lunedì 9 giugno 2014

Ovviamente tra una settimana dovrà trovarsi a Milano per parlare di comunicazione con Casaleggio. Se guardate bene dovreste riuscire a capire che le elezioni le ha vinte il PD.

M5s vince a Bagheria, nella terra della mafia: il coraggio di Patrizio Cinque, aiutato da un ex Pd e da Edward Luttwak...

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BAGHERIA
Reset Bagheria. In quattro giorni, la vita del secondo comune più popoloso della provincia di Palermo ha cambiato direzione. Il 5 giugno scorso 500 carabinieri, all'alba, hanno battuto la cittadina in lungo e in largo, stringendo le manette ai polsi di 31 boss della mafia. Operazione Reset, appunto.
In una delle città simbolo della malavita isolana, nella quale Bernardo Provenzano ha trascorso quindici lunghi anni di latitanza, l'azzeramento riguarda da oggi anche le istituzioni cittadine. Con 14.574 voti, più del doppio del competitor del Pd, il Movimento 5 stelle si è mangiato in un sol boccone la classe dirigente bagheresi. Il nuovo sindaco, Patrizio Cinque, ha 28 anni, la faccia pulita, di uno che sogna davvero di poter cambiare le cose.
I suoi concittadini gli hanno creduto, tributandogli quasi il 70% di suffragi in un ballottaggio che è suonato come un plebiscito. Percentuali bulgare che possono generare equivoci in una terra contaminata dalle cosche. Ma a sentire simpatizzanti e avversari, la vittoria degli uomini di Beppe Grillo da queste parti era un dato assodato dalla chiusura delle urne al primo turno. Non un abbaglio del sole che da quelle parti brucia la terra, intorpidisce le membra e fa scorrere al rallentatore tutte le cose. Perché la Baaria dipinta da Giuseppe Tornatore è una terra strana, aspra, respingente. Ma ha le sue regole.
C'è Sergio Lima, segretario regionale di Sel, che parla di "risultato comprensibile perché in discontinuità, lì come altrove nell'isola, delle cattive amministrazioni, anche di centrosinistra". Perché proprio la stanchezza nei confronti di una gestione gattopardesca è stato il propano nel serbatoio di Cinque e della sua combriccola di giovani stellati. Francesco Campanella dal Movimento è uscito, ma sembra quasi esultare: "Il Pd doveva prendersi una vacanza. Il Pd ha fatto un lavoro importante per questa vittoria".
Se si ripercorrono gli ultimi anni della gestione cittadina, si delinea un operoso lavorio da parte dei Democratici per cedere il passo. Vincenzo Lo Meo, classe 1956, dirigente del corpo forestale e già assessore bagherese, era stato eletto solamente tre anni fa in una coalizione che nella cittadina raccontano come "un miscuglio di centrosinistra, Udc e pezzi del centrodestra". Una percezione che dà il polso di come da quelle parti il Movimento sia stato percepito giocoforza come l'unica alternativa a un sistema senza soluzione di continuità.
Anche perché Cinque si è mosso sin dall'inizio sul periglioso crinale della critica al leader: "Ci sono molte cose di Grillo che non condivido, molti toni che potrebbero essere usati in un certo modo, e di cui noi spessissimo discutiamo fra di noi". Toni morbidi che lambiscono l'eresia nel caleidoscopico mondo a 5 stelle, ma che sono la cartina tornasole di una campagna elettorale accorta, che ha mostrato agli elettori il volto dialogante dell'universo grillino.
L'obiettivo era chiaro da mesi. Spiega un dirigente del posto a prezzo dell'anonimato: "La gestione di Lo Meo è stata fallimentare. Dopo tre anni aveva perso totalmente il controllo del Consiglio, portandolo in una spaventosa situazione di dissesto finanziario, soprattutto per la scellerata gestione dei rifiuti". Dopo tre anni la bandiera bianca si levava sul pennone del comune.
Qualche tempo prima Maria Laura Maggiore, segretaria cittadina del Pd, aveva detto basta. Aveva sbattuto la porta e se n'era andata, camminando lentamente verso la protesta grillina, fino a trovare un posto in lista proprio sotto la bandiera a Cinque stelle. Regolamenti stellati alla mano, una roba da espulsione. Ma in una terra complicata è stato visto dai nuovi compagni di strada, che solitamente fanno della pignoleria un vanto, come un atto di grande generosità.
"Maria Laura è la figlia del dottor Maggiore - spiega un bagherese - un dirigente della Dc, poi della Margherita e infine del Pd molto conosciuto in città. Lei ha trent'anni, è una faccia fresca, e insieme le sue origini hanno tranquillizzato tanti di quelli che da Grillo magari erano spaventati".
Ma anche qui il Pd ha dato una mano. Perché a contrapporsi a Cinque c'era Daniele Vella, un renziano che non era riuscito a scrollarsi di dosso l'ingombrante figura di Lo Meo. Racconta un suo compagno di partito che "sia lui, sia Emanuele Tornatore, che lo aveva sfidato alle primarie e che era diventato capolista, sono stati coinvolti nell'amministrazione precedente, non sono riusciti a marcare una discontinuità con chi li aveva preceduti".
Il Movimento ha avuto buon gioco a fiutare lo spazio politico, ad infilarvisi, a connotarsi davvero come unica alternativa possibile in un paese difficile. Quanto la mafia sia legata a questo luogo lo racconta simbolicamente il cinema. Quando Kay, la moglie di Michael Corleone, scende dal treno per raggiungere il marito rifugiatosi in Sicilia, il cartello impresso nella pellicola di Francis Ford Coppola recita inequivocabilmnte: Bagheria.
È qui che Cinque ha vinto, con una dose di sana incoscienza, di rabbia in salsa grillina e con qualche insperato aiuto. Non solo quello "ragionato" dell'ex rivale del Pd. Ma anche sulla scorta dell'istrionica discesa in campo di Edward Luttwak. Proprio quel Luttwak esperto di strategie militari che siede placido nei salotti dei talk show serali.
"La moglie di Luttwak ha detto che si può portare la cultura a Bagheria - ha spiegato un accorato Cinque durante un confronto pubblico - Luttwak lavora alla Casa Bianca, è consigliere per il governo giapponese, lavora per la Toyota, sua moglie porta turismo a Bagheria". Perché il politologo americano (e consorte) frequentano Bagheria fin da bambini, e hanno garantito il proprio appoggio al M5s in cambio di un assessorato per un loro uomo, Marco Troiano. Al Turismo, ovviamente.
"Forse credevamo di avere bracia troppo grandi per abbracciare il mondo e non era vero", diceva Peppino nella Baaria di Tornatore. Quelle del M5s, per ora, si sono accontentate della città.

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