NDAGINE
Gli imprenditori del Mose compravano le sentenze.
E per farlo si affidavano a un avvocato cassazionista, Corrado Crialese, ex presidente di Fintecna (la finanziaria pubblica per il settore industriale).
Si occupava solo di questo Crialese, pagare i giudici.
Sia quelli del tribunale amministrativo regionale, sia quelli del Consiglio di Stato.
Agiva per conto delle ditte del Consorzio Venezia Nuova.
FINO A 120 MILA EURO. È quanto hanno messo a verbale Claudia Minutillo, ex segretaria di Giancarlo Galan (onorevole di Forza Italia ed ex governatore del Veneto) e Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani, primo socio del Consorzio Venezia Nuova. Una sentenza costava tra gli 80 e 120 mila euro. Ma non è tutto.
Come si legge su la Repubblica dell'8 giugno, durante due interrogatori-confessione spunta anche un nome: quello del presidente del tribunale amministrativo del Veneto, Bruno Amoroso.
È stata Claudia Minutillo la prima a parlarne, quando i tre magistrati Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini il 19 marzo 2013 le chiesero conto di una mazzetta di 20 mila euro.
IL TARIFFARIO. «Poi, signora, a un certo punto registriamo all'interno del suo ufficio la consegna di una somma di denaro che lei dà a un suo dipendente, da portare a Roma. Siamo nel febbraio del 2013... Insomma, qualche settimana fa, poco prima del suo arresto», ha affermato il pm Buccini. «Sì lo ricordo», rispose Minutillo, «quel giorno, venne in ufficio da noi Corrado Crialese che ha una serie di rapporti importanti, tant'è che lui proprio lui una volta mi disse: sai, forse adesso viene il mio amico Amato, forse lo fanno presidente della Repubblica. Fu il giorno della grandissima nevicata. E io dissi a Piergiorgio Baita: guarda che forse questo qua viene perché vuole qualcosa. E infatti era così. Bisognava corrispondergli 20 mila euro che lui avrebbe fatto avere, diceva, al suo amico presidente del Tar del Veneto, Amoroso».
E per farlo si affidavano a un avvocato cassazionista, Corrado Crialese, ex presidente di Fintecna (la finanziaria pubblica per il settore industriale).
Si occupava solo di questo Crialese, pagare i giudici.
Sia quelli del tribunale amministrativo regionale, sia quelli del Consiglio di Stato.
Agiva per conto delle ditte del Consorzio Venezia Nuova.
FINO A 120 MILA EURO. È quanto hanno messo a verbale Claudia Minutillo, ex segretaria di Giancarlo Galan (onorevole di Forza Italia ed ex governatore del Veneto) e Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani, primo socio del Consorzio Venezia Nuova. Una sentenza costava tra gli 80 e 120 mila euro. Ma non è tutto.
Come si legge su la Repubblica dell'8 giugno, durante due interrogatori-confessione spunta anche un nome: quello del presidente del tribunale amministrativo del Veneto, Bruno Amoroso.
È stata Claudia Minutillo la prima a parlarne, quando i tre magistrati Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini il 19 marzo 2013 le chiesero conto di una mazzetta di 20 mila euro.
IL TARIFFARIO. «Poi, signora, a un certo punto registriamo all'interno del suo ufficio la consegna di una somma di denaro che lei dà a un suo dipendente, da portare a Roma. Siamo nel febbraio del 2013... Insomma, qualche settimana fa, poco prima del suo arresto», ha affermato il pm Buccini. «Sì lo ricordo», rispose Minutillo, «quel giorno, venne in ufficio da noi Corrado Crialese che ha una serie di rapporti importanti, tant'è che lui proprio lui una volta mi disse: sai, forse adesso viene il mio amico Amato, forse lo fanno presidente della Repubblica. Fu il giorno della grandissima nevicata. E io dissi a Piergiorgio Baita: guarda che forse questo qua viene perché vuole qualcosa. E infatti era così. Bisognava corrispondergli 20 mila euro che lui avrebbe fatto avere, diceva, al suo amico presidente del Tar del Veneto, Amoroso».
«Le tangenti servivano per influire sui ricorsi»
Chiede il pm Tonini: «Perché essere consegnata questa somma?».
«Così si poteva influire sui ricorsi», ha risposto Minutillo, «su alcuni che erano in atto, in particolare quelli sull'Autostrada del Mare. E vincemmo noi. Ma ce n'erano stati anche altri. Maltauro aveva fatto ricorso contro di noi sulla Valsugana, e so che era anche in crisi per questo. Perché (il giudice, ndr) era amico sia di Mantovani (attraverso Crialese) che di Maltauro. Alla fine Maltauro ritirò il ricorso e si misero d’accordo Mantovani e Maltauro. In realtà i ricorsi servivano proprio a questo: un concorrente li fa per costringerti poi a tirarlo dentro. Funziona quasi sempre».
