Gli affari del sindacato non scioperano mai
Informatica, polizze, editoria e formazione. Ancora troppe le attività economiche delle sigle
(di Stefano Sansonetti – http://www.lanotiziagiornale.it) – Chissà, forse parlare di discontinuità è un po’ esagerato. Ma quello che è accaduto negli ultimi tempi, con Cisl e Uil che hanno provveduto a sostituire i loro vertici, potrebbe rivelarsi un segnale di cambiamento per il mondo sindacale, seppur ancora timido. Un segnale provocato anche dalle critiche relative alle troppe attività economiche ancora svolte dalle confederazioni. Interessi incredibilmente eterogenei, che spesso hanno poco a che vedere con la tutela dei lavoratori ma che potrebbero avere molto a che fare con le recenti rivoluzioni ai vertici di Cisl e Uil, in particolare con l’uscita dei precedenti segretari generali Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, da troppo anni imbullonati alle loro seggiole. Forse è presto per fare previsioni su un cambio di atteggiamento generale. Ma le polemiche nate sulle troppe attività collaterali sviluppate in questi anni dalle sigle potrebbero aver dato una scossa. Anche se non dappertutto.
IL PERIMETRO. La Cgil di Susanna Camusso, per esempio, al marzo dell’anno scorso risultava controllare su tutto il territorio nazionale 38 società di gestione di Caf (centri di assistenza fiscale) che avevano raggiunto un fatturato complessivo di 137 milioni di euro. In più il sindacato della Camusso controlla anche Ediesse, una casa editrice che pubblica, tra gli altri, testi di politici ed ex sindacalisti come Enrico Letta, Cesare Damiano e Guglielmo Epifani. A tutto questo si aggiunga che nel poliedrico mondo della Cgil rientra anche l’Ecap, una fondazione svizzera nata all’epoca per aiutare i lavoratori italiani approdati nel paese. Ancora oggi la fondazione, che è senza scopo di lucro e che investe i suoi utili nell’attività, si occupa di formazione. Il tutto incassando un bel po’ di soldi. Dal bilancio 2013 emergono introiti per 30 milioni di franchi svizzeri, di cui 10,9 dai corsi e 18 dalle sovvenzioni (anche di enti pubblici). A marzo 2013, inoltre, Ecap risultava pure aver fondato una società di consulenza, la Ecap consulenze srl di Como. E per finire, come curiosità, si consideri che la Cgil conserva a livello centrale e territoriale un autentico scrigno di opere d’arte: 252 pezzi di 164 autori, tra cui gli esponenti della corrente del realismo sociale (soprattutto Renato Guttuso e Giuseppe Migneco). E’ appena il caso di ricordare come, al recente congresso Cgil, la situazione del sindacato sia stata pesantemente criticata dal leader della Fiom, Maurizio Landini, con le seguenti parole: “Siamo davanti a un terremoto. Il problema non è la casa o il condominio ma se siamo in grado di costruire una casa di vetro trasparente di bilanci, spese, decisioni con un codice etico che ricostruisca comportamenti morali”.
GLI ALTRI. Naturalmente un discorso simile vale per le altre sigle. La Cisl, al cui vertice è recentemente salita Annamaria Furlan, è al centro di un mondo di cui fa innanzitutto parte Eustema (partecipata per il tramite di Finlavoro), una società informatica che vince appalti a tutto spiano con gli enti previdenziali. Da ultimo si è aggiudicata in raggruppamento con altre due aziende un lotto da 22 milioni di euro per la gestione del sistema informativo Inps che si occupa dei dipendenti pubblici. Nel 2013 la società ha chiuso con un fatturato di 34 milioni e utili per 476 mila euro. Anche nel sindacato di via Po c’è poi una società editrice, la Edizioni Lavoro. Ma spunta pure la Marte srl, una società di brokeraggio assicurativo partecipata al 50% che ha chiuso il 2013 con un fatturato di 2,2 milioni. Dalla Uil, infine, è appena uscito Angeletti per far spazio al nuovo segretario generale Carmelo Barbagallo. Ma nel sindacato il ruolo più importante continua a essere rivestito dal tesoriere, Rocco Caranante, 73 anni. Il quale non solo siede nei cda di gran parte delle società controllate dalla Uil come Laborfin (attività assicurativa) o Uil Labor (attività immobiliare), ma sta anche nei cda di Unipol e Unisalute (sempre rientrante nel gruppo Unipol). Ed è appena il caso di far notare come la Uil abbia diverse convenzioni con la compagnia assicurativa bolognese. Insomma, interessi ancora troppo intrecciati. Ma qualcuno comincia a farlo notare.
Twitter: @SSansonetti
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