mercoledì 10 dicembre 2014

Tanto per ricordare che il corrotto non è Marino bensì chi lo ha preceduto.

L'AUDIO

Mafia Capitale, Massimo Carminati e le amnesie di Gianni Alemanno 

L'ex sindaco dice di non aver mai saputo che i suoi uomini frequentassero il boss della mafia nera. Eppure, già nel 2010, il suo portavoce Simone Turbolente disse all'Espresso che l'ex Nar e Riccardo Mancini "si conoscono da un sacco di anni e girano insieme". Ecco l'audio che evidenzia le incongruenze nelle ricostruzioni

DI EMILIANO FITTIPALDI
Mafia Capitale, Massimo Carminati e le amnesie di Gianni Alemanno
Riccardo Mancini e Gianni Alemanno
«Non ho mai conosciuto Massimo Carminati. Anzi, pensavo fosse morto oppure in pensione… Quando un anno e mezzo fa sono cominciate le allusioni dopo un articolo de "l'Espresso", chiesi ai miei collaboratori: ma voi avete contatti, ci parlate? Fu un coro di no». Così Gianni Alemanno, in una intervista a Repubblica , spiega che lui, del boss di Mafia capitale, non sapeva nulla. Nè mai aveva sentito quel nome dai suoi più stretti collaboratori.

Gianni Alemanno, però, mente. Perché dell'esistenza di Massimo Carminati e dei rapporti che aveva con almeno uno dei suoi più stretti collaboratori sapeva almeno dalla fine del 2010. Quando, in pratica, la procura di Roma non aveva ancora aperto l'inchiesta.

L'Espresso a dicembre di quell'anno stava infatti lavorando a un'inchiesta sugli ex fascisti ed ex terroristi che Alemanno - diventato sindaco due anni prima - aveva promosso a dirigenti comunali. Tra loro c'è Riccardo Mancini, tesoriere della campagna elettorale dell'ex sindaco, diventato numero uno di Eur spa, una delle più importanti municipalizzate del Comune.

La telefonata del giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi a Simone Turbolente, portavoce dell'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il breve scambio è datato dicembre 2010 e puntava a capire se il primo cittadino sapesse qualcosa dell'ex Nar Massimo Carminati. Turbolente, dopo aver parlato direttamente con Alemanno e Mancini, confermò la frequentazione dell'ex terrorista con Riccardo Mancini. «È una cazzata che fa la scorta a Mancini... Stanno sempre insieme perché si conoscono». E aggiunge: «Ho chiesto sia ad Alemanno che a Mancini. M'ha detto: "Ma che cazzo vuole Fittipaldi? (Carminati) è un amico, lo conosco da un sacco di anni, e giriamo insieme ogni tanto…»


Un esponente della destra eversiva degli anni '70 mi aveva fatto il suo nome: ex membro di Avanguardia nazionale, schivo e sconosciuto ai media, Mancini in passato era stato condannato a 20 mesi di galera per detenzione illegali di armi. Non solo. Dipendenti della società mi raccontarono che Mancini, da presidente della municipalizzata, frequentava spesso e volentieri l'ex Nar Carminati, incontrandolo di persona nella zona del Fungo, proprio all'Eur. Qualcuno riteneva potesse addirittura aver ottenuto una consulenza, mentre altri spiegarono che in realtà faceva la guardia del corpo del manager.

Per capire se Alemanno sapesse qualcosa dell'ex Nar chiamai Simone Turbolente, al tempo portavoce del sindaco e ben remunerato capo dell'ufficio stampa del Comune. È a lui che domandai se Carminati avesse rapporti con Mancini, e di che genere. Turbolente, dopo aver parlato direttamente con Alemanno e Mancini, mi richiamò. Nella telefonata prima negò con forza che Carminati fosse stato assunto nella società. Poi confermò la frequentazione dell'ex terrorista con Riccardo Mancini. «È una cazzata che fa la scorta a Mancini...Stanno sempre insieme perché si conoscono», chiosa Turbolente nel dicembre 2010. «Ho chiesto sia ad Alemanno che a Mancini. M'ha detto: "Ma che cazzo vuole Fittipaldi? (Carminati) è un amico, lo conosco da un sacco di anni, e giriamo insieme ogni tanto…».

Dunque, almeno a stare alla ricostruzione che il portavoce di Alemanno diede a "l'Espresso" quattro anni fa, l'ex sindaco sapeva che Carminati e il suo tesoriere si conoscevano, erano buoni amici e si frequentavano. Nonostante un rapporto discutibile, Mancini è però restato saldo sulla poltrona dell'Eur spa per anni, finchè un'altra inchiesta (quella sulle tangenti all'Ansaldo Breda, per cui l'ex avanguardista arrestato una settimana fa è ora a processo) non lo travolse nel 2013.

Anche allora l'ex Nar non era affatto "morto" o "in pensione": tanto che quando l'amico Mancini finisce in carcere, Carminati lo contatta tramite il suo avvocato. «Di a Riccardo si stare tranquillo» diceva. Aggiungendo, che Alemanno era «una merda! Ma come fa a scaricarlo? Mancini l'ha nominato lui!». Già. Lo ha nominato lui, e lo ha tenuto in carica anche se sapeva della frequentazione con Carminati, il boss di Mafia capitale.

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