lunedì 31 marzo 2014

Andiamo avanti. Andiamo avanti non c'è tempo.

Renzi a muso duro sulle riforme. Senato non eletto, Regioni a dieta

ROMA –  Il governo Renzi ha approvato all’unanimità il ddl di riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. Il premier Matteo Renzi lo ha annunciato al termine del Consiglio dei Ministri. A muso duro e contro un fronte trasversale di oppositori che vanno dalla seconda carica dello Stato, Pietro Grasso a Beppe Grillo, più una folta schiera di personalità e ministri, fra i quali la titolare dell’Istruzione Stefania Giannini, Renato Brunetta Paolo Romani, Renzi insiste e porta avanti il suo progetto. Un Senato light, composto da 148 persone tra sindaci e governatori non più elettivo e non più pagato. Ma anche Regioni più snelle, con poteri non del tutto svuotati ma fortemente limitati nella loro funzione legislativa e dunque anche in termini di soldi a disposizione. Renzi non si è mosso di una virgola, ma dovrà ora passare il vaglio delle Camere nelle quali è sostanzialmente accerchiato.
Riforma del Titolo V significa fine del dualismo Stato-Regioni e abolizione del Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. “Non ci saranno mai più conflitti tra Regioni e Stato – ha annunciato Renzi –  avremo un Paese più semplice, in cui chi ha a che fare con la Pubblica Amministrazione deve sapere chi è responsabile”. Lo Stato avoca a sé tutte le materie concorrenti come previdenza, produzione e distribuzione dell’energia, ambiente, tutela del paesaggio, scelte sul turismo coordinamento della finanza pubblica e sistema tributario. Lo stato deciderà di volta in volta se delegare anche queste materie alle Regioni.
Da chi sarà composto il nuovo Senato? Dai presidenti delle Regioni, dai sindaci dei capoluoghi di Regione, due consiglieri regionali e due sindaci per ogni regione eletti. In Aula siederanno anche 21 senatori su nomina del presidente della Repubblica per sette anni. I senatori a vita esistenti restano in carica. Saranno comunque senatori gratis, che non votano più la fiducia, che non votano il bilancio e soprattutto non eletti, “perché noi in Italia abbiamo il numero di parlamentari più alto d’Europa, anzi più alto addirittura degli Usa”.
Di cosa si occuperà? Il nuovo Senato avrà pari poteri alla Camera per le leggi costituzionali e di revisione costituzionale. E anche sull’elezione del Capo dello Stato, dei membri del Csm e della Consulta. Quindi rimangono le funzioni di garanzia. Non sono allargate, come invece auspicato dai senatori Pd, a materie come leggi elettorali e diritti civili
Il nuovo iter legislativo: la Camera approva una legge, il Senato può pronunciarsi entro 30 giorni proponendo delle modifiche. La Camera a quel punto ha 20 giorni per pronunciarsi in via definitiva, accogliendo le modifiche del Senato o confermando il testo iniziale. La Camera deve legiferare a maggioranza assoluta su interessi propri del Senato quali quelli concernenti comuni e regioni.
Un miliardo di risparmi: niente più indennità e vitalizi ai senatori, essendo i membri del Senato già rappresentanti degli Enti Locali, dotati di stipendio. ”Se si tiene insieme il ddl costituzionale e il superamento delle province – ha detto poi Renzi ai microfoni di Sky Tg24 – abbiamo un risparmio di 1 miliardo di euro per il quale ci eravamo impegnati nel confronto delle primarie”.
“Abbiamo fatto un lavoro straordinario – ha esultato Renzi – io ero all’asilo quanto hanno iniziato. Oggi, cosa ha fatto il governo? Ha messo insieme tutte le proposte e le ha sintetizzate. Dopo anni in cui i politici hanno fatto le cicale ora è arrivato il momento in cui di restituire qualcosa alle famiglie”.
A Pasqua gli 80 euro in busta paga. Renzi lo ha promesso: il timbro sui decreti per gli sgravi Irpef arriverà non più tardi della settimana pasquale.
Def. ”Immaginiamo di presentare il Def tra martedì e mercoledì della settimana prossima”, ha assicurato Renzi.

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