venerdì 23 gennaio 2015

Gli Enti Locali sono la fonte principale di tutti gli sprechi.

Enti locali, il peso dei tagli finisce sui cittadini

Cala la spesa sanitaria: tagli al personale e farmaci convenzionati. Crescono debiti fuori bilancio

(Getty Images/Thomas Vilhelm)

   
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Lo Stato taglia a Regioni, Comuni e Province. Loro tagliano ai cittadini. Che significa: meno servizi e investimenti. L’analisi della Corte dei conti sulle manovre di contenimento della spesa dello Stato nel periodo 2008-2013 parla chiaro: i tagli hanno portato al «raggiungimento degli obiettivi di risparmio previsti, con il contemporaneo determinarsi di consistenti tagli ai trasferimenti correnti, di un cospicuo avanzo di cassa e di una riduzione delle risorse destinate ai servizi essenziali». Con la crescita pericolosa dei debiti fuori bilancio degli enti locali, cioè quelli che non concorrono alla formazione del bilancio. 
In cinque anni le più penalizzate sono state le Regioni, con un taglio del 16% nel triennio 2010-2012 sulla spesa primaria, e le amministrazioni locali del Mezzogiorno, con forti contrazioni delle risorse destinate agli investimenti. I tagli non si fermano qui, perché entro il 31 gennaio le Regioni dovranno comunicare al governo l’entità dei tagli di spesa previsti dalla legge di Stabilità 2015, per un totale di 4 miliardi. Se i governatori non decideranno, Palazzo Chigi applicherà tagli lineari, decisi in base alla popolazione e al Pil regionale.
Province e Comuni
Le manovre di riequilibrio dei conti pubblici, avviate nel 2009, hanno portato 2,9 miliardi in meno nelle casse delle Province e 8,4 miliardi in meno in quelle dei Comuni. Il che ha determinato, spiegano dalla Corte dei conti, un «incremento della pressione fiscale con una contrazione rilevante degli investimenti» (-60% per Comuni e Province) e con un forte incremento del ricorso alle anticipazioni di cassa.
La spesa per investimenti dei Comuni solo nel 2013 è diminuita del 5,8% a causa dei vincoli imposti; mentre la spesa corrente è cresciuta del 5,5% soprattutto per le prestazioni di servizi. Calano invece le spese per il personale (-2,2%) e quelli per l’acquisto di beni di consumo (-6,4%).
Per le Province, nel 2013 si registra una riduzione di oltre 1,3 miliardi dei trasferimenti. Contemporaneamente, il debito delle Province è calato, stabilizzandosi a 9,2 miliardi, per più della metà intestato a enti del Nord Italia. I debiti dei Comuni invece rimangono stabili a 43,2 miliardi. Crescono invece i debiti fuori bilancio: per le Province nel 2013 sono aumentati da 72,2 a 130, 3 milioni, per i Comuni si è passati da 576,9 a 697,8 milioni.
LLUIS GENE/AFP/Getty Images

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Regioni
Per il comparto regionale, i conti evidenziano un complessivo miglioramento. A soffrire sono di più le Regioni del Nord a statuto ordinario. Ma in compenso nel 2013 le entrate effettive sono cresciute rispetto all’anno precedente complessivamente di quasi 186 miliardi, a seguito di un «sensibile rafforzamento delle riscossioni tributarie, cresciute in un solo anno di oltre 30 miliardi». Il limite quantitativo all’indebitamento regionale, rispettato dalla maggior parte delle Regioni, risulta “notevolmente” superato dal Piemonte. In questo caso, la sezione regionale di controllo ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, visto che la Regione ha ricevuto anticipazioni di liquidità che hanno inciso nella costruzione del debito.
L’indebitamento delle Regioni passa da 46 miliardi del 2012 a 52,7 miliardi nel 2013, registrando un incremento dell’11,48% rispetto al biennio 2011-2012. Quanto alla spesa, invece, è confermata la tendenza delle Regioni a presentare al Consiglio regionale bilanci previsionali con valori lontani da quelli poi effettivamente gestiti. Nell’esercizio 2013 i pagamenti in conto competenza hanno raggiunto, a livello nazionale, l’81,51% circa della quota impegnata, per effetto della buona performance delle Regioni a statuto ordinario (che sfiora l’84%).
Sanità
Sulla gestione sanitaria, la Corte dei conti rileva una contrazione della spesa nell’ultimo triennio. Le riduzioni riguardano le spese per il personale (dal 34,97% nel 2002 al 32,19% nel 2013) e per i farmaci convenzionati (dal 14,98% nel 2002 al 7,86% nel 2013). Sulla base dei dati di rendiconto, gli impegni per spesa corrente sanitaria dell’intero comparto Regioni/Province autonome ammontano, nel 2013, a 117,8 miliardi di euro. Il peso della spesa sanitaria su quella corrente complessiva è pari nel 2013 al 75,87%, contro il 76,50% del 2012. In termini di cassa, l’incidenza della spesa sanitaria corrente sulla spesa complessiva è pari al 74,83%, in calo rispetto al 2012 (-2,37 %). «Il sistema sanitario nel suo complesso, malgrado persistenti criticità dei Servizi sanitari regionali in alcune Regioni sottoposte a piano di rientro», scrivono i magistrati della Corte dei conti, «sta riassorbendo i disavanzi pregressi grazie agli efficaci meccanismi di monitoraggio». 

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