SISTEMA CONSOLIDATO. «Ecco, ma allora perché pagare?», chiese il pm Ancilotto. «Perché questo è un sistema consolidato, nel senso che avviene anche ai più alti livelli oltre che al Tar...», rispose l'ex segretaria di Galan.
«Senta, è l'unico pagamento fatto ad Amoroso o in passato ne vennero fatti altri dal Baita?», domandò ancora uno dei tre inquirenti. «Ce ne furono altri, come questo cui ho appena accennato: il ricorso della Valsugana, che infatti vincemmo».
«Così si poteva influire sui ricorsi», ha risposto Minutillo, «su alcuni che erano in atto, in particolare quelli sull'Autostrada del Mare. E vincemmo noi. Ma ce n'erano stati anche altri. Maltauro aveva fatto ricorso contro di noi sulla Valsugana, e so che era anche in crisi per questo. Perché (il giudice, ndr) era amico sia di Mantovani (attraverso Crialese) che di Maltauro. Alla fine Maltauro ritirò il ricorso e si misero d’accordo Mantovani e Maltauro. In realtà i ricorsi servivano proprio a questo: un concorrente li fa per costringerti poi a tirarlo dentro. Funziona quasi sempre».
SISTEMA CONSOLIDATO. «Ecco, ma allora perché pagare?», chiese il pm Ancilotto. «Perché questo è un sistema consolidato, nel senso che avviene anche ai più alti livelli oltre che al Tar...», rispose l'ex segretaria di Galan.
«Senta, è l'unico pagamento fatto ad Amoroso o in passato ne vennero fatti altri dal Baita?», domandò ancora uno dei tre inquirenti. «Ce ne furono altri, come questo cui ho appena accennato: il ricorso della Valsugana, che infatti vincemmo».
Appalti e giri di 'nero'
Anche Piergiorgio Baita, nell'interrogatorio del 28 maggio 2013 confermò tutto. E andò oltre.
«Conosco Crialese quando come vicepresidente di Fintecna si offre di fare il mediatore nell'acquisto dell'area ex Alumix, dove avevamo un progetto di piattaforma logistica presso il Porto di Venezia. Per favorire la vendita lui chiede una parte in nero, credo 160 mila euro. Gli affidiamo poi degli incarichi anche come avvocato per le cause amministrative e oltre al pagamento della parcella ci chiede sempre una parte in nero». «E come la giustifica questa parte in nero?», hanno chiesto i magistrati. «Che lui ha i suoi rapporti da...pagare».
LA LISTA DELLE MAZZETTE. «Abbiamo pagato sia per alcune sentenze del Consiglio di Stato che del Tar del Veneto. Per la sentenza sulla Pedemontana Veneta 120 mila euro. Per vincere il ricorso contro Sacyr che poi, però, abbiamo perso, 100 mila euro... In quel caso qualcun altro deve dato di più. Poi anche per un ricorso contro Maltauro sulla Valsugana. E contro Net Engineering credo altri 80 o 100 mila euro. E ancora per la vicenda Jesolo Mare al Consiglio di Stato. Pagavamo sempre, perché Crialese diceva che se non glieli davamo avremmo perso...». Crialese ora per lo scandalo del Mose è agli arresti domiciliari con la sola accusa di millantato credito.
«Conosco Crialese quando come vicepresidente di Fintecna si offre di fare il mediatore nell'acquisto dell'area ex Alumix, dove avevamo un progetto di piattaforma logistica presso il Porto di Venezia. Per favorire la vendita lui chiede una parte in nero, credo 160 mila euro. Gli affidiamo poi degli incarichi anche come avvocato per le cause amministrative e oltre al pagamento della parcella ci chiede sempre una parte in nero». «E come la giustifica questa parte in nero?», hanno chiesto i magistrati. «Che lui ha i suoi rapporti da...pagare».
LA LISTA DELLE MAZZETTE. «Abbiamo pagato sia per alcune sentenze del Consiglio di Stato che del Tar del Veneto. Per la sentenza sulla Pedemontana Veneta 120 mila euro. Per vincere il ricorso contro Sacyr che poi, però, abbiamo perso, 100 mila euro... In quel caso qualcun altro deve dato di più. Poi anche per un ricorso contro Maltauro sulla Valsugana. E contro Net Engineering credo altri 80 o 100 mila euro. E ancora per la vicenda Jesolo Mare al Consiglio di Stato. Pagavamo sempre, perché Crialese diceva che se non glieli davamo avremmo perso...». Crialese ora per lo scandalo del Mose è agli arresti domiciliari con la sola accusa di millantato credito.
Domenica, 08 Giugno 2014
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