Crolla il potere d'acquisto delle famiglie:
è calato del 4,8 per cento, mai così dal 1995
Il reddito disponibile è sceso del 2,1% durante lo scorso anno. Considerando l'effetto dell'inflazione il potere d'acquisto reale ha perso quasi il 5 %. La spesa per consumi giù dell'1,6%, propensione al risparmio all'8,2%: il peggior dato dal 1990. Giù anche profitti e investimenti delle società
Secondo i dati rilevati dall'Istituto di Statistica, che oggi ha rilasciato anche quelli sull'andamento delle retribuzioni contrattuali, la propensione al risparmio è risultata pari all'8,2% nel 2012, con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente e a un livello mai così basso dal 1990, sempre anno d'inizio delle serie storiche. Restringendo l'analisi al solo quarto trimestre del 2012, la propensione al risparmio è stata pari all'8,3%, con una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Ma la riduzione del tasso di risparmio delle famiglie si spiega non solo con il calo dei redditi disponibili: questi ultimi, infatti, si sono ridotti del 2,1%, ma la spesa per i consumi da parte degli italiani non è arretrata allo stesso livello (-1,6%) e ha generato il gap.
In diminuzione anche gli "investimenti fissi lordi" delle famiglie e il relativo tasso (dato dal rapporto tra l'acquisto di abitazioni e il reddito disponibile): i primi sono diminuiti del 4,6% e il tasso si è attestato al 6,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al 2011.
Tassi di crescita tendenziali e congiunturali dei prinicipali aggregati del settore delle famiglie consumatrici (fonte Istat)
Nella pubblicazione Istat trovano spazio anche i dati che riguardano i "profitti delle società". Nel 2012 la quota di profitto delle società non finanziarie (intesa come rapporto tra risultato lordo di
gestione e valore aggiunto lordo ai prezzi base) è stata del 39%, con una riduzione di 1,1 punti percentuali rispetto al 2011. Nel quarto trimestre del 2012 è stata pari al 38,5%, in diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,2 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Scende a ritmo maggiore il dato sugli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie, calati del 7,9% rispetto all’anno precedente. Il tasso di investimento (definito dal rapporto tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto ai prezzi base) è sceso al 20,5%, con una riduzione di 1,4 punti percentuali rispetto al 2011.
(09 aprile 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento