lunedì 8 aprile 2013

Favia prendeva 2500 euro adesso Grillo è già arrivato a 6000 euro netti al mese. Poveri Italia.


POLEMICA

M5s, affondo della Salsi: «Sono uguali alla Casta»

Dopo la pubblicazione delle email, è di nuovo bagarre a Bologna.

Volano ancora stracci tra Federica Salsi e il Movimento Cinque Stelle. E si riaccende il caso Bologna, vera ferita mai rinsaldata del movimento.
La prima a parlare nella giornata dell'8 aprile è stata consigliera comunale di Bologna. Sulle cui parole è scoppiato di nuovo il caso Bugani. Il capogruppo bolgonese accusato da Favia e Salsi e, a detta loro, ''protetto'' da Casaleggio.
La Salsi, espulsa prima delle elezioni, è tornata ad attaccare i 'grillini' a pochi giorni dalla pubblicazione di alcune mail private, nelle quali i vertici cittadini del Movimento discutevano di come estromettere lei e Giovanni Favia: «Il nuovo che avanza è in piena sintonia con il vecchio, i cittadini devono sapere quanto i loro rappresentanti e i loro dipendenti siano fatti della stessa pasta della casta che disprezzano», ha scandito in aula la Salsi, accusando personalmente il capogruppo Massimo Bugani di aver 'inciuciato' con il sindaco Merola per mettere a tacere il caso delle dimissioni del capo di gabinetto, scoppiato nel dicembre 2011.
BUGANI: «PENSIAMO A UNA QUERELA». «Le cose non sono andate così, vedremo se ci sono i termini per fare querela», ha replicato Bugani. «All'inizio eravamo persone normali che volevano cambiare la politica e fare qualcosa di buono per la propria città, poi con l'evolversi delle ingenuità e delle manipolazioni via web sono nati gli appetiti, la fame di emergere dei singoli, la voglia di essere famosi ed è venuto fuori il peggio», ha sottolineato la Salsi, secondo la quale «una volta che si sono affacciate le elezioni politiche», l'M5s è diventato «una macchina per il consenso di due sole persone, Grillo e Casaleggio».
SALSI: «STRATEGIE STUDIATE PER FARMI FUORI». Un dubbio, quella della Salsi, che nella mente della consigliera (ora nel gruppo misto) ha trovato conferma con le mail rese note da un hacker nei giorni scorsi: «Da quello scambio emerge come un pool di persone abbia studiato strategie e fatto segnalazioni da Bologna a Grillo e Casaleggio per pianificare la mia espulsione dal gruppo», ha rimarcato la Salsi ricordando la protesta che Bugani, insieme con il collega Piazza, misero in atto, andandosi a sedere lontano da lei all'apice della polemica. Due consiglieri comunali, li ha apostrofati, «che mentre spiegavo come ero stata aggredita e apostrofata e minacciata di morte, mi davano la solidarietà e contemporaneamente complottavano pagliacciate, come quella di alzarsi dallo scranno vicino a me in segno di disgusto e scherno».

Salsi: «Ha accettato lo scambio in silenzio»

Marco Lombardelli, capo di gabinetto indicato da Merola, si era dimesso il 19 dicembre 2011. Non essendo laureato, non aveva infatti i requisiti di legge per ricoprire l'incarico e proprio il Movimento Cinque Stelle, attraverso la Salsi, aveva portato la questione all'attenzione dell'opinione pubblica: «Il sindaco chiamò in ufficio il mio ex capogruppo, Massimo Bugani e, propose, prima a lui da solo e poi con me presente, che avremmo potuto 'sedare' la cosa. Facendo una commissione istituzionale che avrebbe studiato il caso e poi lui, il sindaco, con i sui mezzi avrebbe trovato il modo per far andare altrove Lombardelli», ha raccontato la Salsi, aggiungendo: «Cosa successe? Il mio ex capogruppo si oppose? Si mise a urlare? No. Lui accettò lo scambio in silenzio, sotto i miei stessi occhi. L'accordo si poteva fare», tanto che «dovetti io e altri dell'opposizione impuntarmi contro questa porcata che avrebbe evitato le dimissioni del capo di gabinetto».
BUGANI: «NON HA COMPRESO BENE I FATTI». Ma per Bugani, che è intervenuto subito dopo la Salsi, le cose andarono in maniera opposta: «Vengono dette cose clamorosamente false, anche se capisco che magari la persona abbia avuto difficoltà in quel passaggio come in tanti altri, a comprendere effettivamente i fatti», ha premesso il capogruppo M5s. Quindi, ha spiegato come «il sindaco, semplicemente ammettendo il proprio errore, ci ha invitato nel suo ufficio per segnalarci quelli che secondo lui sarebbero stati i passaggi di dimissioni di Lombardelli, che non erano mai state messe in dubbio». Dunque, «va bene attaccarsi a tutto, però mi sembra che sia ridicolo quello che la Salsi ha detto: non ci vedevo nulla di male nel comportamento del sindaco, strano che venga denunciato dopo così tanto tempo, raccontando una falsità».

Bugani incassa ancora la stima di Grillo e Casaleggio

Ma la storia non è conclusa qui. Perché per Bugani la doccia fredda è arrivata nel primo pomeriggio dell'8 aprile, quando i parlamentari emiliani del Movimento e il consigliere regionale Andrea Defranceschi hanno diffuso una nota durissima nei confronti del gruppo comunale: «Basta con queste pericolose derive da parte di pochi singoli. Serve un'assemblea per riportare il Movimento Bologna nella direzione in cui oggi la stragrande maggioranza della nostra Regione sta remando e continua a remare». Interpretandola come una sfiducia, Bugani ha replicato dicendosi pronto a dimettersi.
IL BLOG DI GRILLO: «SOLIDARIETÀ A BUGANI». In sua difesa, e cogliendo in contropiede chi l'aveva attaccato, si è mosso in prima persona Beppe Grillo che, in poche righe sul blog firmate anche da Casaleggio, ha ribadito «la stima e la totale solidarietà, oltre all'apprezzamento per il lavoro svolto finora sul territorio». Parole che hanno riproposto lo stesso schema che pochi mesi fa mise alla porta Favia e la Salsi, ovvero 'o con me, o contro di me'.
FAVIA: «BUGANI PROTETTO DA CASALEGGIO». E proprio Favia ha gettato nuova acqua sul fuoco: «Bugani è una vergogna per il Movimento, ma purtroppo è anche un protetto di Casaleggio', ha sparato a zero sul suo nemico numero uno, promettendo per i prossimi giorni rivelazioni 'per far capire a tutti come si è mossa la fabbrica dei veleni'.
Lunedì, 08 Aprile 2013

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