Corruzione, l’Italia ancora in fondo alla classifica europea
Transparency International lancia un servizio di allerta anticorruzione per segnalare illeciti
L’Italia è il paese più corrotto in Europa. E’ quanto emerge dal ventesimo rapporto di Transparency International sull’indice di corruzione percepita in 174 paesi del mondo. L’Italia è al 69° posto, conservando stessa posizione e punteggio dell’anno precedente, e si posiziona sullo stesso gradino della Romania e di altri due paesi europei in risalita rispetto allo scorso anno: Grecia e Bulgaria.
Pur trovandosi insieme a Brasile, Bulgaria, Grecia, Romania, Senegal e Swaziland, con 43 punti, l’Italia ha fatto registrare il valore potenziale più basso (34 punti). Questo la colloca all’ultimo gradino della scala dei Paesi dell’eurozona e dell’Europa tutta. A livello globale si distinguono in negativo Francia (69), Cina (36) e Turchia (45) che perdono diverse posizioni rispetto all’anno scorso, mentre rimangono in cima alla classifica dei paesi più virtuosi Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia.
«Il CPI 2014 – dichiara Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia – evidenzia come il nostro Paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico. Non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri Paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione. Il lavoro iniziato quest’anno dall’ANAC siamo sicuri che darà i suoi frutti ma c’è bisogno anche del supporto dei cittadini. Solo grazie al loro coinvolgimento sarà possibile portare alla luce gli illeciti che altrimenti continueranno a rimanere insabbiati. Per questo motivo abbiamo dato vita al servizio allerta anticorruzione Alac, per tutti coloro che vogliono segnalare un caso di corruzione ma sono spaventati o sfiduciati dalle istituzioni. Noi possiamo aiutarli facendo in modo che il caso venga allo scoperto, superando così il muro di impunità che ancora oggi protegge i corrotti».
Secondo i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, solo il 56% degli italiani è disposta a segnalare un episodio di corruzione, rispetto alla media globale del 69%. I motivi che spingono a rimanere in silenzio sono soprattutto la paura, la sfiducia e la triste convinzione che nulla può cambiare. Il servizio Alac è nato proprio con l’obiettivo di incoraggiare chi ha qualcosa da segnalare nell’interesse pubblico. Alac è infatti il primo esempio italiano di servizio di assistenza per chi deicide di segnalare episodi di corruzione e si avvale del software Globaleaks, che permette l’invio di segnalazioni in totale sicurezza e anonimato.
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