Corruzione, le confessioni di un imprenditore: " "Ho un ufficio dedicato alle tangenti"
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"E' soprattutto una questione di ipocrisia, c'è chi continua a scandalizzarsi di fronte a una realtà che noi imprenditori viviamo tutti i giorni: io ho un ufficio dedicato, una contabilità parallela, per le relazioni... chiamiamole relazioni istituzionali". Si confessa così, all'agenzia Adknronos, un imprenditore edile del Lazio che chiede di rimanere anonimo. Le ultime inchieste su Expo e Mose non lo sorprendono, il fenomeno tangentizio sarebbe molto più diffuso di quanto si sia portati a pensare.
Le "relazioni istituzionali" di cui parla si fondano su un sistema ben codificato di pagamenti in denaro, prestazioni gratuite, agevolazioni dirette e indirette. "Ci sono le bustarelle, come avviene da sempre. Ma c'è anche il lavoretto per la villa di famiglia del capo dei vigili urbani, il lavoretto per il nipote del consigliere comunale... Non gli stai dietro se non ti organizzi con una struttura coerente con il resto dell'azienda", spiega.
I soldi spesi per oliare la macchina della pubblica amministrazione diventano una vera e propria voce di bilancio. "Sono messi in conto, come gli investimenti in macchinari e i pagamenti ai fornitori". Senza, sottolinea l'imprenditore, "sarebbe semplicemente impossibile andare avanti". Anche perchè una parte consistente, ormai, "serve a coprire tutto quello che hai fatto finora". C'è una sola accortezza da tenere sempre presente. "Non devi esagerare. Perchè va calcolato anche il rischio che qualcosa possa andare storto... E una cosa è patteggiare qualche mese da incensurato e un'altra è finire in galera".
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