Province, ddl in aula sul filo. Renzi: "Se passa, stop a indennità per tremila politici"
La sconfitta in commissione al Senato su due emendamenti. Decisiva "l'assenza politica" di Mauro (Per l'Italia). Alla fine il via libera. La pregiudiziale del M5S non passa per soli 4 voti. Poche ore per approvare riforma. All'asta le prime auto blu su eBay
ROMA - Malgrado un primo passaggio al Senato difficoltoso, Matteo Renzi è ottimista sul ddl Province. Ed esprime il suo entusiamo in un tweet:
Oggi governo e maggioranza sono andati sotto due volte in commissione Affari costituzionali al Palazzo Madama, dove si sono votati gli emendamenti al ddl Delrio sulla riforma delle Province. Riforma che oggi pomeriggio è approdata all'esame dell'aula e che ha come scadenza tassativa le 18 di domani. Al Senato, però, accade che la pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S contro il taglia-Province viene, sì, respinta ma con soli 4 voti di scarto: gli ok sono stati 112, i no 115 e una sola astensione (che al Senato vale come voto contrario). Davvero un 'soffio' anche se si pensa che la maggioranza che diede fiducia al governo Renzi fu di 169 senatori. Un segnale non proprio positivo per il treno delle riforme su cui punta il presidente del Consiglio. Che insiste sulla linea della cancellazione dei privilegi: fra poche ore all'asta su e-Bay le prime 150 auto blu.
Tra i parlamentari che hanno contribuito a 'salvare' il ddl da una pregiudiziale che, se accolta, avrebbe affossato la riforma, ci sarebbero Pierferdinando Casini e Maria Paola Merloni (Per l'Italia), in dissenso rispetto al proprio gruppo e in controtendenza anche rispetto a quanto avvenuto in mattinata in commissione.
Soltanto poche ore prima, infatti, governo e maggioranza sono stati battuti in commissione su un emendamento dell'opposizione: prima è passata una norma proposta da Sel che restituisce alle Province le competenze sull'edilizia scolastica. Poi è stato bocciato l'emendamento del relatore Francesco Russodel Pd che fissava un tetto alle indennità dei presidenti delle Province in misura non superiore a quella del sindaco del Comune capoluogo.
Stando alla riforma Delrio, infatti, fino al 31 dicembre 2014 gli enti vivranno una fase di cosiddetto 'accompagnamento': se il ddl passerà definitivamente, per 9 mesi le giunte provinciali continueranno a esistere, e solo dal 1° gennaio 2015 il disegno dell'ex ministro degli Affari regionali, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, prenderà realmente forma. Da qui ad allora, le Province commissariate rimarranno tali, mentre le 52 che a maggio sarebbero dovute andare al rinnovo rimarranno in carica così come sono: ai vertici, gli stessi amministratori in scadenza che saranno tali per il periodo di transizione.
Sul nodo delle indennità, però, i giochi non sono ancora fatti: secondo il sottosegretario ai Rapporti con il parlamento, Luciano Pizzettil'emendamento, bocciato in commissione, potrebbe essere riproposto e recuperato in aula.
A incidere sull'esito delle votazioni, l'assenza - decisiva - del senatore di maggioranza Mario Mauro (Per l'Italia). A inizio seduta, infatti, in commissione si era subito notata anche l'assenza di due senatori in quota Ncd. I numeri mancanti avevano creato qualche tensione, e i due parlamentari alfaniani erano stati prontamente sostituiti. Non così nel caso di Mauro: nonostante le sollecitazioni, il posto dell'ex ministro montiano (non riconfermato da Renzi) è rimasto 'casella' vuota. Lo stesso Mauro l'ha poi definita "un'assenza politica". Per il senatore, secondo quanto si apprende, il ddl avrebbe dei "limiti di costituzionalità" e "i costi non sarebbero affatto diminuiti". Per il governo era presente Pizzetti.
Intanto, il Pd serra le fila, e a intervenire è il relatore Russo: "Il Senato - dice - voterà, entro domani, a favore dell'abolizione delle Province dimostrando che cambiare si può. Questi sono fatti ed è l'unica cosa che conta".
"In commissione Affari costituzionali - prosegue - si è verificato un episodio marginale che ha visto il governo e la maggioranza battuti su un emendamento dell'opposizione che restituisce alle Province le competenze sull'edilizia scolastica e su un emendamento del relatore che fissava un tetto all'indennità dei presidenti delle Province in misura non superiore a quella del sindaco del capoluogo dei comuni associati. Si è trattato di un incidente dovuto all'assenza di un senatore. Un episodio isolato - conclude il senatore Russo - che non influirà sul percorso dell'approvazione del provvedimento".
