è il momento di perdere tempo".
La stampa tedesca ha cavalcato la battaglia nazionale contro le misure della Bce. Lo fa la Bild quantificando la portata complessiva del Quantitative Easing nell’equivalenza con una serie di beni che si potrebbero acquistare con tale somma: una indennità da 14 mila euro per ognuno degli 81 milioni di cittadini tedeschi. Oppure 380 miliardi di boccali di birra (al prezzo corrente di 3 euro l'uno). Ma anche 12 milioni di Porsche 911, in pratica una per famiglia. Ed ancora 3,8 milioni di case (dal valore medio di 300 mila euro) o 4560 calciatori come Lionel Messi (il cui trasferimento è stimato in 250 milioni di euro). Oppure si potrebbero costruire 211 aeroporti come il nuovo, sfortunato scalo di Berlino, afflitto da ritardi e aumenti dei costi, saliti a 5,4 miliardi di euro.
Più seria la critica del Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), secondo cui la Bce “distrugge la fiducia nell'euro". Per il quotidiano conservatore “l'istituzione più potente dell'Europa seppellisce i principi dell'unione monetaria". La Sueddeutsche Zeitung dà la notizia del Qe con il titolo "la grande inondazione di soldi", spiegando poi nelle pagine economiche che Mario Draghi "deve incassare" diverse critiche e dubbi da più parti per il suo programma. Per Handelsblatt, si tratta di "un esperimento pericoloso", le cui conseguenze, "saranno pesanti". Positivo il Die Weltche parla di ieri come "giorno del trionfo" per Mario Draghi.
Spunta però un vantaggio per la Germania. L'Ansa riferisce che lo Statuto della Bce prevede che gli acquisti di bond lanciati con il QE della Bce produrranno "redditi da operazioni monetarie" che verranno girati alle banche centrali nazionali e potrebbero persino aiutare i bilanci pubblici. E Berlino ci guadagnerà: realizzerà - spiega una fonte bancaria - un quarto del 'monetary income' complessivo.

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