31/03/2014
Ring: la riforma di Senato e Province
Pro e contro le riforme di Renzi
Tagliare i corpi intermedi significa dare voce al Paese o eliminare chi disturba il manovratore?
La riforma delle province e ancor più del Senato divide partiti, istituzioni (dopo l’opposizione del presidente del Senato, Piero Grasso), intellettuali e lo stesso governo, con la presa di distanza del ministro Stefania Giannini dal progetto del premier Renzi.
Oggetto principale delle divisioni della critica è la decisione di tagliare i rappresentati elettivi.
Ospitiamo due opinioni a confronto.
Per Luca Telese «non sarà un disegno autoritario, ma di sicuro queste due crociate “abolizioniste” su Senato e Province, e quella contro l’elettività e a favore delle designazioni e dei rappresentanti nominatl, sono il frutto di una strategia populista che nel nome dell’anticasta cerca di eliminare qualsiasi disturbo al manovratore, qualsiasi corpo intermedio, qualsiasi vincolo».
Per Luca Comodo, direttore della divisione politico-sociale di Ipsos, «l’occasione creata dalla necessità di rivedere, insieme alla legge elettorale, anche la struttura dei poteri e delle loro forme diventa anche il momento in cui si pensa sia possibile ridefinire la struttura e l’assetto dei poteri repubblicani. Si tratta insomma di un’occasione per ripensare le forme attraverso cui la democrazia si esprime».
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