Oggi governo e maggioranza sono andati sotto due volte in commissione Affari costituzionali al Palazzo Madama, dove si sono votati gli emendamenti al ddl Delrio sulla riforma delle Province. Riforma che oggi pomeriggio è approdata all'esame dell'aula e che ha come scadenza tassativa le 18 di domani. Al Senato, però, accade che la pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S contro il taglia-Province viene, sì, respinta ma con soli 4 voti di scarto: gli ok sono stati 112, i no 115 e una sola astensione (che al Senato vale come voto contrario). Davvero un 'soffio' anche se si pensa che la maggioranza che diede fiducia al governo Renzi fu di 169 senatori. Un segnale non proprio positivo per il treno delle riforme su cui punta il presidente del Consiglio. Che insiste sulla linea della cancellazione dei privilegi: fra poche ore all'asta su e-Bay le prime 150 auto blu.
Tra i parlamentari che hanno contribuito a 'salvare' il ddl da una pregiudiziale che, se accolta, avrebbe affossato la riforma, ci sarebbero Pierferdinando Casini e Maria Paola Merloni (Per l'Italia), in dissenso rispetto al proprio gruppo e in controtendenza anche rispetto a quanto avvenuto in mattinata in commissione.
Soltanto poche ore prima, infatti, governo e maggioranza sono stati battuti in commissione su un emendamento dell'opposizione: prima è passata una norma proposta da Sel che restituisce alle Province le competenze sull'edilizia scolastica. Poi è stato bocciato l'emendamento del relatore Francesco Russodel Pd che fissava un tetto alle indennità dei presidenti delle Province in misura non superiore a quella del sindaco del Comune capoluogo.
Stando alla riforma Delrio, infatti, fino al 31 dicembre 2014 gli enti vivranno una fase di cosiddetto 'accompagnamento': se il ddl passerà definitivamente, per 9 mesi le giunte provinciali continueranno a esistere, e solo dal 1° gennaio 2015 il disegno dell'ex ministro degli Affari regionali, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, prenderà realmente forma. Da qui ad allora, le Province commissariate rimarranno tali, mentre le 52 che a maggio sarebbero dovute andare al rinnovo rimarranno in carica così come sono: ai vertici, gli stessi amministratori in scadenza che saranno tali per il periodo di transizione.
Sul nodo delle indennità, però, i giochi non sono ancora fatti: secondo il sottosegretario ai Rapporti con il parlamento, Luciano Pizzettil'emendamento, bocciato in commissione, potrebbe essere riproposto e recuperato in aula.
A incidere sull'esito delle votazioni, l'assenza - decisiva - del senatore di maggioranza Mario Mauro (Per l'Italia). A inizio seduta, infatti, in commissione si era subito notata anche l'assenza di due senatori in quota Ncd. I numeri mancanti avevano creato qualche tensione, e i due parlamentari alfaniani erano stati prontamente sostituiti. Non così nel caso di Mauro: nonostante le sollecitazioni, il posto dell'ex ministro montiano (non riconfermato da Renzi) è rimasto 'casella' vuota. Lo stesso Mauro l'ha poi definita "un'assenza politica". Per il senatore, secondo quanto si apprende, il ddl avrebbe dei "limiti di costituzionalità" e "i costi non sarebbero affatto diminuiti". Per il governo era presente Pizzetti.
Intanto, il Pd serra le fila, e a intervenire è il relatore Russo: "Il Senato - dice - voterà, entro domani, a favore dell'abolizione delle Province dimostrando che cambiare si può. Questi sono fatti ed è l'unica cosa che conta".
"In commissione Affari costituzionali - prosegue - si è verificato un episodio marginale che ha visto il governo e la maggioranza battuti su un emendamento dell'opposizione che restituisce alle Province le competenze sull'edilizia scolastica e su un emendamento del relatore che fissava un tetto all'indennità dei presidenti delle Province in misura non superiore a quella del sindaco del capoluogo dei comuni associati. Si è trattato di un incidente dovuto all'assenza di un senatore. Un episodio isolato - conclude il senatore Russo - che non influirà sul percorso dell'approvazione del provvedimento".
Dal disastro democratico a cui ci hanno portato i governi degli ultimi
20 anni si può ora solo risalire. Più giù non si può più andare.
