venerdì 23 gennaio 2015

Riceviamo e pubblichiamo.

Stucchi (Copasir): cresce il numero dei possibili terroristi in Italia

ESCLUSIVO, ALLERTA TERRORISMO IN ITALIA - "Ci è stato fornito un nuovo elenco di soggetti che si sono aggiunti alla lista di coloro che vengono seguiti con attenzione dall'intelligence". Lo rivela ad Affaritaliani.it il presidente del Copasir Giacomo Stucchi. "L'allerta deve essere massima". "Alcuni sono o erano residenti in Italia e alcuni, pochi, sono anche cittadini italiani". E infine annuncia: "Il governo inserirà in un prossimo decreto lo stanziamento di più risorse per avere più uomini per combattere il terrorismo internazionale". L'INTERVISTA


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Ci sono novità sui rischi di attentati terroristi in Italia?
"Posso dire che siamo stati aggiornati costantemente è che questa settimana ci è stato fornito un nuovo elenco di soggetti che si sono aggiunti alla lista di coloro che vengono seguiti con attenzione dall'intelligence. Abbiamo verificato anche come alcune di queste persone siano già oggetto di indagine da parte della Magistratura. L'incremento del numero di soggetti inseriti negli elenchi da una parte fa piacere, perché dimostra che c'è attenzione massima da parte dei nostri servizi di sicurezza ma, dall'altra, preoccupa perché vuole dire che in questo momento c'è un numero maggiore di persone potenzialmente pericolose".
Questi soggetti sono in Italia?
"Alcuni di questi sono in italia ma la maggior parte all'estero e molti fuori dall'Europa".
Che cosa sapete di queste persone?
"Sappiamo i loro nomi e dove vivono, si cerca di capire chi incontrano e si valutano i loro comportamenti. Non vi posso peró rivelare il numero esatto".
Sono meno di cento?
"Sì, certamente. Si tratta comunque di un numero di soggetti la cui consistenza non è tale da impedire a chi opera sul campo di seguirli in modo adeguato. Non è un numero eccessivo, ribadisco che non parliamo di migliaia di soggetti, però mi lasci dire che l'allerta deve essere massima anche se ci trovassimo di fronte ad un solo caso. Ed essendo più di uno la preoccupazione è più che legittima".
Qual è il lavoro della nostra intelligence?
"Lavora per evitare che possibili atti terroristici diventino probabili o, speriamo di no, concreti. L'impegno è massimo. Confido in loro".
Ci sono anche italiani?
"Alcuni sono o erano residenti in Italia e alcuni, pochi, sono anche cittadini italiani. Molti di questi non sono più vivi, sono morti in Siria combattendo per l'Isis. E tanti di questi hanno o avevano una cittadinanza straniera e diversi di loro si trovano ancora tra Iraq e Siria".
Tra questi soggetti ci sono anche i famigerati foreign fighter?
"Certamente sì".
Quali sono i luoghi più a rischio?
"Tutto il mondo occidentale è potenzialmente in pericolo. Poi che all'interno del mondo occidentale ci siano zone o città o luoghi che possono risultare più rischiosi è quasi ovvio. In Italia come in altri paesi europei è chiaro che i rischi maggiori di attentati sono i classici luoghi dove ci può essere una concentrazione maggiore di gente. Per questo anche da noi i target sono quelli dove troviamo persone che utilizzano mezzi di trasporto di massa piuttosto che per il tempo libero o quelli religiosi. Gli obiettivi possono essere molti. Per questo la sfida è ardua".
L'Italia sta facendo abbastanza per la prevenzione?
"Le forze dell'ordine e gli uomini dei servizi ci stanno mettendo il massimo impegno. Il governo ha recepito la richiesta del Copasir e inserirà in un prossimo decreto legge lo stanziamento di più risorse per avere più uomini per combattere il terrorismo internazionale. Incremento di risorse anche per le attrezzature contro il cyber-terrorismo, ovvero per seguire siti e/o blog dove ci possono essere le avvisaglie di chi vuole compiere atti di cyber-terrorismo. Molto importanti sono anche le garanzie funzionali, pure queste in fase di approvazione, che permetteranno ai nostri agenti di agire sotto copertura anche a livello internazionale per ottenere informazioni utili al fine di prevenire problemi che possono verificarsi in Italia".
Il Vaticano è nel mirino?
"E' un simbolo dell'Occidente, come tantissime altre realtà in Europa. Tutti i potenziali obiettivi vengono controllati il più possibile nella speranza che si eviti quello che può accadere. Ma non ci sono specifici e circostanziati segnali di allarme. Questo però non ci deve indurre a sottovalutare il pericolo".
 

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