Addio Cofferati, cominciano i primi movimenti a sinistra
Fatali furono le primarie liguri per Sergio Cofferati, che ieri, come un Orlando Furioso qualsiasi, ha dato l’addio al partito che aveva contribuito a fondare e si appresta, nonostante i silenzi della prima ora, ad una nuova avventura politica. Magari quel partito a sinistra che molti civatiani, bersaniani e vendoliani stanno pensando di costituireseguendo il Vangelo di Tsipras, il condottiero di un nuovo socialismo europeo. “È un capitolo aperto da tempo. La domanda è se riguarda un pezzo di Pd: in Liguria temo sia un’ipotesi molto concreta. Ed è possibile che ci siano sviluppi a livello nazionale” ha spiegato Pippo Civati a La Stampa. Ma la priorità ora è recuperare il Cinese e il suo seguito elettorale, perché non bisogna dimenticare che Cofferati solo 13 anni fa riuscì nell’impresa di adunare oltre 3 milioni di persone contro la riforma berlusconiana dell’articolo 18.
Una gallina dalle uova d’oro che Vendola vorrebbe al suo fianco in Sel: “Se fosse disponibile, per noi è non solo una bandiera, ma resta un punto di riferimento per vincere e governare fuori dalle alleanze scellerate e nel segno della discontinuità”. Per Vendola ora si apre un’altra fase “la notizia oggi è che il Pd ha cominciato a rompersi dalla Liguria”. Può anche darsi che il leader di Sel abbia ragione – il sondaggio Ipsos apparso sul Corriere di oggi è un segnale evidente del tracollo Pd post Europee – ma c’è chi il Pd non lo vuole abbandonare e, anzi, prova a cambiarlo dall’interno. “Io continuo nel Pd per cercare di correggere la rotta, perchè quella di adesso è sbagliata sia per il Pd, sia per i lavoratori, sia per il Paese. Anzi, non solo è sbagliata: fa male sia al Pd sia al governo” spiega in un’intervista al Corriere della Sera, Stefano Fassina che però avverte, “la decisione di Cofferati è indice di un malessere profondo e diffuso: Sergio è un esponente di peso al nostro interno e nel sistema politica la sua fuoriuscita può spostare voti. È già evidente l’abbandono di pezzi rilevanti di elettori”.
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