Disoccupazione vola al 13%: al top dal 1977.
Tra i 15 e 64 anni lavora una persone su due
A febbraio il tasso sale ai massimi dall'inizio delle rilevazione storiche dell'Istat. L'occupazione crolla ai livelli del 2000, mentre non accennano a diminuire i giovani senza lavoro: negli ultimi 12 mesi sono cresciuti del 4,2%. Gli inattivi sono il 36%
di GIULIANO BALESTRERI
MILANO - La disoccupazione non lascia tregua all'Italia e chiama alla prova il governo Renzi. A febbraio il tasso rilevato dall'Istat è volato al 13% (+1,1 punti percentuali sul 2013): il livello più alto sia dall'inizio delle serie mensili, nel gennaio 2004, sia delle trimestrali, a inizio del 1977. Basti pensare che su base annua l'incremento è inferiore solo a quelli di Cipro (dal 14,7% al 16,7%) e della Grecia (dal 26,3% al 27,5%). D'altra le stime sulla disoccupazione in Italia per l'intero 2014 sono nell'intorno del 12,5%. A preoccupare, in particolare, è il numero dei disoccupati cresciuti del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a quota 3,3 milioni (+0,2% su gennaio). Tra i giovani, invece, sono in cerca di occupazione 678mila ragazzi, con un tasso di disoccupazione pari al 42,3%, sostanzialmente immutato rispetto a gennaio (-0,1%), ma in aumento del 4,2% sul 2013: secondo Eurostat l'Italia è il Paese più in difficoltà dell'Ue dopo la Spagna, dove gli under 25 senza lavoro sono passati dal 54,2 al 53,6%.
Le reazioni.
Numeri tragici, che aumentano le pressioni sul governo
Renzi chiamato a presentare, la prossima settimana, il Def (la legge finanziaria) e il Jobs Act con una legge delega sul lavoro. Lo stesso premier ha definito il dato "sconvolgente. Perdiamo mille posti di lavoro al giorno. Dobbiamo correre". Nel pacchetto che Palazzo Chigi presenterà al Parlamento ci saranno i nuovi ammortizzatori sociali, con la razionalizzazione delle casse e l'introduzione della Naspi (il sussidio di disoccupazione destinato anche a precari e lavoratori atipici), e la riforma dei contratti di lavoro. Il piano dell'esecutivo è volto ad aumentare la flessibilità in entrata, riducendo i costi per le aziende e rilanciando l'istituto dell'apprendistato. Cambieranno anche i contratti a termine: non saranno più necessarie le causali - fonte di contenziosi, spiegano gli addetti ai lavori - e potranno essere prorogati per tre anni. Anche per questo il ministro del lavoro Giuliano Poletti promette una stretta ai controlli su Co.co.co e partite Iva.Le reazioni.
Numeri tragici, che aumentano le pressioni sul governo
Insomma il governo Renzi scommette sull'efficacia di una cura d'urto, ma prima di vedere effetti concretibisognerà aspettare almeno un anno. D'altra parte se la situazione è drammatica sul fronte della disoccupazione, sul lato dell'occupazione è anche peggiore: i lavoratori sono fermi al 55,2% della popolazione attiva, il tasso minimo dal primo trimestre del 2000. Gli occupati sono 22,2 milioni, 365 mila persone in meno rispetto al 2013 (-1,6%): come a dire che lavora un italiano su due tra i 15 e i 64 anni e solo il 15,4% tra i giovani. A questo si aggiune un tasso di inattività pari al 36,4%.
Nel dettaglio, dai dati rilevati dall'Istat, emerge che l'occupazione diminuisce su base mensile per effetto del calo della componente maschile (-0,5%), mentre quella femminile aumenta (+0,3%); rispetto allo scorso anno, invece, l'occupazione diminuisce sia per gli uomini (-2,2%) sia per le donne (-0,7%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64%, scende di 0,3 punti percentuali su mese e di 1,4 punti su anno. Quello femminile, pari al 46,6%, aumenta di 0,2 punti percentuali su mese, ma diminuisce di 0,2 punti su anno.
Eurozona. La disoccupazione nell'Eurozona resta stabile all'11,9% a febbraio. Era al 12% un anno prima. Questa situazione di stabilità dura dallo scorso ottobre. Nella Ue a 28 è al 10,6%, in leggero calo da 10,7% a gennaio (era al 10,9% un anno prima). Dalla rilevazione Eurostat emerge che i disoccupati nella Ue erano 25,92 milioni (18,965 milioni nell'Eurozona). Rispetto a gennaio il numero dei disoccupati è calato di 65 mila unità nella Ue e di 35 mila nell'Eurozona. Rispetto a febbraio 2013 sono calati di 619 mila e di 166 mila rispettivamente. Diminuisce anche la disoccupazione giovanile passata dal 23,6 di gennaio al 23,5 per cento.
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