A me le persone furbe non mi sono mai piaciute. Ma se c’è una cosa che davvero non reggo sono le persone che provano in tutti i modi ad essere furbe ma, per un loro limite, non ci riescono mai.
Prima dell’elezione in Comune a Bologna ho ascoltato il consigliere Minimo Bugani dal palco di Piazza Maggiore dire: “Siamo qualunquisti perché ogni sei mesi rimettiamo il nostro mandato nella mani dei cittadini che ci hanno eletto. Noi saremo ogni sei mesi davanti a voi a chiedere se le cose che abbiamo fatto vi sono piaciute oppure no”.
Era stato eletto per essere il portavoce di un gruppo ma è finito con il trasformarsi nel commissario politico di Casaleggio con l’ordine di fare terra bruciata attorno a chi era stato spinto fuori dal cerchio magico dei capi.
Sentire oggi le sue parole è una roba da far accapponare la pelle. E non solo la mia: c’è anche l’epidermide inorridita di tutti quelli che lo sfiduciarono pubblicamente in assemblea e che poi sono stati buttati fuori dal Movimento con mezzucci da polizia politica: dossier, screditamento, attacchi personali.
Solo chi ama essere meschino riesce sempre ad esserlo. E lui ci riesce benissimo.
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