Stuprata da un coetaneo, va in giro con un materasso per protesta: “Nessuno mi crede”
Affinché venga presa sul serio la sua denuncia contro l’autore dell’abuso sessuale subito, una studentessa americana ha deciso di mettere in pratica una singolare battaglia
Redazione 5 Settembre 2014
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Dopo mesi di dichiarazioni in cui racconti dettagliati del fatto più spregevole che potesse accaderle si sono ripetuti numerosi di fronte alle autorità di polizia e universitarie, Emma Sulkowicz,una studentessa 21enne di arti visive preso la prestigiosa Columbia University, ha deciso di mettere in pratica una singolare e impattante protesta, affinché l'esperienza della violenza subita venga creduta, una volta per tutte: andare in giro con un materasso, simbolo del peso enorme che porta con sé, addosso e nel cuore.
La ragazza racconta di essere stata stuprata nella sua camera da letto da un compagno di ateneo e poiché la sua denuncia non è stata presa in considerazione, ha giurato di andare ovunque, lezioni in aula comprese, con il pesante fardello su cui si sarebbe consumato l’abuso: "Lo stupro può accadere, ovunque" ha raccontato Emma, "Io sono stata violentata sul mio letto che da allora è diventato insopportabile per me, un peso insostenibile che porto ovunque, affinché tutti possano sapere cosa è successo lì sopra. Lo porterò con me finché il mio aggressore non sarà punito e espulso dall'Università".
Nonostante la sua denuncia e quella di altre due ragazze, infatti, lo studente non è stato ritenuto colpevole dello stupro dalle autorità universitarie: "Ero così ingenua che credevo che non mi avrebbero lasciata sola, perché ho detto solo la verità" ha detto la Sulkowicz all' Huffington Post Usa nel mese di febbraio. "Non mi aspettavo che l'Università non avrebbe preso le mie difese".
Emma è una dei 23 studenti che hanno presentato una denuncia federale contro la Columbia per la cattiva gestione dei casi di violenza sessuale e il Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti deve ancora determinare se indagherà l'Università.
Adesso la sua esperienza è diventata un progetto visivo e una tesi di laurea e ‘Carry That Weight’ è il nome della lotta contro l'ingiustizia e una campagna di sensibilizzazione rivolta alla sua comunità, perché sia a conoscenza della difficoltà di affrontare il trauma emotivo e fisico provocato dalla violenza sessuale.
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