martedì 1 aprile 2014

L'Italia è diventato un paese becero e arretrato. Caste comprensive di grillini e gruppi di potere di vecchi. Renzi ha contro tutti perché ognuno in questo paese ha qualche privilegio da preservare. Avanti a tutta o andiamo a votare.

Riforme: Matteo Renzi solo contro tutti

di   - 31/03/2014 - Il cammino della riforma del Senato si fa sempre più accidentato tra i dubbi della minoranza Pd e gli attacchi di Forza Italia. Ed il Presidente del Consiglio torna a paventare l'abbandono delle scene. Intanto, in conferenza stampa, scherza e annuncia: gli 80 euro arrivano a maggio

Riforme: Matteo Renzi solo contro tutti<1/11>

Riforme: Matteo Renzi solo contro tutti
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Chissà se Matteo Renzi avrà mai pensato alla possibilità che il cammino delleriforme poteva essere tanto accidentato o che comunque non avrebbe mai trovato opposizione. Le parole di Pietro Grasso, la posizione della minoranza Pd molto vicina a quella del presidente del Senato, la petizione firmata dai costituzionalisti, le pressioni di Forza Italia ed i dubbi di Scelta Civica fanno vacillare non poco l’esecutivo. In conferenza stampa Renzi non perde comunque l’ilarità: ”Abbiamo delle slide, che ha la Boschi, ma non sono slide da televendita… Sono molto amareggiato. Sono slide da secchiona, ve le spiega la Boschi..” E poi annuncia: ”Il governo ha approvato all’unanimita’ il ddl costituzionale. E’ una grandissima svolta per la politica e le istituzioni”
Matteo Renzi solo contro tutti
LE MINACCE DI RENZI - Per questo Renzi torna ad alzare la voce contro coloro che hanno dubbi. Ma stavolta le minacce coinvolgono tutto l’arco politico e non è detto che abbiano lo stesso peso di quelle rivolte alla minoranza del Partito Democratico: «O facciamo le riforme o non ha senso che gente come me sia al governo. Non ci sto a fare le riforme a metà. non sto a Roma perché mi sono innamorato dei palazzi: se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti». Tali parole non hanno però ottenuto, forse, il risultato sperato. Stefania Giannini, segretario di Scelta Civica, ha invitato il Presidente del Consiglio ad avere giudizio e ad aspettare vista l’importanza della questione.


