Beppe Grillo diffida gli attivisti romani 5 Stelle del gruppo 878
Arriva la lettera del legale per uso improprio del logo del Movimento. Loro spiegano: «Il simbolo diffidato è una composizione grafica che nasce da un nostro membro, oggi senatore»
Ne parlò qualche giorno fa la deputata Giulia Sarti. La questione del logodentro il Movimento 5 Stelle è cosa seria e delicata. Spesso il comico genovese Beppe Grillo è intervenuto per diffidare attivisti o pseudotali nell’uso “improprio” del simbolo. Lo può fare, in quanto titolare del marchio. E stavolta lo ha fatto spedendo la missiva allo storico gruppo 878 un meetup composto da diversi attivisti capitolini. Un gruppo spesso scomodo e critico su alcune questioni grilline. A dare comunicazione della diffida è in questi minuti l’878 stesso via social:
GRILLO E L’878: «ESPULSI A NOSTRA INSAPUTA» – «Sia chiaro – spiegano dall’878 – che nessuno si è mai mosso individualmente ma come comunità territoriale e di rete. Pertanto chiunque è portatore dei principi del Gruppo 878 si sente espulso dal movimento per motivi ignoti e a propria insaputa». Poi spiegano la natura del logo, che nacque grazie ad un ora parlamentare 5 Stelle: «Il simbolo diffidato è una composizione che nasce da un nostro membro, oggi senatore e che si fonde con il simbolo dell’M5S e con il nome del “danneggiato ” Beppe Grillo».
878: COLPITA L’ALA DURA E PURA DI ROMA - «Come Organizer del Gruppo ho rimosso il logo come da diffida. Allo stesso tempo confermo le mie dimissioni con effetto immediato» ha commentato Enresto Tinazzi, membro del Meetup in una discussione ora fruibile sul MU. Sulla bacheca facebook del gruppo c’è chi esprime la sua solidarietà: è stato già pubblicato il nuovo stemma, ma la foto profilo è ancora occupata dal marchio diffidato. Il gruppo ha spesso difeso il leader del Movimento e tenuto a debita distanza l’onda pizzarottiana. Stavolta però i duri e puri sono stati raggiunti dal legale del leader. Tutta colpa dell’attività creativa di un “senatore” di Roma. A Palazzo Madama gli eletti nel Lazio sono pochi. Si contano sulle dita della mano.
Nessun commento:
Posta un commento