mercoledì 10 dicembre 2014

Prima hanno fatto i servi di Berlusconi adesso fanno i servi di Putin. Di bene in meglio.



Gianluca Savoini, l'uomo della Lega che venera Putin

Borgheziano di ferro e filo russo. Savoini cura i rapporti fra Carroccio e Cremlino. «Vladimir dittatore? Macché. Soltanto dicerie. Le idee di Mosca sono le nostre».

10 Dicembre 20
Le sanzioni rispondono solo agli interessi della lobby atlantista che domina l'Europa.
Gli Usa vogliono assoggettare la libera e democratica madre Russia e Bruxelles è pedina consapevole di questa oscura trama.
Le autorità di Kiev sono «illegittime», anzi a Kiev comanda un «regime golpista».
Pensieri e parole di Gianluca Savoini, braccio destro e portavoce di Matteo Salvini, l'uomo che più di altri, nell'entourage del segretario leghista, si è dato da fare nell'ultimo anno per rinsaldare i legami tra il Carroccio e i funzionari del Cremlino.
È stato lui a organizzare, a ottobre, il viaggio diplomatico di Salvini in Crimea e a Mosca.
E sempre con lui il segretario è volato in Russia durante il fine settimana dell'Immacolata per incontrare imprenditori e politici della Duma, perorare la causa putiniana, farsi portavoce delle istanze del Cremlino dinanzi alla distratta e colpevole Europa.
Del resto, dice lo 'storico' Matteo: «I comunisti sono andati per 50 anni a Mosca e tornavano coi valigioni pieni di soldi, e quei soldi andavano bene...».
'AMICI DI PUTIN' IN PARLAMENTO. Poche ore prima, in parlamento, era stato il deputato leghista Paolo Grimoldi a lanciare l'iniziativa di sostegno all'amico Vladimir, annunciando la nascita di un gruppo interparlamentare 'Amici di Putin' per «uscire dall'impasse causata dall'irrigidimento delle posizioni» nei confronti di Mosca, porre rimedio ai danni causati «dall'assurda guerra economica che il governo italiano ha ingaggiato col Cremlino» battendosi contro le sanzioni.
E, soprattutto, «sfatare le dicerie che montano riguardo alla Russia». Paese libero e democratico, al contrario di quanto racconta la propaganda.

«IN ITALIA LA GENTE NON SA NULLA». Colpevole, va da sé, l'informazione italiana. Come lo stesso Savoini va ripetendo ormai da tempo.
In visita alla Duma, raccontava a ottobre la Padania, il portavoce di Salvini «ha spiegato a Naryshkin (Sergei Naryshkin, presidente della Duma, ndr) come in Italia la gente non sappia nulla di vero su quel che succede in Ucraina e in Russia se non per le poche righe di verità scritte da giornali come la Padania, da blog di associazioni come 'Lombardia-Russia' e dalla voce fondamentale e libera di Radio Padania rappresentata in Russia dal suo efficientissimo direttore Alessandro Morelli».
«VLADIMIR NON È UN DITTATORE». Già il 16 marzo 2014 Savoini era stato tra i firmatari di un appello verità, almeno secondo i proponenti, per salvare la buona reputazione dell'amico Putin: «Stupisce tristemente che Vladimir Putin venga descritto come un dittatore. In Russia, da oltre 20 anni, si tengono libere elezioni. Le opposizioni criticano il presidente come avviene in ogni democrazia e un'ampia maggioranza del Paese lo sostiene», si leggeva nel testo dell'appello, firmato da un nutrito gruppo di sottoscrittori, professori, giornalisti, consoli, politici, ambasciatori.

