Il mistero di Sonia, la ragazza che combatte la jihad per amore
Si chiama Sonia K., ha diciotto anni e la doppia cittadinanza (italiana e tunisina): sarebbe lei il quinto nome sulla lista degli italiani partiti per combattere in Siria. Ecco la sua storia
Redazione 23 Gennaio 2015
Sonia è una ragazza di 18 anni, vive nella Marca e avrebbe deciso di andare in Siria per combattere la jihad. Oppure no? Da quando Il Giornale ha diffuso la notizia di una "foreign fighter" italiana proveniente dal Trevigiano, in poco tempo la vicenda ha assunto i contorni del proverbiale giallo.
Secondo Il Giornale, una ragazza - di "padre italiano della zona di Treviso e madre tunisina" - si sarebbe arruolata dopo la separazione dei genitori, quando la madre è tornata in Tunisia. Appena divenuta maggiorenne, sarebbe tornata in Italia "completamente radicalizzata" e con il velo intregrale. Il padre ne avrebbe denunciato la scomparsa.
I servizi segreti si sono messi subito in moto, gli elenchi delle persone scomparsi passano di mano in mano per confrontare i profili e trovare conferme. Che ben presto arrivano e sembrano smentire l'ipotesi del Giornale. Per i carabinieri di Treviso infatti non c'è alcun collegamento tra la scomparsa della ragazza e la jihad, come riporta La Tribuna di Treviso.
Sonia Khediri, questo il nome della ragazza in questione, figlia di un tunisino che da anni lavora in Italia, secondo il quotidiano, sarebbe tornata in Tunisia insieme alla madre quando questa rimase senza lavoro, insieme alle due sorelle. Il 26 agosto scorso, il padre ne ha denunciato la scomparsa, dopo che la giovane era venuta a trovarlo per un breve periodo a Fonte, il comune della Marca dove risiedeva. Nella sua denuncia, il padre dava conto di una serie di incomprensioni tra lui e la figlia, che non voleva più vestire all'occidentale e preferiva indossare il niqab, il velo tradizionale che lascia scoperti solo gli occhi, e che era fuggita a Instabul per seguire un turco di cui si era innamorata. La ragazza non aveva più dato notizie di sé, fino a poco prima di Natale, quando aveva chiamato i genitori per dire che si era sposata in Turchia. Il padre aveva poi ricontattato i carabinieri per dire di essere ritornato in contatto con la figlia. Fine del caso, secondo La Tribuna.
Su Repubblica di oggi, però, per Giulia Foschini e Fabio Tonacci la versione è diversa. La combattente sarebbe Sonia K., con doppio passaporto italiano e tunisino, cresciuta a Oné di Fonte, nel Trevigiano, avrebbe conosciuto in Tunisia un 25enne, che l'avrebbe convinta ad andare in Siria a combattere. Scrivono di due cronisti di Repubblica: "Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il percorso fatto dai due ragazzi per raggiungere la Siria, la rete delle conoscenze, il passato del tunisino di cui al momento è conosciuto solo l’atteggiamento da 'fanatico'. Potrebbero essersi uniti all’Isis, ai qaedisti di Al Nusra o al più moderato Free Syrian Army. Oppure anche a qualche gruppo minore. Quanto basta, per il Viminale, per segnalare Sonia tra i foreign fighters".
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