martedì 9 dicembre 2014

Sciopero politico in difesa dei privilegi della casta dei sindacati.

Jobs Act: sindacati confermano sciopero del 12 dicembre 

martedì, dicembre 9th, 2014  
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Susanna Camusso (Andreas Solaro/ Getty Images)
Settimana cruciale per il governo: i sindacati Cgil e Uil hanno indetto lo sciopero generale di 8 ore per venerdì 12 dicembre sotto allo slogan “Così non va!” per protestare contro la riforma della pubblica amministrazione, la riforma delle pensioni, la Legge di Stabilità, la politica economica del governo ma anche contro la riforma del mercato del lavoro, il jobs Act, approvata lo scorso 3 dicembre dal Senato.
Per le forze sindacali, non si tratta solo dell’inasprimento del confronto riguardo all’articolo 18 ma anche del rifiuto da parte del premier Matteo Renzi a dialogare con le rappresentanze dei lavoratori, preferendo interloquire con gli industriali.
“Rassegnarsi ed aspettare non è la scelta che un sindacato può fare perché significherebbe essere parte del problema, invece noi siamo la soluzione”, aveva sostenuto la segretaria della Cgil Susanna Camusso.
Allo sciopero ha proclamato dalla Cgil insieme alla Uil, in rottura con la Cisl aderisce anche l’Ugl e sarà articolato in 54 diverse manifestazioni, di cui dieci regionali in Lazio, Marche, Molise, Abruzzo, Basilicata, Trentino, Valle d’Aosta, Campania e Piemonte, e trentanove territoriali tra le quali cinque manifestazioni interprovinciali tra Toscana e Lombardia. Camusso sarà a Torino mentre Carmelo Barbagallo della Uil sarà a Roma e Maurizio Landini, segretario della Fiom sarà a Genova.
La Camusso ha ricordato che “non ci rassegneremo e continueremo a contrastare le politiche del Governo Renzi”, spiegando che “c’è bisogno che il Paese esca da recessione e deflazione. Abbiamo troppo poco lavoro, abbiamo bisogno di investimenti, lotta all’evasione e serve più equità sul fronte delle pensioni”.
Sul tema delle risorse i leader sindacali hanno parlato anche del tetto del 3% per cui sottolineano di dare il loro sostegno al governo.

Plauso della Lagarde

Intanto, questa mattina, la riforma voluta dal Premier Matteo Renzi si è valsa il plauso del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde che ha preso parte all’inaugurazione dell’Anno Accademico della Bocconi. La Lagarde ha commentato che il Jobs Act è “importante per combattere questo dualismo generalizzato” nel mercato del lavoro italiano, diviso tra chi ha protezioni forti e precari non tutelati, inoltre, sottolinea la Lagarde è importante rendere “il mercato del lavoro migliore per lavoratori e imprese”, per cui il “Jobs act dovrà essere accompagnato da misure finalizzate alla riduzione del carico fiscale. Altrimenti la riforma rischia di perdere il suo effetto positivo. Soprattutto nel suo obiettivo di lotta alla disoccupazione giovanile”.
Domani il premier Renzi incontrerà, a Palazzo Chigi, la direttrice del Fmi con la quale discuterà del Jobs Act, cuneo fiscale e riforma giudiziaria.

Il “Grazie” ai sindacati di Renzi

Il premier dal canto suo ha commentato la firma dell’accordo Lucchini-Cevital per il salvataggio delle Acciaierie di Piombino, ringraziando anche i Sindacati: “Grazie ai sindacati, perché abbiamo opinioni diverse su tante questioni ma nel merito di vertenze fondamentali” come quella di Piombino “è importante lavorare insieme”.
“Quando si tratta di fare le leggi di stabilità è invece il governo a stare al tavolo”, ha poi aggiunto il premier.
Immediata la replica della Camusso: “Renzi non ricorda che nel nostro paese c’è una contrattazione nazionale, per cui il sindacato deve entrare nel merito delle discussioni”.
La segretaria della Cgil ha poi attaccato il governo, sottolineando che “i fatti di questi giorni continuano a darci ragione. Basta pensare cosa vorrebbe dire, in termini di efficienza e di risparmio della Pa, tagliare le 30mila stazioni appaltanti e reintrodurre il falso in bilancio. I nodi e i vincoli del Paese – prosegue la Camusso – restano la corruzione, l’evasione e la mancanza di trasparenza nelle regole per gli appalti, altro che l’articolo 18″.
C.D.

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