FOCUS / Medici, professori, sindaci, poliziotti: l'Italia che vale tanto e guadagna poco
Matteo Palo
ROMA, 30 MARZO 2014 - NON C’È solo Barbara Nazzaro, l’architetto della Sovrintendenza archeologica di Roma che ha guidato il presidente Usa Barack Obama nella sua visita al Colosseo: grandi competenze, inglese perfetto e una busta paga che non supera i 1.500 euro al mese. È l’altro lato della pubblica amministrazione. Se i vertici, gli alti funzionari, i manager, i grand commis occupano poltrone che spesso, in termini di stipendio, superano di molto il presidente della Repubblica (retribuzioni, quelle dei manager pubblici delle società non quotate, che ora il governo vuole tagliare), c’è un universo di posizioni meno conosciute, poco esposte e quasi invisibili che affrontano ogni giorno responsabilità pesantissime per buste paga ridicole.
BASTA andare negli uffici tecnici di qualsiasi Comune. Un geometra, inquadrato nella cosiddetta ‘categoria C’, percepisce uno stipendio di 1.200 euro netti al mese. Una miseria, soprattutto perché gli viene spesso demandata una responsabilità pesantissima: firmare e rispondere delle concessioni edilizie dell’amministrazione. Pochi passi ed eccoci negli uffici finanziari. Qui lavorano ragionieri che guadagnano poco meno di 1.300 euro ogni trenta giorni. Eppure, sottoscrivono gli impegni di acquisto del Comune. O, ancora peggio, organizzano e rispondono come responsabili delle procedure di appalto. Paradossi che Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp, spiega così: «Gli effetti di un approccio sistematicamente sbagliato alle riforme della pubblica amministrazione, come il blocco dei contratti nazionali, hanno impedito l’innovazione nei profili e negli inquadramenti contrattuali. Con conseguenze perverse su retribuzioni ferme al palo e su un riconoscimento sociale che manca, quando non è deliberatamente negato».
E GLI ESEMPI di questa situazione sono molti altri. I funzionari delle Agenzie delle Entrate e del Territorio sono esposti, soprattutto in questa difficile congiuntura, a rischi che qualche volta minacciano addirittura la loro incolumità fisica: eseguono verifiche nelle aziende, accertamenti sui libri fiscali, gestiscono il contenzioso di fronte alle commissioni tributarie e spesso si assumono l’onere di sanzioni salatissime. Ma viaggiano su un netto mensile di circa 1.600 euro. Stesso discorso, e stessi 1.600 euro a fine mese, per un ufficiale di polizia giudiziaria di Spisal, Asl o Arpa. Anche in questo caso si tratta di figure poco conosciute, ma decisive per la sicurezza collettiva: sono i professionisti che fanno ispezioni e verifiche sui posti di lavoro, i cantieri, gli alimenti. Cercano di prevenire incidenti per poche centinaia di euro.
«SONO ESEMPI che – dice ancora Faverin — danno il segno di come sia mancato negli ultimi decenni l’investimento nelle professionalità impegnate ogni giorno al servizio delle persone e delle imprese. Perché di questo è fatta la realtà del lavoro pubblico». D’altronde, tra i lavori peggio pagati compare anche uno di quelli certamente più utili per la collettività: negli ospedali un infermiere con tre anni di anzianità che fa quattro notti ed è in turno due-tre domeniche al mese arriva appena a 1.450 euro. Tutto compreso.
BASTA andare negli uffici tecnici di qualsiasi Comune. Un geometra, inquadrato nella cosiddetta ‘categoria C’, percepisce uno stipendio di 1.200 euro netti al mese. Una miseria, soprattutto perché gli viene spesso demandata una responsabilità pesantissima: firmare e rispondere delle concessioni edilizie dell’amministrazione. Pochi passi ed eccoci negli uffici finanziari. Qui lavorano ragionieri che guadagnano poco meno di 1.300 euro ogni trenta giorni. Eppure, sottoscrivono gli impegni di acquisto del Comune. O, ancora peggio, organizzano e rispondono come responsabili delle procedure di appalto. Paradossi che Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp, spiega così: «Gli effetti di un approccio sistematicamente sbagliato alle riforme della pubblica amministrazione, come il blocco dei contratti nazionali, hanno impedito l’innovazione nei profili e negli inquadramenti contrattuali. Con conseguenze perverse su retribuzioni ferme al palo e su un riconoscimento sociale che manca, quando non è deliberatamente negato».
E GLI ESEMPI di questa situazione sono molti altri. I funzionari delle Agenzie delle Entrate e del Territorio sono esposti, soprattutto in questa difficile congiuntura, a rischi che qualche volta minacciano addirittura la loro incolumità fisica: eseguono verifiche nelle aziende, accertamenti sui libri fiscali, gestiscono il contenzioso di fronte alle commissioni tributarie e spesso si assumono l’onere di sanzioni salatissime. Ma viaggiano su un netto mensile di circa 1.600 euro. Stesso discorso, e stessi 1.600 euro a fine mese, per un ufficiale di polizia giudiziaria di Spisal, Asl o Arpa. Anche in questo caso si tratta di figure poco conosciute, ma decisive per la sicurezza collettiva: sono i professionisti che fanno ispezioni e verifiche sui posti di lavoro, i cantieri, gli alimenti. Cercano di prevenire incidenti per poche centinaia di euro.
«SONO ESEMPI che – dice ancora Faverin — danno il segno di come sia mancato negli ultimi decenni l’investimento nelle professionalità impegnate ogni giorno al servizio delle persone e delle imprese. Perché di questo è fatta la realtà del lavoro pubblico». D’altronde, tra i lavori peggio pagati compare anche uno di quelli certamente più utili per la collettività: negli ospedali un infermiere con tre anni di anzianità che fa quattro notti ed è in turno due-tre domeniche al mese arriva appena a 1.450 euro. Tutto compreso.
Nessun commento:
Posta un commento