venerdì 23 gennaio 2015

Più passano i giorni e più mi accorgo che Civati sarebbe stato un ottimo deputato grillino. E' identico a loro. Non capisce niente di niente della politica.

Elezione presidente della Repubblica, Civati lancia l’appello per il candidato “Non Nazareno”

23/01/2015 - di 

Il deputato dem cerca intese per evitare un remake dell'intesa tra Renzi e Berlusconi sul voto del Colle. C'è l'asse con Vendola (Sel). Ma dal direttorio M5S prendono le distanze, in attesa delle mosse di Renzi


Per Giuseppe Civati serve un fronte comune per allontanare lo scenario di un remake del patto del Nazareno nella partita per l’elezione del presidente della Repubblica. Dopo aver rilanciato la “carta” Romano Prodi, al momento “congelata” dopo che il Professore ha spiegato di «non voler più stare in mezzo alle tensioni»dal suo blog l’ex candidato alla segreteria dem ha chiamato a raccolta «quanti non sono d’accordo con una candidatura decisa lungo l’asse Renzi-Berlusconi», in vista dell’affaire Quirinale.
Civati
Giuseppe Civati

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ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CIVATI “CHIAMA” IL FRONTE PER “IL CANDIDATO NON NAZARENO” - Per Giuseppe Civati, ormai sempre più lontano dal Pd in versione renziana, tutte le forze e i parlamentari contrari all’intesa tra il premier e Berlusconi dovrebbero evitare che la successione di Giorgio Napolitano al Colle venga scelta nella stessa “cornice” dell’asse già blindato su riforme e legge elettorale: «Chi non vuole un presidente espressione del “Nazareno”, di quella che si può definire una “trattativa privata”, dovrebbe fare una proposta alternativa che costringa il Pd a un dibattito vero», ha rivendicato. In pratica, il deputato dell’area più a sinistra del Pd chiede «un candidato NN, non-Nazareno, che non nasce tra quattro mura, ma all’aperto, nell’aula parlamentare e nella società italiana», oltre che «autonomo».

Un messaggio rivolto a tutto l’arco parlamentare, per trovare possibili consensi. E non soltanto lanciato in direzione delle diverse anime della minoranza dem, un fronte che “pesa” in Aula almeno 140 parlamentari. Già riuniti a Montecitorio dall’ex segretario Pierluigi Bersani, in cerca di una strategia comune. Ancora non trovata.

ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CIVATI E L’ASSE CON SEL - Al momento, almeno in modo ufficiale, la “chiamata” di Civati è stata rilanciata soltanto da Nichi Vendola, che ha precisato come Sinistra Ecologia Libertà sia pronta a costituire in vista del primo voto del 29 gennaio per il Colle un “fronte anti Nazareno” che includa anche il Movimento 5 Stelle. Per il governatore pugliese i partiti che non condividono la grande intesa in chiave “Nazareno” – diventata in Aula “maggioranza politica” al momento del voto sul maxi-emendamento Esposito -  hanno «non soltanto il diritto ma anche il dovere» di convergere in un fronte comune. Eppure, dal fronte pentastellato prevale ancora la tattica. E in attesa delle mosse di Renzi, l’appello di Vendola viene di fatto bocciato: «Noi stiamo aspettando i nomi da Renzi. Per ora lo schema è questoNoi siamo il fronte antinazareno da più di un anno e lavoriamo per questo: ben venga Sel però sappiamo che loro appartengono a quella cultura dei giochi di palazzo», ha replicato il presidente della commissione di vigilanza Rai Roberto Fico (M5S).

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L’INTESA CERCATA DAL FRONTE ANTI-NAZARENO - Da settimane pontieri e “dissidenti” del fronte anti-Nazareno stanno tentando di trovare in Transatlantico un’intesa per mettere pressione al premier. Magari avanzando un nome comune nei primi tre scrutini (nei quali il quorum sarà troppo alto da raggiungere, 673 voti), quando il Pd dovrebbe decidere di votare “scheda bianca“. L’obiettivo? Far crescere i consensi su un nome condiviso, magari arrivando con un “pacchetto” di 200-250 voti alla vigilia della quarta votazione, quando basteranno “soltanto” 505 voti per eleggere il nuovo capo dello Stato. Per cercare di spingere il segretario Pd a cambiare “schema”. Nel segreto dell’urna, all’asse tra alcune minoranze Pd e Sel, potrebbero così aggiungersi i voti di parte del M5S e degli epurati e fuoriusciti pentastellati. Così come dei “ribelli” fittiani di Forza Italia. Magari, anche quelli di qualche leghista. Un asse trasversale, con l’unico scopo di allontanare il rischio dell’elezione al Colle di un “garante” del patto tra Renzi e Berlusconi. Certo, non sarà un percorso semplice.

…MA IL M5S RESTA IN ATTESA DI RENZI - Almeno dal “direttorio” del M5S, per ora non sembrano esserci aperture: «Già quando si usa la parolina “anti” in relazione al Presidente della Repubblica, non ci siamo. Noi vogliamo un fronte pro Presidente, un fronte positivo per il Paese», ha replicato Carlo Sibilia. Anche perché in casa pentastellata anche le “Quirinarie” restano per ora “congelate”, in attesa che Renzi sciolga il mistero sui potenziali candidati. E nello stesso Pd restano ancora troppe “differenze” tra civatiani, bersaniani, cuperliani, bindiani. Uno strappo di larghe proporzioni è ancora lontano, almeno fino a quando Renzi non svelerà le sue “carte”.

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