Lega, senza Padania al Nord si mugugna
Via lo slogan dal simbolo del partito. Ma c'è già chi non ci vuole stare: «Così perdiamo la nostra identità».
CENTRODESTRA
di Jonathan Russo
La Lega 3.0 di Matteo Salvini è quella chemette in soffitta la Padania e apre gli occhi al resto d'Italia. Ma non manca di creare qualche nuovo mal di pancia nella base storica del partito.
Sono lontani i tempi degli slogan secessionisti di Umberto Bossi, ma sembra tramontato anche il neoleghismo di Roberto Maroni e della sua Macroregione del Nord.
Il nuovo Carroccio, ormai è chiaro, si è scelto come nemico non più Roma ladrona ma Bruxelles. E l'obiettivo non è più la divisione del Paese, ma l'uscita dalla moneta unica.
IL CARROCCIO PUNTA A SUD. Una battaglia che via Bellerio vorrebbe combattere non solo con le forze del Nord, ma anche con quelle delle regioni a Sud del Po, perlomeno in termini di consensi elettorali.
Il nuovo simbolo con cui il Carroccio ha deciso di correre alle prossime europee, senza la storica scritta “Padania” e senza il nome del segretario, ma con i messaggi “Basta euro” e “Autonomie”, punta a questo: attrarre voti al di fuori dei soliti bacini piemontesi, veneti, lombardi e friulani.
SONDAGGI IN RECUPERO. Tutto parte di una strategia già in atto, che ha avuto un inizio operativo nei referendum per cui la Lega sta in questi giorni raccogliendo le firme in piazza: abrogazione delle leggi Merlin, Mancino e Fornero e abolizione delle prefetture e dei concorsi pubblici aperti agli immigrati. Temi che, secondo i dirigenti padani, vanno a toccare il quotidiano di tutti gli italiani, a Nord come a Sud.
I sondaggi, del resto, sembrano dare ragione alla nuova linea: la Lega, che dalle ultime elezioni è uscita a pezzi superando di poco la soglia di sbarramento del 4% per entrare alla Camera, appare in recupero con percentuali attorno al 5 % (5,5 secondo Ixé, 5 secondo Swg; in ogni caso circa la metà rispetto al 10,2 per cento del 2009).
Sono lontani i tempi degli slogan secessionisti di Umberto Bossi, ma sembra tramontato anche il neoleghismo di Roberto Maroni e della sua Macroregione del Nord.
Il nuovo Carroccio, ormai è chiaro, si è scelto come nemico non più Roma ladrona ma Bruxelles. E l'obiettivo non è più la divisione del Paese, ma l'uscita dalla moneta unica.
IL CARROCCIO PUNTA A SUD. Una battaglia che via Bellerio vorrebbe combattere non solo con le forze del Nord, ma anche con quelle delle regioni a Sud del Po, perlomeno in termini di consensi elettorali.
Il nuovo simbolo con cui il Carroccio ha deciso di correre alle prossime europee, senza la storica scritta “Padania” e senza il nome del segretario, ma con i messaggi “Basta euro” e “Autonomie”, punta a questo: attrarre voti al di fuori dei soliti bacini piemontesi, veneti, lombardi e friulani.
SONDAGGI IN RECUPERO. Tutto parte di una strategia già in atto, che ha avuto un inizio operativo nei referendum per cui la Lega sta in questi giorni raccogliendo le firme in piazza: abrogazione delle leggi Merlin, Mancino e Fornero e abolizione delle prefetture e dei concorsi pubblici aperti agli immigrati. Temi che, secondo i dirigenti padani, vanno a toccare il quotidiano di tutti gli italiani, a Nord come a Sud.
I sondaggi, del resto, sembrano dare ragione alla nuova linea: la Lega, che dalle ultime elezioni è uscita a pezzi superando di poco la soglia di sbarramento del 4% per entrare alla Camera, appare in recupero con percentuali attorno al 5 % (5,5 secondo Ixé, 5 secondo Swg; in ogni caso circa la metà rispetto al 10,2 per cento del 2009).
I malpancisti: «Ora al Nord la Lega non prenderà più un voto»
Chiudere con una storia decennale però può avere anche conseguenze nefaste. Lo sanno bene in Veneto dove il passaggio tra la Lega di Bossi e quella di Maroni ha creato un'emorragia di voti e la nascita di un nuovo partito: Prima il Veneto, lanciato da epurati eccellenti come gli ex parlamentari padani Corrado Callegari e Paola Goisis.
Callegari è netto: «Lo zoccolo duro della Lega non c'è più. Quando è nata la nostra associazione nella sola provincia di Venezia sono passati con noi in 500. Ora abbiamo sedi anche nel padovano e a Vicenza, in più abbiamo contatti in altre due province».
«LA LOTTA ALL'EURO NON BASTA». E se la Lega rinuncia alla parola d'ordine “Padania”? «La cosa non ci riguarda», prosegue Callegari, «il nostro obiettivo non è la Padania ma l'indipendenza della nostra Regione. Credo però che a prescindere dai pronostici dei sondaggi, la Lega non farà grandi risultati. In Veneto dalle regionali del 2010 alle politiche del 2013 è scesa dal 35 al 10 per cento. Può la scritta 'Basta euro' far recuperare un crollo del genere?».
Più dura la pasionaria Goisis: «Salvini è ben cosciente che al Nord di voti non ne prende più», attacca, «quindi spera di trovarne al Sud. Hanno cambiato il Dna della Lega e il risultato è che le loro tessere sono passate da 32 mila a 9 mila scarse. Ora provano a tamponare inventando nuovi slogan o accodandosi a proposte importanti come quella del referendum per l'indipendenza del Veneto. Peccato che il segretario federale Matteo Salvini, prima del dicembre 2013, in Veneto non si fosse mai visto e gli elettori lo sanno bene».