Abbiamo toccato il fondo. Bisogna convincersi a dare fiducia a questa
ultima chance di Renzi. Occore essere realisti. Altrimenti quale altrenativa resta: ancora Berlusconi? Ancora
Grillo e grillini? Ancora Vendola e i rivoluzionari falliti alla Bertinotti? Promettono
costoro migliore e maggiore democrazia di quanta ne abbiano affossata? L'hanno già sfasciata del tutto
E il Sol dell'Avvenire del più democratico di tutti, Grillo, l'abbiamo
già visto spuntare e subito tramontare. Grillo non ha futuro e non può assicurarlo all'Italia. Lo vedete come si comportano con i propri, che appena aprono bocca li azzittisce e se lo critica li cacia a calci in culo coprendoli di insulti e improperi peggiori di quelli riservati ad altri avversari..
20 anni si può ora solo risalire. Più giù non si può più andare.
Abbiamo toccato il fondo. Bisogna convincersi a dare fiducia a questa
ultima chance di Renzi. Occore essere realisti. Altrimenti quale altrenativa resta: ancora Berlusconi? Ancora
Grillo e grillini? Ancora Vendola e i rivoluzionari falliti alla Bertinotti? Promettono
costoro migliore e maggiore democrazia di quanta ne abbiano affossata? L'hanno già sfasciata del tutto
E il Sol dell'Avvenire del più democratico di tutti, Grillo, l'abbiamo
già visto spuntare e subito tramontare. Grillo non ha futuro e non può assicurarlo all'Italia. Lo vedete come si comportano con i propri, che appena aprono bocca li azzittisce e se lo critica li cacia a calci in culo coprendoli di insulti e improperi peggiori di quelli riservati ad altri avversari..
Non dimentichiamo che, se le province esistono ancora, è grazie alla deprecabile astensione del PD di Bersani. I vetrocomunisti sono sempre in aula e c'è da domandarsi quanto abbiano da guadagnare (in termini di poltrone, nepotismo e prebende) dalla sussistenza di questa inutile istituzione
come sempre decide tutto b, che vergogna sto renzie é propio na sola
Tutti gli italiani si augurano che parlamento e governo riescano a trovare soluzioni di compromesso
su riforme e leggi che soddisfino + persone possibili . Però mettere troppa carne al fuoco puo'
portare a questi problemi . La politica , le leggi , i rapporti con sindacati e confindustria etc
non si possono ridurre "se non gli sta bene ce ne faremo una ragione ".
Non stiamo in una associazione di boy scout
su riforme e leggi che soddisfino + persone possibili . Però mettere troppa carne al fuoco puo'
portare a questi problemi . La politica , le leggi , i rapporti con sindacati e confindustria etc
non si possono ridurre "se non gli sta bene ce ne faremo una ragione ".
Non stiamo in una associazione di boy scout
" fra poche ore all'asta su e-Bay le prime 150 auto blu "
come fare informazione omettendo che ci sono 1300 auto blu in pronta consegna . Quindi nessuna riduzione delle auto blu , solo altro specchio per le allodole .
la wanna marchi del pd annuccia 3000 politici non prenderanno più l'indennità , se fa come le auto blu siamo messi proprio bene , intanto ddl imposto con la fiducia , altri soldi che i cittadini si devono sobbarcare , visto che è solo un cambio nome di alcune province in città metropolitane .
Ieri il governo si è salvato grazie all'assenza di 17 senatori di forza italia.
I metodi sono sempre uguali.In nano continua ad essere il socio occulto ed orchestra il PD come sempre.
L'assenza dei 17 ieri mi ha fatto ricordare la mitica assenza dei deputati del PD al voto sullo scudo fiscale.Scambio di favori?
governo pone la fiducia sul ddl province.
Il nuovo che avanza.
ovvia come pronosticato la prima proposta di legge tuffa è quasi finita ...risparmio zero anzi ci saranno molte spese in più per i cittadini ..però quello che importava era fare il titolo e finalmente adesso il titolo per la plebe c'è "taglio delle province" ...adesso avanti con le altre 3 riforme civetta ...tanto il popolo ignorante non leggerà mai i contenuti bastano i titoli per rinvigorire gli slogan ...avanti tutta !!!
non vedo riforme costituzionali nell'eliminare privilegi antidemocratici come i vitalizi, direi piuttosto un atto dovuto da tempo nel rispetto degli italiani massacrati dalle tasse. Spero solo che non si tratti di una presa in giro
è palese che se il PD dovesse andare male alle europee un minuto dopo Renzi salta, ecco il perchè di tutto questo ammasso di cose raffazzonate buttate nel calderone, peccato che per mere ragioni elettorali non si riescano ad incanalare delle riforme a prova di corte costituzionale o non soggette a potenziali ricorsi.... se si continua così il paese salta per aria
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