mercoledì 27 marzo 2013

Incarico a chi? Roba da non credere.


Bersani-Pdl, braccio di ferro sul Colle
I 5 Stelle: «Se fallisce incarico a noi» 

Il leader del Pd: «Al Colle senza diktat a Napolitano»

Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Vito Crimi e Roberta Lombardi al tavolo delle consultazioniPier Luigi Bersani, Enrico Letta, Vito Crimi e Roberta Lombardi al tavolo delle consultazioni
Pier Luigi Bersani ufficialmente aspetta «risposte conclusive» da tutti i partiti. Ma è una la porta che tra stasera e domani il Pd aspetta di sapere se si aprirà: il via libera di Silvio Berlusconi a far nascere, muovendo le sue truppe con alchimie numeriche, il governo. Per ottenere un accordo politico, con cui poi il premier incaricato punta a convincere il capo dello Stato Giorgio Napolitano, si tratterà fino all'ultimo: al centro sono le garanzie per l'elezione del nuovo capo dello Stato con il Pdl che, a quanto si apprende, chiede una rosa di nomi riconducibili all'area di centrodestra e il leader Pd non disposto ad andare oltre le garanzie su un nome condiviso. Il premier incaricato chiude di fatto il giro di consultazioni e giovedì farà il punto con la sua coalizione prima di salire al Quirinale tra giovedì sera e venerdì mattina. Le trattative, arrivate ad un punto morto in serata, sono ancora in piedi e Bersani si prenderà tutto il tempo che può per tentare di convincere l'ex premier. Il Cavaliere dovrà decidere se ascoltare l'ala trattativista del Pdl, guidata da Angelino Alfano e Maurizio Lupi, o i falchi che lo invitano a non fidarsi del Pd. Dal canto suo, gli ambasciatori del Pd si impegnano ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica «con una comune garanzia - come ha detto anche pubblicamente il leader Pd - su figure che ottengano i voti dei due terzi del Parlamento e non siano di parte». Impegni troppi generici per il Pdl che invece chiede al Pd una rosa di nomi da valutare, ma rappresentanti dell'area di centrodestra. Nei capannelli in Transatlantico i nomi più quotati sono, sul fronte del centrosinistra, quelli di Franco Marini e di Giuliano Amato, solo rumor ma indicativi per capire i profili di personalità che potrebbero essere proposti per cercare di convincere Berlusconi. Se il cuore della questione è il Colle, è vero che, come ha spiegato Bersani in alcune consultazioni di oggi, la 'convenzionè per le riforme, guidata dal Pdl, ha aiutato «il disgelo» con il centrodestra e con i montiani. Ma non con il M5S, dal cui incontro il premier incaricato ha definitivamente capito che non potrà avere un via libera, salvo poche defezioni.

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