Prima maroniano, poi salviniano: comunque borgheziano

Ex giornalista de la Padania ed ex direttore dell'ufficio stampa della Regione Lombardia, Savoini ha lasciato l'incarico quando al Pirellone è arrivata la onnipotente, se si parla di Roberto Maroni, Isabella Votino, che ha assunto su di sé tutta la gestione della comunicazione.
Juventino e molto amico di Luciano Moggi, nei conflitti interni al Carroccio Savoini è stato prima maroniano contro i bossiani, poi salviniano contro i maroniani che guardavano con maggior favore a Falvio Tosi.
Ma in fondo, racconta chi lo conosce bene, Savoini è solo, «profondamente e convintamente borgheziano».
LA PASSIONE PER IL TERZO REICH. Con Mario Gianluca condivide idee, filosofia e passioni, compresa quella per la storia.
Narrano che i due, durante le cene in compagnia dei militanti, si divertano a recitare in ordine alfabetico e a memoria i nomi degli uomini del Terzo Reich.
Grazie all'eurodeputato leghista - noto per le sue crociate anti immigrati che ha condotto spruzzando insetticida su ragazzi di colore e incendiando dormitori di fortuna dei migranti - ha avuto i primi contatti con gli uomini di Putin in Europa e il fronte nazionale di Le Pen.
BORGHEZIO SFONDA A DESTRA. Il Marione padano, del resto, è il vero artefice delle alleanze destre della Lega salviniana, con Marine a Bruxelles e con CasaPound in Italia, tessitura di relazioni nella quale un ruolo crescente, soprattutto con CasaPound, lo va ricoprendo il suo braccio destro, Massimiliano Bastoni.
A Savoini invece il compito di dialogare con il Cremlino. La creatura nata a questo scopo è l'associazione 'Lombardia Russia', fondata a febbraio per promuovere il Putin pensiero in Italia.
«I NOSTRI VALORI? QUELLI DI PUTIN». Le nostre idee, si legge sul sito dell'associazione, «combaciano pienamente con la visione del mondo del presidente della federazione russa».
Identità, difesa della famiglia tradizionale, appartenenza nazionale. “Il pensiero forte di Putin”, spiegato in un articolo a firma di Alfonso Piscitelli.

«Gay e immigrati disgregano la società»

Presidente onorario dell'associazione è Alexey Komov, ambasciatore russo all’Onu che aveva già preso parte al congresso della Lega a dicembre 2013, insieme con il parlamentare di “Russia Unita”, Viktor Zubarev.
Uno per il quale il divieto di propaganda omosessuale in vigore in Russia è «stato ingigantito e stravolto dai media» occidentali per attaccare e screditare Putin.
Gay e immigrati, nella visione di Komov, disgregano la società, mettono a rischio la tenuta delle nostre belle, ricche e democratiche nazioni.
ACCORDO CON 'LA VOCE DELLA RUSSIA'. L'attivismo di Savoini, che ha promesso nuove associazioni sul modello della sua 'Lombardia Russia' in tutto il Nord, ha già prodotto un accordo con 'La voce della Russia', megafono del governo di Putin, con il ministero dell'informazione della Crimea, che è nelle mani di Dmitriy Polyanskiy e con l'agenzia filorussa Crimea Inform.
A dare una mano ai leghisti in cerca d'autore russo c'è anche la giovane Irina Osipova, presidente del movimento Rim Giovani Italo-Russi, che ha accompagnato gli uomini del Carroccio in diversi viaggi a Mosca e in Crimea, anche in quello dell'8 dicembre.
FAN SFEGATATA DI PUTIN. Osipova è fan sefegatata del presidente Putin, che considera le proteste di piazza Maidan niente di più che un complotto anti russo orchestrato dagli americani e in Italia ha organizzato diverse manifestazioni contro le sanzioni e a difesa del putinismo.
Il sito della sua associazione ospita anche una intervista a un italiano corso nel Donbass per combattere a fianco dei ribelli.
«RENZI? UN SERVO». Di recente Osipova - che sul suo profilo Facebook è molto attiva nel celebrare non solo le gesta di Putin, ma anche di personaggi come l'ungherese Orban, teorico della democrazia illiberale, o degli ungheresi neofascisti di Jobbik - ha commentato così l'annullamento del progetto South Stream: «Orban condanna l'Unione europea per aver minato il progetto South Stream, dicendo anche che la sovranità ungherese è sotto attacco. Il servo Renzi non si è invece visto tanto dispiaciuto per aver visto fallire il progetto di un gasodotto che avrebbe fatto portare il gas russo direttamente in Puglia e Veneto».

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