La trattativa c’è ed è serrata. Ma un accordo accordo ancora no, Confinduistria e sindacati ci stanno lavorando da giorni. La conferma è arrivata in tarda serata quando il numero uno degli industriali Giorgio Squinzi ha annunciato nel corso di un dibattito: “Credo sia finito il tempo dei confronti, degli scontri e delle incomprensioni, e si deve andare tutti nella stessa direzione. È una responsabilità storica. Questa la strada verso cui dobbiamo andare con decisione”, ha detto spiegando di averne già parlato on i leader dei sindacati.
Qualcuno l’ha già ribattezzato il “patto della fabbrica”, la direzione è tracciata. È quella di un’iniziativa comune, tutto il mondo del lavoro insieme, qualcosa di storico per dare una scossa allo stallo del mondo politico. Un’iniziativa in tempi strettissimi, non certo aspettando la formazione del nuovo esecutivo. Molto prima, magari già prima del primo maggio dicono fonti ben informate. Raffaele Bonanni, già due giorni fa, aveva buttato il sasso: “Sto discutendo per arrivare, anche con gli imprenditori, a un'iniziativa simbolica forte”.
I riflettori sono puntati su Torino, l’appuntamento è sabato mattina alle 10,30, nella seconda giornata della convention organizzata da Confindustria – Piccola Industria. Sarà quello il palcoscenico ideale per l’annuncio. Di che cosa, esattamente, è ancora presto per dirlo. Dipenderà, molto, anche dagli incontri che i sindacati faranno tra domani e sabato. Ma punti in comune già ci sono, a partire dal fisco, e dalla detassazione del costo del lavoro, che piace a lavoratori e imprese fino allo sblocco delle risorse per le infrastrutture.
Altra certezza, l’emergenza è manifesta e il tempo è poco. L’ultimo segnale di allarme è arrivato dall’Istat giovedì mattina. Quasi sei milioni tra disoccupati e inattivi. Tre milioni di sfiduciati, che il lavoro nemmeno lo cercano più. E ancora l’intervento l’allarme di Confapi che nell’audizione in Parlamento è tornata a chiedere al più presto la formazione di un governo.
Servono segnali rapidi. Quello del mondo del lavoro, unito, qualunque forma assuma, arriverà sabato mattina. Il segretario della Uil Angeletti ieri ha parlato di un atto simbolico. “Stiamo pensando ad un'iniziativa innovativa in accordo con le imprese. Pensiamo simbolicamente di fermare il Paese, bloccare tutto”. Ma sul punto c’è prudenza su tutti fronti, la strada di una strategia congiunta è tutta in salita e le resistenze, soprattutto in casa Cgil, sono ancora molte. Ma è una strada se non altro percorribile, l’unica forse per dare un segnale forte alla politica con voce unitaria. Aspettando le adesioni formali, lo slogan del manifesto di Confindustria che campeggia sulle pagine acquistate sui giornali si incrocia agevolmente con le richieste che arrivano dal mondo dei lavoratori: “Tempo scaduto”. Almeno su questo, tutti d’accordo.