Mafia Capitale, "Stanno ad arrivà i soldi in Regione". Così Luca Gramazio rassicura gli affari della cupola
Pubblicato: Aggiornato:
“Stanno ad arrivà i soldi giù in Regione”. La bella notizia l’aveva data Luca Gramazio, capogruppo del Pdl in Regione, domenica 22 dicembre 2013. Ospite a un pranzo domenicale e prenatalizio nella villa che Massimo Carminati sta per acquistare a Sacrofano, aveva rassicurato i presenti sulle buone opportunità che stanno per aprirsi. Per “la squadra”, ovviamente. Dove per squadra s’intende Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative che dal 2006 ha portato il bilancio da 10 a 51 milioni; Giuseppe Ietto, detto l’Ingegnere ma in realtà titolare di Unibar e addetto alla ristorazione nei campi rom, in carcere e ovunque la squadra si aggiudichi appalti; Fabrizio Testa (già al tempo imputato per corruzione internazionale per una faccenda Finmeccanica) che è la testa di ponte tra il “mondo di mezzo” e le istituzioni; Agostino Gaglianone, il titolare della Imeg e della Cesas che mette a disposizione le sue aziende per il settore edilizia, movimento terra e fabbricare false fatturazioni. Al pranzo è presente anche una signora che però non risulta indagata.
Luca e il padre, l’ex senatore Domenico Gramazio, sembrano amici fraterni di Massimo Carminati e, in base agli atti, sembrano condividere i progetti di Mafia Capitale fin dall’atto fondativo (dicembre 2012) quando Luca era solo in consiglio comunale ma forse anche da prima. Di certo è una delle sponde politiche del consorzio criminale (è indagato per associazione mafiosa, corruzione e illecito finanziamento).
Per ora parla solo Nadia Cerrito, la segretaria personale di Buzzi e la custode della contabilità parallela e a nero (grazie a un giro di false fatturazioni) che finanziava il sistema delle mazzette. Una su 37 arrestati può sembrare poca cosa. Ma non lo è se si pensa che sono i soldi che tutto muovono. E anche dimostrano. Le conferme di Cerrito sono quindi un ottimo viatico di un’indagine che, stando agli atti, dopo il Campidoglio sembra puntare sempre di più anche in Regione.
Negli atti si trova traccia, infatti, anche di Paola Varvazzo (giunta Zingaretti, ha lasciato l’incarico nell’aprile 2013) che ha fornito documenti a Buzzi circa il giudice del Tar Linda Sandulli che aveva sospeso un appalto vinto dalle coop di Buzzi. Il gruppo voleva screditare il giudice che aveva firmato la sospensiva per la gara sul Centro immigrati di Castel di Porto accusandola di conflitto di interessi per una partecipazione a una società che recava manutenzione nella stessa struttura, la Proeti srl. Varvazzo acquisì documenti sul magistrato che lei stessa, parlando con Buzzi, aveva definito “una bomba”. “Buzzi era riuscito ad ottenere – scrivono gli investigatori del Ros – evidentemente grazie a Varvazzo, informazioni sulla Proeti che è di proprietà di Sandulli al 33% e per altra quota del marito”.
Ma è Luca Gramazio la sponda in Regione di Mafia Capitale che, con l’arrivo di Marino in Campidoglio, fa sempre più fatica a mantenere il giro d’affari raggiunto ai tempi dell’amministrazione Alemanno. Nell’informativa finale del Ros c’è un capitolo intero dedicato al “ruolo di Luca Gramazio” che risulta essere decisivo anche per alcuni episodi satellite ma assai esemplificativi della capacità operativa di Mafia Capitale: l’elezione del sindaco di Sacrofano Tommaso Luzzi; la nomina di Giovanni Quarzo alla presidenza della Commissione Trasparenza del Comune di Roma e l’incontro tra Carminati e Alfio Marchini, il costruttore che non ha mai abbandonato il sogno di diventare sindaco di Roma. Nelle ultime settimane, quella della crisi della giunta Marino ma prima degli arresti, Marchini ha tappezzato la città di manifesti convinto che le elezioni sarebbero cosa buona e giusta.
In attesa che le indagini trovino il nesso tra “l’arrivo dei soldi in Regione” e i presunti vantaggi per Mafia Capitale, gli investigatori hanno dimostrato la consuetudine nei rapporti tra Carminati e la famiglia Gramazio. Sono cinque gli incontri documentati dagli atti di indagine. Il 19 novembre 2012, in un bar di piazza Tuscolo s’incontrano per oltre un’ora Buzzi, Testa, Carminati e i due Gramazio, junior (all’epoca sedeva in consiglio comunale) e senior. Da successive telefonate si deduce che Buzzi chiede a Luca “una mano per far approvare il bilancio comunale” e di “garantire i fondi per la costruzione del campo nomadi a Castel di Porto”. Il 13 maggio Luca Gramazio, da poco eletto in Regione, s’incontra con Carminati nello studio legale Dell’Anno di via Nicotera, ufficio “funzionale a garantire gli affari del consorzio criminale” nonché “luogo d’incontro anche con gli esponenti di altri gruppi criminali”. Il 30 maggio, subito dopo l’elezione del sindaco di Sacrofano Tommaso Luzzi “la cui funzione è assoggettata al consorzio criminale”, Gramazio incontra di nuovo Testa e Carminati sempre per le faccende legate ai campi e all’accoglienza. Poi ci sono una serie di pranzi domenicali nelle ville di Sacrofano (quella di Carminati e di Gaglianone). Tra cui quello in cui Gramazio annuncia alla squadra che “giù in Regione sono in arrivo i soldi”. Così almeno riferisce Gaglianone il giorno dopo il pranzo mentre riceve persone nel suo ufficio alla Imeg.
Anche se sta in Regione, secondo l’accusa il ruolo di Gramazio è decisivo per la nomina di Giovanni Quarzo (Pdl) alla guida della Commissione Trasparenza del Campidoglio. Un po’ come mettere la volpe in un pollaio. Quarzo sarà nominato il 24 settembre 2013. Ma è il 16 luglio – sulla base di colloqui captati – quando Quarzo “si rivolge al sodalizio per diventare Presidente”. In trattoria “dar Bruttone” viene deciso il piano, “una soluzione politicamente spregiudicata” che consiste nel passaggio di Quarzo e di un altro consigliere Pdl al gruppo Misto per controllare la nomina. “Facciamo così – dice Luca Gramazio alla presenza anche del padre – prendiamo due del Pdl, li famo parcheggià quindici giorni al gruppo Misto, votano il presidente della Commissione…”. E Carminati commenta: “Ed è finita la partita”. Spregiudicato. Ma ha funzionato.
Nessun commento:
Posta un commento