lunedì 8 dicembre 2014

Riceviamo e pubblichiamo.

Renzi insofferente per le critiche della Merkel: "Trattati così perché non vado a Bruxelles con il cappello in mano"

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MERKEL RENZI
Matteo Renzi non l'ha presa bene. Anzi, l'ha presa proprio male. È mattina presto quando legge l'intervista della Cancelliera tedesca, Angela Merkel, e ha quello che si può definire un attacco di "insofferenza". È questa l'aria che si respira a palazzo Chigi dopo la "bacchettata", che la Germania ha dato all'Italia a proposito delle riforme considerate "insufficienti".
"Ormai ci siamo abituati a queste uscite cicliche della Merkel", sbuffa qualcuno tra i parlamentari più vicini al premier. Per Renzi, anche in questo caso, torna il leit motiv dei gufi: "Non vogliono farsi una ragione del fatto che questo Paese lo stiamo cambiando davvero e che ci stiamo impegnando al massimo". Sono lontani i tempi in cui la Cancelliera tedesca lodava il "coraggio" dell'Italia e si diceva "molto colpita" dal neo premier. Sono passati nove mesi da allora, e adesso i due sono ai ferri corti nell'eterna battaglia sul rigore e sulla crescita. La fotografia attuale è la seguente. Da una parte c'è il premier italiano che al G20 diceva: "L’Europa deve cambiare gioco e puntare di più su crescita e occupazione. Dobbiamo cambiare strategia come Eurozona, come ci hanno suggerito Barack Obama e David Cameron". E dall'altra c'è la numero uno del Paese economicamente più forte d'Europa che, in un'intervista al Die Welt, boccia l'Italia così come il premier italiano aveva bocciato l'Eurozona. "La Commissione ha ribadito che quanto presentato" da Italia e Francia "non è sufficiente. Cosa che condivido", afferma la Cancelliera. Ormai, insomma, si è raggiunto l'apice delle incomprensioni. E anche dell'insofferenza di Renzi: "Veniamo trattati così perché io non vado a Bruxelles con il cappello in mano. Ma non mollo", avrebbe confidato ai suoi.
"Un colpo basso", quello della Merkel, che il Pd non gradisce e che il governo, tuttavia, non si aspettava giusto adesso. Viene fatto notare, infatti, che questo sarebbe il momento della tregua, poiché l'Ue non ha bocciato la legge di stabilità e all'Italia è stato dato tempo fino a marzo "per adottare le misure necessarie a garantire che il bilancio sia conforme al Patto". A marzo infatti ci sarà un nuovo esame, ma "le riforme - sostengono in tanti - sono state apprezzate". Le parole della Cancelliera sono per il governo un colpo al cuore. Se c'è una cosa che il premier non ha mai tollerato è l'immagine dello "scolaretto Italia". Anche perché, come va dicendo da tempo, "il tempo dei compiti a casa è finito".
Furiosi anche gli interventi del sottosegretario Sandro Gozi e del capogruppo alla Camera, Roberto Speranza. Il primo chiede innanzitutto "rispetto" e denuncia: "Dispiace molto che le riforme avviate dal governo Renzi, che hanno ricevuto un coro internazionale di apprezzamenti, dal presidente degli Stati Uniti Obama al Fondo monetario, siano ritenute insufficienti dal Cancelliere tedesco Merkel. Ma oltre la questione dei contenuti ce n'è anche una di stile. Non sta ai capi di governo interpretare le opinioni della Commissione europea. Il governo italiano non si è mai permesso di dare pagelle su un Paese membro dell'Unione e chiediamo lo stesso rispetto alla Germania. Nessuno pensa di bacchettare Berlino o dare lezioni ad altri governi". Il presidente dei deputati dem, aggiunge: "Cara Merkel non serve impartire lezioni agli altri Paesi. La vera priorità è cambiare la politica economica dell'Europa". Tutti in coro rispondono alla Cancelliera contrattaccando: "Merkel pensi alla Germania. Potrebbe concentrare la sua attenzione sulla domanda interna, sulla mancanza di investimenti o sugli squilibri della bilancia dei pagamenti tedesca. Noi siamo impegnati in un difficile lavoro di riforma nell'interesse dell'Italia". E, qualcuno aggiunge: "Siamo padroni a cosa nostra".

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