mercoledì 11 giugno 2014

I leghisti insieme al PDL sono stati anni a spartirsi poltrone senza avviare i lavori e adesso Maroni si preoccupa del tempo.

Expo: Andrea Orlando sugli allarmi di Maroni: "Poteva agitarsi prima"

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ANDREA ORLANDO
In merito alle preoccupazioni Manifestate dal presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, circa il rischio di non riuscire a rispettare i tempi per la realizzazione expo 2015 "deve stare tranquillo". Lo ha detto, intervenendo alla festa dei giovani turchi al circolo degli artisti a Roma, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sottolineando che "se Maroni si fosse agitato così prima, con più occhi, avremmo forse evitato di mandare cantone dopo. Cantone - ha aggiunto - avrà i poteri, ma da solo non può risolvere tutto", ha concluso Orlando.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Premier che da Shangai dice: "Piuttosto che sollevare polemiche sterili, Maroni rifletta sulla responsabilità della Lombardia". Il governo, come Renzi ha ribadito oggi a Shangai, è determinato a fare dell'Esposizione una storia di successo internazionale.
Decreto Expo Più controlli e meno burocrazia: è questo, in sostanza, quello che da Milano chiedono al governo di inserire nel decreto su Expo. Un modo per lavorare nel migliore dei modi e evitare ritardi. Prima di tutto ci sono i reali poteri da affidare al presidente dell'authority anticorruzione Raffaele Cantone, che il governatore Roberto Maroni ha iniziato a chiedere il giorno stesso in cui a Milano Matteo Renzi, dopo la bufera giudiziaria sugli appalti ha annunciato ufficialmente di voler coinvolgere nei controlli sull'esposizione universale. Controllo sulle commissioni di gara e sui bandi sono due degli elementi essenziali dell'impegno dell'anticorruzione, secondo il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Il motivo è chiaro: il controllo sui bandi serve a impedire che siano redatti a immagine e somiglianza di qualcuno che si vuol far vincere e quello sulle commissioni di gara che ci siano atteggiamenti compiacenti verso qualche 'amico'.
Il decreto dovrebbe riconoscere all'Autorità sia un potere sanzionatorio (comminare multe, imporre l'espletamento di obblighi inevasi) che un potere ispettivo. Cantone potrà servirsi della Guardia di Finanza in funzione preventiva, per visionare documenti e verificare connessioni sospette, ancor prima che il reato sia compiuto e la tangente pagata.
A Expo mancano solo 325 giorni e per velocizzare i tempi il commissario unico, Giuseppe Sala, ha più volte detto di voler dare in affidamento diretto (quindi senza gara) a Fiera Milano i lavori di allestimento, del valore di circa 80 milioni di euro.
Per poterlo fare, però, o serve il decreto.
L'altra questione da risolvere nel provvedimento riguarda la possibilità, che ora non c'è, di estromettere dai lavori o per lo meno costringere 'sotto tutela' ditte nella bufera per le inchieste giudiziarie. Solo lo scorso cinque giugno la società Expo ha scritto all'impresa Maltauro (il cui ex ad, Enrico Maltauro, è stato arrestato) confermando che non erano stati rilevati elementi sufficienti a motivare la risoluzione dei contratti e che quindi poteva andare avanti con gli appalti vinti. "Provvedimenti di segno diverso - aveva spiegato la società Expo - saranno possibili solo in ragione di un mutato quadro normativo o di diverse informazioni provenienti dalle indagini". Una delle cose che la società chiede, appunto.

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