Elezioni amministrative, per Paolo Virzì a Livorno "non ha vinto Beppe Grillo, è stata la sinistra a voler punire se stessa"
Livorno elegge un sindaco a 5 Stelle, ma "non ha vinto Grillo e non ha perso Renzi", perché in realtà è stata "la sinistra a punire se stessa". Ad analizzare il voto al secondo turno delle elezioni amministrative è il regista livornese Paolo Virzì, in un'intervista all'AdnKronos.
"Se si usano le categorie nazionali di quello che è successo a Livorno non si capisce nulla, non si capisce che non ha vinto Grillo e non ha perso Renzi, ma che è stata la sinistra a punire se stessa" afferma Virzì, commentando la storica vittoria del candidato M5S Filippo Nogarin, con il 53,1% dei consensi, contro il democratico Marco Ruggeri. "Conosco tanti, anche e soprattutto a sinistra, che hanno votato M5S perché erano feriti, volevano vedere il sangue, affermare il bisogno di cambiare - prosegue Virzì - Negli ultimi dieci anni Livorno è stata colpita da una crisi mortale che ha preso a galoppare negli ultimi cinque anni. L'amministrazione cittadina non ha percepito la necessità di un cambiamento radicale, ha la responsabilità di aver dormito, non ha risposto al bisogno di riconvertire una città industriale ed operaia proiettandola verso altri destini".
Secondo il regista, "la responsabilità non può che essere sulle spalle del sindaco uscente, Alessandro Cosimi, e proprio per questo non ho per nulla apprezzato le sue dichiarazioni dopo il risultato elettorale, cioè l'addossare tutte le colpe alla campagna elettorale del giovane Ruggeri, autentico capro espiatorio di questa vicenda, che invece è stato molto dignitoso nell'addossarsi la responsabilità e nel chiedere a Nogarin, adesso che ha vinto, di prendersi cura della città".
Altrettanto critico è Virzì nei confronti del nuovo sindaco. "Ho sentito le sue prime dichiarazioni, seguito i collegamenti televisivi con lui. È stato imbarazzante; imbarazzante che non sapesse rispondere alle domande che gli rivolgevano, che perdesse la pazienza, che si rifugiasse negli slogan; straziante che combattesse con la lingua italiana. Per prendersi cura di una città malata non bastano gli slogan, le semplificazioni, bisogna farla funzionare. Non mi pare che Nogarin parli a tutta la città". Inoltre "non sembra esserci da parte sua un progetto di governo della città. Nogarin ha già annunciato che farà un bando su internet per cercare i suoi assessori, chi vuol farlo si candidi e mandi un curriculum. Non è questo il modo giusto in un momento tanto delicato per Livorno; spulci le mail di mitomani e millantatori, vedremo se poi si porrà il problema di governare davvero. In questo caso, certo, arriverà inevitabilmente al conflitto con il movimento che ha espresso la sua candidatura, come è successo a Parma per Pizzarotti. Se invece Nogarin resterà fermo al dare voce alla rabbia, al tirare gomitate, al 'tutti a casa', allora la città non sarà governata e fra pochi mesi si tornerà a votare. Non sono belle prospettive. Lo ripeto: la sinistra livornese, in particolare quella più radicale, voleva vedere il sangue. Sembra proprio quella storiella del marito che per fare dispetto alla moglie se lo taglia", conclude ironico Virzì.
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