«C'È UNO SCOLLAMENTO TERRITORIALE». Qualche dubbio emerge anche tra chi nella Lega è rimasto, specialmente tra i sindaci che nel partito hanno da sempre il ruolo fondamentale di mantenere un contatto con la base sul territorio. «Nel giro di pochi anni siamo passati dalle idee di Bossi alla macroregione di Maroni, ora si riparte con il 'basta euro' di Salvini. È difficile mantenere appassionati militanti ed elettori se non si tiene dritta la barra», lamenta il sindaco leghista di un piccolo comune lombardo. «In più», prosegue, «c'è uno scollegamento territoriale, in Lombardia Salvini vuole uscire dall'euro, in Veneto Flavio Tosi, che per di più si propone come leader del centrodestra, dice che uscire dall'euro non si può perché costerebbe troppo. A chi dobbiamo dare retta? Così si crea confusione e i voti perduti difficilmente tornano indietro».
Callegari è netto: «Lo zoccolo duro della Lega non c'è più. Quando è nata la nostra associazione nella sola provincia di Venezia sono passati con noi in 500. Ora abbiamo sedi anche nel padovano e a Vicenza, in più abbiamo contatti in altre due province».
«LA LOTTA ALL'EURO NON BASTA». E se la Lega rinuncia alla parola d'ordine “Padania”? «La cosa non ci riguarda», prosegue Callegari, «il nostro obiettivo non è la Padania ma l'indipendenza della nostra Regione. Credo però che a prescindere dai pronostici dei sondaggi, la Lega non farà grandi risultati. In Veneto dalle regionali del 2010 alle politiche del 2013 è scesa dal 35 al 10 per cento. Può la scritta 'Basta euro' far recuperare un crollo del genere?».
Più dura la pasionaria Goisis: «Salvini è ben cosciente che al Nord di voti non ne prende più», attacca, «quindi spera di trovarne al Sud. Hanno cambiato il Dna della Lega e il risultato è che le loro tessere sono passate da 32 mila a 9 mila scarse. Ora provano a tamponare inventando nuovi slogan o accodandosi a proposte importanti come quella del referendum per l'indipendenza del Veneto. Peccato che il segretario federale Matteo Salvini, prima del dicembre 2013, in Veneto non si fosse mai visto e gli elettori lo sanno bene».
«C'È UNO SCOLLAMENTO TERRITORIALE». Qualche dubbio emerge anche tra chi nella Lega è rimasto, specialmente tra i sindaci che nel partito hanno da sempre il ruolo fondamentale di mantenere un contatto con la base sul territorio. «Nel giro di pochi anni siamo passati dalle idee di Bossi alla macroregione di Maroni, ora si riparte con il 'basta euro' di Salvini. È difficile mantenere appassionati militanti ed elettori se non si tiene dritta la barra», lamenta il sindaco leghista di un piccolo comune lombardo. «In più», prosegue, «c'è uno scollegamento territoriale, in Lombardia Salvini vuole uscire dall'euro, in Veneto Flavio Tosi, che per di più si propone come leader del centrodestra, dice che uscire dall'euro non si può perché costerebbe troppo. A chi dobbiamo dare retta? Così si crea confusione e i voti perduti difficilmente tornano indietro».
Martedì, 01 Aprile 2014
(5)
ilcomasco 01/apr/2014 | 21:26
Ripeto il mio mantra.
Associo ultimamente la faccia di Salvini ad un talebano. Forse perché i segaioli non mi sono mai stati simpatici. Questo fancazzista di eurodeputato fa parte di quel cerchio (non magico!!!) di somari che si sono succeduti alla guida del partito, a cominciare dal "ruttatore" passando per "la mafia non c'è" per arrivare al "simil-talebano". Ma a questi euro scettici hanno fatto i conti di quanto ci perderemmo??? Ma forse a loro di noi non gliene frega niente. Il modo per rubare soldi lo trovano sempre.
Associo ultimamente la faccia di Salvini ad un talebano. Forse perché i segaioli non mi sono mai stati simpatici. Questo fancazzista di eurodeputato fa parte di quel cerchio (non magico!!!) di somari che si sono succeduti alla guida del partito, a cominciare dal "ruttatore" passando per "la mafia non c'è" per arrivare al "simil-talebano". Ma a questi euro scettici hanno fatto i conti di quanto ci perderemmo??? Ma forse a loro di noi non gliene frega niente. Il modo per rubare soldi lo trovano sempre.
v15cu50 01/apr/2014 | 20:59
SIMPATIA...
...sono TERRONI ma non scemi! Credi davvero che possano darvi il voto dopo tutto quello che dite e pensate??
...sono TERRONI ma non scemi! Credi davvero che possano darvi il voto dopo tutto quello che dite e pensate??
v15cu50 01/apr/2014 | 20:53
FOTO ANSA
La foto di SimpatiaSalvini non ha bisogno di commenti.....
La foto di SimpatiaSalvini non ha bisogno di commenti.....
Donato Lamberti 01/apr/2014 | 20:42
Patania
La patania si trova nelle loro teste bacate.....ecco dove si trova........leggessero qualche libro in piu e sparassero qualche cagata in meno......
La patania si trova nelle loro teste bacate.....ecco dove si trova........leggessero qualche libro in piu e sparassero qualche cagata in meno......
attila 1950 01/apr/2014 | 18:19
trovatela
ma stà padania si può sapere da che parte si trova?
forse nelle teste malate di certi pseudo leader.
ma stà padania si può sapere da che parte si trova?
forse nelle teste malate di certi pseudo leader.
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