martedì 26 marzo 2013

Questa è la democrazia diretta. Nel senso che il Generale Pound controlla direttamente, uno per uno, tutti i parlamentari.


Grillo chiama a rapporto i capigruppo
"Ditemi chi vuole votare la fiducia"

Lettera di Crimi e Lombardi. Fico: chi dissente è fuori. La capogruppo alla Camera dice no a un confronto interno: ""La linea è così pacifica...". I dubbi dei possibilisti: "Se fanno un governo Pd-Pdl che senso ha farsi cacciare?"

di ANNALISA CUZZOCREA ROMA - "Ditemi che succede", chiede Beppe Grillo a Vito Crimi e Roberta Lombardi. "Voglio sapere se davvero nel gruppo ci sono persone che pensano di fare un accordo con il Pd". Mentre sul blog il capo politico del Movimento 5 Stelle attaccava le "orde di trolls" colpevoli di non essere fedeli alla linea, nella vita reale chiedeva spiegazioni ai suoi portavoce in Parlamento sui retroscena degli ultimi giorni. Quel che ha letto sui giornali non gli è piaciuto affatto. Sapere che qualcuno pensa che "così rischiamo di perdere il nostro appuntamento con la storia", oppure che "se avessimo dovuto dare la fiducia a Crocetta il modello Sicilia di cui ci vantiamo non sarebbe mai partito", è una cosa che proprio non gli va giù. Così sente i capigruppo. Chiede spiegazioni. E mentre in Rete parte la caccia agli infiltrati, in Parlamento, tra chi ha espresso il suo dissenso, serpeggia la paura.

"Dimmi chi è il senatore che ti ha parlato", chiede Rocco Casalino - ex concorrente del Grande Fratello, ora uomo di comunicazione dei grillini lombardi - a un cronista. Lamenta la pressione e gli attacchi della stampa: "Faccio questo lavoro da anni e non ho mai visto una cosa del genere". Tra i parlamentari, nel week end, sono girate e-mail che si interrogavano sui non allineati. Roberta Lombardi ha scritto ai deputati. Crimi ai senatori. "Non ci credo che 20 di noi siano pronti a votare la fiducia a Bersani", è una delle frasi del capogruppo di Palazzo Madama. Che suona come un monito: attenzione, dopo la divisione su Grasso, non possiamo permettercene altre.

Ufficialmente, ogni dissenso è negato. "Siamo un gruppo compatto", dice la ventiseienne calabrese Federica Dieni. "Vorrei che chi pensa queste cose ne parlasse al gruppo", invita il toscano Alfonso Bonafede. Ancor più chiaro, Roberto Fico: "Se uno vota contro la decisione dei gruppi, stavolta, è fuori. Se al Senato votano contro in 53, sono fuori in 53". A chi le chiede se ci sarà un'assemblea prima dell'incontro di domani mattina con il Pd, Roberta Lombardi risponde secca: "Non è stato chiesto un momento di confronto. La linea è talmente pacifica...". Eppure già ieri sera - dopo l'aula - i deputati si sono riuniti in segreto fino a tardi. Non tutto è in chiaro. Non tutto va in streaming. E c'è chi, come Tatiana Basilio, di Brescia, alcune defezioni le mette in conto: "In tutte le famiglie qualche figlio si può perdere".

Il punto è che anche coloro che fino a sabato scorso erano pronti ad alzare la mano e chiedere agli altri: "Sicuri che non sia il caso di andare a vedere le carte di Bersani? Sicuri che così non si finisca per aiutare la vecchia politica?", non hanno trovato le sponde che cercavano nel Pd. Fanno notare che il segretario non ha fatto nessuna proposta irrinunciabile ai 5 Stelle. Che quando Grillo gli ha chiesto di abolire il finanziamento pubblico, "ha tirato fuori l'antica Grecia per dire che no, i soldi alla politica servono". Soprattutto, vedono trattative in corso con la Lega, con il Pdl. "Se tanto si fanno un governo tra loro, che senso ha impuntarci e rischiare di farci cacciare?".

A questo punto, è davvero difficile che i mal di pancia dei singoli possano trasformarsi in battaglia politica all'interno dei gruppi. Né rischia di ripetersi un caso Grasso, perché il voto sulla fiducia è palese, l'espulsione sarebbe immediata. Tra le voci di Transatlantico, c'è anche quella di un prossimo arrivo di Grillo, che il giorno della salita al Colle non ha incontrato i parlamentari come qualcuno si aspettava. "Non ne so nulla - dice un deputato - ma personalmente avrei la necessità di vederlo, o almeno sentirlo in assemblea, tanto per sapere che cosa ha in mente. Non che sia influente, ma almeno ne prendiamo coscienza". 
(26 marzo 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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