VENTI DI SECESSIONE
Lega, Zaia gioca la carta dell'indipendenza
Sei esperti per il referendum. In ballo l'autodeterminazione del Veneto. E il futuro del Carroccio.
Come la Catalogna e la Scozia, o forse anche qualcosa di meno va bene. Luca Zaia non è così ambizioso da puntare direttamente all'indipendenza della Padania, ma sogna l'autodeterminazione del «popolo veneto».
Nel novembre del 2012, il Consiglio regionale del Veneto, ha votato la risoluzione 44, una proposta di referendum della Lega Nord che ha trovato l'avallo della Federazione della sinistra, di Unione Nordest e di due esponenti del gruppo misto. Adesso, ad aprile 2013, una commissione è al lavoro per mettere in atto il piano.
«STESSA LINGUA». A rivelarlo, il 9 aprile 2013, è stato l'Huffington Post. Il testo parla di una «realtà millenaria» che «ancor oggi parla la stessa lingua». L'intento è quello di «invocare e rivendicare il diritto alla verifica referendaria (di conferma o smentita) dell’atto di adesione del Veneto all’ordinamento statuale italiano del 1866».
A essere messa in discussione, nemmeno troppo tra le righe, è l'appartenenza del Veneto all'Italia, e i modelli richiamati sono proprio Catalogna e Scozia, esempi di autodeterminazione.
Per convocare il referendum, Zaia e Clodovaldo Ruffato, presidente del Consiglio regionale, hanno riunito una commissione di esperti che ne valuti la fattibilità.
SEI ESPERTI IMPARZIALI. Si tratta di sei persone imparziali e che si sono insediate il 19 marzo. A dare l'accelerata al progetto di Zaia, sarebbe stato lo sciopero della fame di Maurizio Giomo e Anna Durignon, esponenti di Indipendenza veneta.
Il movimento, insieme con Veneto Stato, preoccuperebbe non poco la Lega, che teme di perdere i favori della parte dell'elettorato più radicale.
UNA MOSSA CONTRO MARONI E TOSI. Ma la mossa di Zaia potrebbe essere letta anche come una strategia nella battaglia interna che il governatore sta conducendo col sindaco di Verona Flavio Tosi, in Veneto, e con il presidente della Lombardia Roberto Maroni in ambito nazionale. Un ritorno di fiamma nell'infinita guerra tra 'Barbari sognanti' e fedelissimi di Umberto Bossi.
Il punto è che la strada verso il referendum appare piuttosto impervia, e potrebbe interrompersi già col parere negativo della commissione d'esperti appena nominata.
Ma le spinte secessioniste, in Veneto, sembrano sempre più forti. Anche Stefano Valdegamberi, consigliere regionale dell'Unione di centro, ha fatto sua l'istanza, andando addirittura oltre la proposta leghista: «Vuoi che il Veneto diventi una repubblica indipendente e sovrana?», sarebbe il quesito del suo referendum.
Nel novembre del 2012, il Consiglio regionale del Veneto, ha votato la risoluzione 44, una proposta di referendum della Lega Nord che ha trovato l'avallo della Federazione della sinistra, di Unione Nordest e di due esponenti del gruppo misto. Adesso, ad aprile 2013, una commissione è al lavoro per mettere in atto il piano.
«STESSA LINGUA». A rivelarlo, il 9 aprile 2013, è stato l'Huffington Post. Il testo parla di una «realtà millenaria» che «ancor oggi parla la stessa lingua». L'intento è quello di «invocare e rivendicare il diritto alla verifica referendaria (di conferma o smentita) dell’atto di adesione del Veneto all’ordinamento statuale italiano del 1866».
A essere messa in discussione, nemmeno troppo tra le righe, è l'appartenenza del Veneto all'Italia, e i modelli richiamati sono proprio Catalogna e Scozia, esempi di autodeterminazione.
Per convocare il referendum, Zaia e Clodovaldo Ruffato, presidente del Consiglio regionale, hanno riunito una commissione di esperti che ne valuti la fattibilità.
SEI ESPERTI IMPARZIALI. Si tratta di sei persone imparziali e che si sono insediate il 19 marzo. A dare l'accelerata al progetto di Zaia, sarebbe stato lo sciopero della fame di Maurizio Giomo e Anna Durignon, esponenti di Indipendenza veneta.
Il movimento, insieme con Veneto Stato, preoccuperebbe non poco la Lega, che teme di perdere i favori della parte dell'elettorato più radicale.
UNA MOSSA CONTRO MARONI E TOSI. Ma la mossa di Zaia potrebbe essere letta anche come una strategia nella battaglia interna che il governatore sta conducendo col sindaco di Verona Flavio Tosi, in Veneto, e con il presidente della Lombardia Roberto Maroni in ambito nazionale. Un ritorno di fiamma nell'infinita guerra tra 'Barbari sognanti' e fedelissimi di Umberto Bossi.
Il punto è che la strada verso il referendum appare piuttosto impervia, e potrebbe interrompersi già col parere negativo della commissione d'esperti appena nominata.
Ma le spinte secessioniste, in Veneto, sembrano sempre più forti. Anche Stefano Valdegamberi, consigliere regionale dell'Unione di centro, ha fatto sua l'istanza, andando addirittura oltre la proposta leghista: «Vuoi che il Veneto diventi una repubblica indipendente e sovrana?», sarebbe il quesito del suo referendum.
Martedì, 09 Aprile 2013
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