Casaleggio e Grillo censurano il film inchiesta di Mazzotta sulla Saras
La web-tv di Casaleggio Associati, “La Cosa” avrebbe dovuto trasmettere Oil 2 di Massimiliano Mazzotta in streaming. Avrebbe, difatti, perché il film inchiesta sull’oro nero dei Moratti è stato censurato. E pensare che la nuova creatura di Grillo e Casaleggio si presenta al pubblico con il motto “Spegni la tv, accendi La Cosa”. A conti fatti, nessuna differenza tra la televisione mainstreaming e la web-tv del Movimento 5 Stelle, specie se si parla di Saras e Sardegna.
Ma cos’è successo esattamente? A raccontarlo è lo stesso Massimiliano Mazzotta, da anni impegnato contro la delittuosità di un sistema industriale sostenuto da partiti politici e sindacati.
“E’ stato il meet up 69, circolo grillino di Sassari, ad avere per primo l’idea di trasmettere su La Cosa il secondo atto del mio documentario sulla Saras, Oil 2. Con Matteo Ponzano, direttore della web-tv, eravamo già d’accordo: il film sarebbe dovuto andare in onda, la liberatoria era stata firmata”.
E poi? “Un lungo tira e molla e, infine, il contrordine, la censura”, spiega Mazzotta, che si domanda: “Perché Beppe Grillo e Casaleggio hanno paura di Moratti? Perché lo staff sardo non ha potere decisionale e non può decidere di mandare un film che riguarda l’isola?”
Il film verrà comunque trasmesso dall’emittente di Olbia “Cinque Stelle Sardegna”, che a dispetto del nome nulla ha a che vedere con il movimento di Grillo.
Ecco dunque la corrispondenza tra Mazzotta e Ponzano che il regista ha inviato a diversi giornali, “tra cui anche La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda”, che evidentemente non hanno subodorato la possibilità di realizzare uno scoop oppure, com’è più probabile che sia, hanno steso un velo di silenzio sull’intera faccenda.
In seguito alla firma del direttore Ponzano sulla liberatoria, sorgono i primi problemi. E’ lo stesso Ponzano a far sapere che “ci saranno parecchi problemi a trasmetterlo. Questa è la mia sensazione”. Era il 7 ottobre e Mazzotta aveva già inviato una copia del documentario su richiesta dello stesso Ponzano, che l’aveva a sua volta girato ai legali della web-tv. Per visionario prima che andasse in onda.
La risposta del direttore non va giù a Massimiliano Mazzotta, che chiede quali problemi siano sorti. “Problemi per questioni legali eventuali legate a Saras, questioni che tu d’altronde conosci bene. Comunque è solo una mia impressione magari i legali visionano e danno l’okay”, risponde Ponzano.
Con il suo successivo messaggio, Ponzano sembra aprire uno spiraglio: “I legali stanno visionando il film ed entro domani ti diamo una risposta spero affermativa”. Ma subito dopo entra in scena Luca Eleuteri – “Il braccio destro di Casaleggio”, lo definisce Mazzotta – il quale, secondo quanto riferisce Ponzano allo stesso Mazzotta, dice che fino a lunedì non sarà possibile dare una risposta “perché il legale ha ancora qualche dubbio… spero ci sia ancora tempo buon… week-end”.
Dopo un ulteriore giro di messaggi, Ponzano propone al regista di trasmettere il suo documentario in streaming audio su www.resetradio.net. Insomma, una soluzione di ripiego: del film va in onda solo l’audio.
“Attendo ancora il parere dei legali – dice con ironia amara e rabbia Mazzotta, ma questa per me è una censura bella e buona, un muro, l’ennesimo, eretto a protezione della Saras e dei suoi interessi”. Insomma, nessuna risposta e un silenzio che sa di censura.
In ogni caso, il film verrà comunque proiettato a Martis, il piccolo paese in provincia di Sassari aggredito dalle trivelle della Geoenergy (che lì vuole ricercare risorse geotermiche) dove sabato, a partire dalle 16, si terrà l’incontro “Life after oil”. Appuntamento dunque per il 9 Novembre 2013, insieme allo stesso Massimiliano Mazzotta, al regista Giuseppe Ferrara (autore di “Cento giorni a Palermo”, “I banchieri di Dio-il caso Calvi”) e Vincenzo Migaleddu, presidente dell’Isde– Medici per l’ambiente della Sardegna.
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