Espulsioni a 5 stelle: parte la sfiducia verso Barbanti e Molinari
Il metodo è quello usato per la cacciata del senatore Luis Orellana: presa di distanza dal meetup di Cosenza. Ma non tutti in Calabria sono d'accordo
La macchina delle espulsioni è partita. Nonostante le intenzioni tranquillizzanti del direttorio due parlamentari del Movimento 5 Stelle sono stati sfiduciati a livello territotriale. Si tratta del deputato Sebastiano Barbanti e del senatore Francesco Molinari. Una mozione partita dal basso, dal meetup di Cosenza, sullo stile dell’espulsione fatta mesi addietro per Luis Orellana. Un modus operandi poco chiaro perché sulla questione che coinvolge i due eletti a Roma, rei di aver difeso gli ultimi cacciati M5S (Pinna ed Artini), non tornano i conti. O meglio i numeri.
Il gioco è chiaro, ed è stato già collaudato in qualche altre occasione. Per logiche di potere e di regolamento di conti, alcuni parlamentari o gruppi di potere interni vogliono “fare fuori” determinati parlamentari. A quel punto uno o qualche Meet Up territoriale fa da “uomo di paglia” (uomo di paglia collettivo), esprime la c.d. “voce territoriale” che avrebbe “sfiduciato” il tal parlamentare, “costringendo” così Grillo e i suoi agli ulteriori passi che portano a una espulsione. Lo stesso avviene adesso. Lo stesso è stato fatto con Barbanti e Molinari.
Alfredo, nel gruppo MU Cosenza
I DUE AVEVANO CRITICATO STAFF E DIRETTORIO - Partiamo dalla motivazione alla base della sfiducia. Nel comunicato diffuso sui media locali si riporta:
In questo panorama, ci lascia attoniti l’atteggiamento di alcuni portavoce che costantemente si oppongono alla linea del Movimento 5 Stelle. Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti, negli ultimi giorni non hanno fatto mancare la loro presenza sulla stampa e, come spesso è accaduto negli ultimi tempi, lo hanno fatto esprimendo il loro totale dissenso su quanto democraticamente votato e deciso sul blog www.beppegrillo.it. Molinari, nell’intervista pubblicata su La Repubblica il 30/11/14, dichiara “Così diventiamo un partito, tradita la nostra anima movimentista”, paragonando senza mezzi termini il Movimento a una banale struttura partitica, questo a seguito della votazione con la quale gli iscritti al portale hanno deciso di affiancare cinque portavoce alla figura di Beppe Grillo.
Il senatore aveva criticato la natura del direttorio, mentre Barbanti aveva puntato il dito contro lo staff:
Sempre il 30 novembre, Barbanti si fa intervistare da La Stampa, definendo il Movimento “un incubo” ed esprimendo la sua sfiducia, chiedendosi anche “Chi è lo Staff?”. Dichiara, inoltre, di rifiutare il meccanismo di rendicontazione, al quale inizialmente aveva manifestato piena adesione, considerandolo “poco trasparente” e inadeguato a tutelare la privacy. I reali motivi di questo dissenso rimangono tuttavia ignoti, nonostante la base chieda spiegazioni in merito.
«Alla luce di quanto dichiarato – spiega il Mu – ci aspettiamo un atto di coerenza da parte di Barbanti e Molinari e che, come dichiarato da quest’ultimo, si adeguino al volere della base. Non riconoscendosi più nel Movimento e nelle scelte da esso intraprese, facciano un passo indietro rimettendo il loro mandato». Semplice no?
M5S ESPULSIONI: E GLI ALTRI? – In realtà nel gruppo M5S calabrese c’è un certo fermento. In diversi si dissociano dalla votazione avvenuta a Cosenza. «Palese violazione delle regole, comunicato stampa cambiato dopo la votazione», denuncia Vincenzo. «Vorrei rimarcare che, a prescindere dai tanti e datati motivi che l’hanno innescata, la riunione di ieri sera (martedì 2/12) del Meetup Cosenza è stata una farsa penosa e mal congegnata», aggiunge Marco. Solo il Mu di San Lucido sostiene di aver partecipato al sondaggio. Nel gruppo si parla di faide interne e di parlamentari ortodossi contro i due “inquisiti”.
M5S ESPULSIONI «NEANCHE IN FORZA ITALIA» - A favore dei due eletti interviene (virtualmente sul gruppo che riunisce gli attivisti calabri) uno storico attivista del Movimento (e collaboratore a Roma) Ivan Pastore. «Quello che sto vedendo in queste ore – ha spiegato – non avviene nemmeno in Forza Italia, mi vergogno davanti ai miei cittadini per la deriva del Meetup Cosenza. Non ho parole». In un lungo post cita tutti i mu locali ignari della sfiducia, con votazioni assenti.
MOLINARI: «MALSANA ATTENZIONE DI MORRA» - Insomma, un clima non certo da taralucci e vino. Che i falchi calabresi con Nicola Morra non amassero il duo Barbanti-Molinari era cosa risaputa. «Ricorderò il 2 dicembre 2014 come un giorno assai triste, visto quello che ha per me rappresentato il MeetUp Cosenza» ha commentato Francesco Molinari. «Quotidianamente vengo fatto oggetto di malsana attenzione da parte del sen. Morra e dei suoi fanatici sostenitori che alimentano maldicenze sul mio conto come su quello del collega-portavoce Barbanti. Ma quella che si è consumata ieri rappresenta – probabilmente – la fine del gruppo di Cosenza alla cui costruzione – insieme ad altri – ho contribuito e che oggi è in mano a chi fa della delazione un mestiere e del millantare lavoro inesistente un’opera di distrazione di massa». «Quello che ha dato più fastidio al Senatore Morra è stato il mio pubblico richiamo alla responsabilità della sua – e della sua segreteria politica – gestione familiare ed amicale della recente campagna elettorale regionale, quella che ha portato al rovinoso risultato del Movimento calabrese». Barbanti invece parteciperà all’incontro 5 Stelle organizzato a Parma dal sindaco Federico Pizzarotti. Anche se a Roma l’invito è mantenere la calma (non ci sono espulsioni nell’odg della congiunta di stasera) un post sul blog di Grillo potrebbe peggiorare la situazione. Altri due addii sarebbero troppi. Nel mentre su alcuni media si parla di altri dieci portavoce che potrebbero lasciare il Movimento. Stavolta non in Parlamento ma a Firenze. In sostegno dell’ex pentastellato Massimo Artini.
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