martedì 9 dicembre 2014

Riceviamo e pubblichiamo.

M5s, Grillo umilia la Toscana: il territorio non sceglierà i candidati
Per le regionali, il comico dà il contrordine compagni: solo autocandidature entro il 12 dicembre. Votazioni entro il 14, giorno scelto per il Meetup di San Giovanni Valdarno



LIVORNO.  Niente autonomia elettorale per la Toscana a Cinque Stelle. Dura un mese l'illusione di scegliere dal basso le candidature per le regionali.  Dal blog,  Beppe Grillo  detta le condizioni del voto: sono possibili solo autocandidature on line di iscritti al movimento entro il 30 giugno 2014. Niente indicazione dei Meetup, delle "sezioni", dei comitati fra gli attivisti noti per il loro impegno come era stato deciso a Grosseto a fine settembre. Si torna al passato. Alle vecchie regole. E pure in fretta: per autocandidarsi c'è tempo solo fino a fino a venerdì 12 dicembre. Addirittura due giorni prima che a San Giovanni Valdarno, i Cinquestelle toscani tengano il XXIX meetup regionale, convocato proprio sulle regionali. Entro domenica 14 dicembre, infatti, i candidati devono essere già stati votati.
A Carrara la retromarcia.
Toscana, dunque, smentita (e umiliata) su tutta la linea. In particolare proprio Arezzo, visto che il documento con le nuove regole elettorali era stato proposto proprio dal Valdarno. Non senza mal di pancia in alcuni meet up e gruppi toscani.  In particolare nel nord della Toscana. Tanto che a novembre, nell'incontro regionale di Carrara - la zona che esprime due senatrici - si era verificato una sorta di colpo di stato. Il metodo di selezione dei candidati era stato rimesso in discussione. Un ribaltone in piena regola. Lasciando nel caos i territori. Destabilizzati, poi ancora di più dalla valanga di espulsioni.
Da Milano: contrordine compagni per la Toscana
A dare la versione autentica su come indicare i candidati  è il blog di Grillo. L'indicazione arriva all'improvviso. E' un contrordine compagni   per la Toscana. Non certo una sorpresa, dopo l'espulsione del deputato MassimoArtini, il ribelle; non dopo che fra i sorvegliati speciali  finiscono anche i parlamentari Marco Baldassarre e Samuele Segoni. L'imposizione delle regole di selezione dei candidati si può leggere come una specie di commissariamento di una regione considerata troppo indisciplinata per i canoni pentastellati, dove l'eccesso di libertà di pensare si è manifestata troppo e troppo spesso nelle settimane scorse e nei giorni scorsi: la decisione di consiglieri comunali come Saverio Galardi (eletto a Firenze), di lasciare il movimento;  la scelta  di moltissimi esponenti di presentarsi agli Stati generali di Pizzarotti a Parma: Maurizio Romani da Firenze, la parlamentare Alessandra Bencini, Matteo GozziFrancesco Tapinassi consigliere comunale a Rufina, il consigliere comunale Antonio Ortolani.
Massimo Artini (espulso da M5S) ed...
Massimo Artini (espulso da M5S) ed Emanuele Segoni ancora parlamentare del movimento (foto Grassi)
Nogarin: Beppe amore mio
Solo Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, si è profuso in una piroetta magistrale: prima invia un messaggio di "vicinanza" ai rivoluzionari del M5s (senza farsi vedere), poi scrive una dichiarazione di assoluta fedeltà al guru Grillo, pubblicando l'intervento sul blog nazionale del movimento. "Il grazie è l'atto primo che ognuno del movimento dovrebbe sentire come un urlo dal proprio cuore ", sono le parole di Nogarin per il "visionario urlatore (Grillo) che ha creduto in tutto questo, quando tutto questo era  "follia" per la stragrande maggior parte di noi".
La Toscana lacerata
In realtà, in Toscana in questo momento più che grato M5S appare preoccupato e lacerato. Sia per le regionali che per il futuro del movimento. Partiamo proprio dalle regionali.  In Toscana ancora non si ha idea di chi possa essere un candidato probabile alla presidenza. In Veneto, invece, si sa già che per il movimento come governatore correrà Jacopo Berti, ad esempio. Per il consiglio regionale, non si conoscono neppure le autocandidature, anche perché secondo il sistema proposto dagli arentini avrebbero dovuto essere i circoli a presentare persone attive nel movimento: la rete, poi, avrebbe dovuto votarle e fra quelle con il maggior numero di preferenze si sarebbe dovuto scegliere (con apposito voto on line) il candidato presidente. Invece no. Milano, lo "staff" - di cui fanno parte Gianroberto Casaleggio(padre) e Davide figlio e pochi altri - hanno deciso diversamente.
Solo autocandidature
Si torna alle autocandidature. Restano le regole di base: gli iscritti al movimento non devono avere altri incarichi, non devono essere inquisiti e non devono aver corso in altre competizioni elettorali contro il movimento. Anche secondo lo staff ci sarà una doppia votazione: la prima a livello provinciale fra chi si vuole candidare al consiglio (visto che le circoscrizioni elettorali coincidono con i territori provinciali, eccetto a Firenze dove il territorio è diviso in 4 circoscrizione elettorali); poi un'altra, fra i consiglieri designati che aspirino anche alla carica di presidente.
Rischio per la raccolta di firme
Questa faccenda - a detta di molti iscritti al movimento - rischia di essere destabilizzante. Molto più di quanto non appaia in superficie. Intanto perché può spaccare M5s. Intanto si parla di atteggiamento "fideistico"  nei confronti di Grillo, soprattutto delle zone a Nord della Toscana e di atteggiamento più critico di quelle a sud. La questione del "sistema elettorale" rischia di acuire la frattura fra Valdarno, Carrara, Grosseto, Firenze. 
Può risultare come disincentivo all'impegno: la Toscana si prepara un proprio sistema di selezione dei candidati, lo vota e poi viene scavalcata con l'appoggio di Milano. Al di là della posizione assunta, il movimento di Pisa segnala il proprio malessere sul web; gli elbani sentono il bisogno di ribadire che stanno con Grillo su Internet. Alla fine, tutti questi distinguo e precisazioni non invogliano certo a raccogliere le firme a supporto della presentazione delle liste, nelle varie circoscrizioni. Il rischio è che dai meetup non tutti si vogliano mettere in strada a raccogliere firme per candidati che non condividano. E che cosa succede se le liste non si presentano? E se si presentano solo in circoscrizioni (ad esempio come Massa Carrara) dove sì ci sono due senatrici, ma alla fine la rappresentatività è limitata? La popolazione nella zona, infatti, è di 120mila persone, un terzo circa di Livorno, o un decimo dell'area metropolitana di Firenze.

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