GIANNINI E BOLDRINI CHIEDONO UN CONFRONTO - «È un po’ inconsueto -ha detto il ministro della Pubblica Istruzione- che sia il governo a presentare una proposta di legge su questo tema, serve che il Parlamento ne discuta per ritoccare e migliorare alcuni aspetti». Una lettura condivisa dal Presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha sottolineato come non voglia entrare nella questione anche se ha sottolineato l’importanza di un dibattito sul tema perché è giusto, secondo lei, confrontarsi con tutti. Poi ci sono quelli che non hanno paura delle minacce di Renzi ma che anzi auspicano una crisi interna al Pd. Parliamo di Forza Italia che ribadisce la necessità di rispettare la tabella delle riforme concordata tra Renzi e Berlusconi al Nazareno lo scorso 28 gennaio.
BRUNETTA DICE STOP ALLA BOSCHI - Quindi prima Italicum e dopo riforma del Senato. Il ministro Boschi ha subito gettato acqua sul fuoco dicendo che le incomprensioni si sarebbero superate e che Pd e Forza Italia troveranno un accordo sulla precedenza della riforma del Senato. Ma a gelare il Ministro per i Rapporti con il Parlamento ci ha pensato Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera, che con un tweet eloquente ha spiegato il pensiero suo e del Partito: «Mi dispiace caro ministro ma non ci stiamo più con i giochi di parole. Prima l’#Italicum e poi le altre riforme. Game over!»
IL NODO DELLE RIFORME CON BERLUSCONI - A stretto giro commenta Vittorio Gibilino, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia, che ha ricordato come Berlusconi voglia l’approvazione dell’Italicum per dare via al progetto di riforme concordato con il Partito Democratico e che per questo è necessario un senso di responsabilità nei confronti del Paese, con Giovanni Toti che comunque ha spiegato che il Partito voterà compatto per la riforma del Senato. Bisogna quindi rispettare il programma, secondo i seguaci di Forza Italia, senza tradire il mandato con gli elettori e con Berlusconi. Certo non si può dire la stessa cosa del Partito Democratico.
LE PERPLESSITÀ DI PIETRO GRASSO - Pietro Grasso aveva specificato che i numeri nella riforma al Senato rischiavano di non esserci. Debora Serracchiani aveva richiamato all’ordine l’ex magistrato invitandolo a rispettare le decisioni della segreteria con Renzi che aveva detto di rispettare le sue parole ma che allo stesso tempo non si può mantenere lo status quo attraverso una battaglia conservatrice. E Grasso, intervistato da Lucia Annunziata in In Mezz’Ora, ripreso da Repubblica, ha risposto dicendo che la sua non è una battaglia conservatorista ma una riflessione legata al fatto che il governo rischia di cadere sotto la riforma del Senato:
Io non partirei dalla composizione senza prima aver capito quali funzioni vogliamo dargli [...] io voglio aiutare il presidente Renzi per non farlo trovare davanti a ostacoli. I numeri a Palazzo Madama rischiano di non esserci, basta ascoltare le prese di posizione di Forza Italia…[...] si andrà al Cdm con una bozza scritta sulla riforma del Senato che è piena di contraddizioni in termini, mi premeva far sapere quale fosse la mia opinione [...] io parlo a nome di me stesso per dire ‘stiamo attenti’, prendere degli amministratori e dare loro una funzione legislativa è qualcosa che stride con la nostra Carta costituzionale [...] Nell’abolizione del Senato così com’è più l’Italicum, e dunque con un monocameralismo di fatto, io intravedo un risultato che porta verso la diminuzione degli spazi di democrazia. Perché oggi, secondo la legge elettorale approvata alla Camera, abbiamo una legge per cui una piccola minoranza del 25% può avere la maggioranza in parlamento e legifirare in una sola Camera. Mi sembra di essere come quel bambino che dice che il re è nudo
Ed insieme a Grasso hanno manifestato la propria contrarietà anche i senatori del Pd Francesco Russo, Massimo Caleo, Valeria Cardinali, Stefano Esposito, Rosanna Filippin e Stefano Vaccari, già promotori del documento dei 25, che non ci stanno a passare per semplici esecutori.


renzi-riforma-senato
LE COLOMBA BOCCIA ED IL FALCO GRILLO - Francesco Boccia ha chiesto un incontro tra Renzi e Grasso sottolineando l’importanza della riforma costituzionale ribadendo la sua volontà di un passaggio al monocameralismo, con una riduzione netta del numero dei parlamentari e con un Senato che diventi delle autonomie per la legislazione concorrente. Tuttavia, nonostante secondo Boccia Renzi abbia ragione quando parla di velocizzare i processi decisionali delle istituzioni, ha ragione Grasso quando dice che non si possono smontare le istituzioni democratiche senza alcun confronto. E nel dibattito piomba anche Beppe Grillo dalle colonne del suo blog, dal quale lancia un attacco a Renzi partendo da una sua frase: «’troppa gente vive di politica».
Queste le parole di Grillo:  Renzie ha detto che troppa gente vive di politica. Una frase buttata li’ per perorare il taglio incostituzionale del Senato. Questo contaballe a progetto assunto per fare campagna elettorale per le europee dal trio BerNapDebe, ha la faccia come il c… Il primo a vivere di politica è proprio lui, Renzie, Presidente della Provincia di Firenze dal giugno 2004 al giugno 2009 (ma non era quello che le Province le voleva abolire?), sindaco di Firenze dal 2009 ad oggi (il primo sindaco televisivo d’Italia, ha passato piu’ tempo in tv che in consiglio comunale). Da sempre intruppato nella Democrazia Cristiana di Andreotti e di De Mita e votato al carrierismo politico. Di cosa ha vissuto fino ad oggi Renzie se non di soldi pubblici? Prima degli altri, tagli sè stesso e abbia piu’ pudore

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